Planet Book

Questa silloge si presenta come uno snodarsi e dipanarsi di sensazioni e impressioni ispirate, di volta in volta, alle arti figurative, alla musica e alla letteratura. È al contempo un tentativo di elaborazione del proprio vissuto, al fine di ergersi vittoriosi sullo scempio del proprio passato, conquistando chiarezza e ordine. Sparse lungo la silloge sono inserite poesie che descrivono questi momenti di luce e consapevolezza che scandiscono il percorso introspettivo dell'io lirico, per poi constatare che la psiche è estremamente sfaccettata e 'ingannevole' e che la sua indagine non si esaurisce mai. Quindi, apertura a una scoperta più ampia e luminosa del sentimento vitale, apertura al Divino: ed è "polvere d'anima che volteggia nell'estasi di una percezione fremente".

"Tifone" è il settimo volume della Saga del Mare. L'autore, Sergio Massimo Greci, sigilla passato presente e futuro di un elemento liquido in continua emulsione e addivenire, dove uomini pesci e misteriose creature si incontrano e si scontrano determinando il loro passaggio terreno. Per la cabala il numero sette rappresenta la totalità, la perfezione, la completezza. C'è qualcosa di cabalistico in questa serie di opere differenti ma unite dalla presenza dell'elemento liquido universale, simbolo e rappresentazione dell'anima e dei suoi tanti insondabili abissi.

"In un giorno per caso" è una storia ambientata negli anni '90 che racconta con dolcezza e verità il difficile cammino dell'adolescenza: l'amore, l'amicizia, la solitudine e il fragile confine con la droga. Amalia vive in un piccolo borgo collinare, un luogo che le sembra troppo stretto per i suoi sogni e troppo silenzioso per le sue paure. Per riempire il vuoto e sfuggire alla noia, insieme ad altri ragazzi cerca rifugio in un mondo fatto di illusioni e attimi che bruciano in fretta. Poi arriva Federico e tutto cambia. Tra i due nasce un legame profondo, capace di illuminare ciò che era rimasto in ombra e di rimettere in discussione ogni certezza. Nel loro incontro, Amalia impara a guardarsi dentro e a dare un nome ai propri desideri. "In un giorno per caso" è un romanzo intimo e sincero, che parla di crescita, fragilità e riscatto. Un viaggio nelle emozioni di una generazione in bilico tra la fuga e il bisogno di appartenenza.

Kurt Ray sta scontando 30 anni in una prigione di massima sicurezza per essersi addossato la colpa della morte di Liz, la donna che amava disperatamente. Kurt è analfabeta ma l'incontro con il direttore della prigione, un ebreo ex-cattedratico caduto in miseria, gli cambia la vita iniziandolo alla conoscenza dell'arte e della filosofia. Kurt si evolve e si dedica anche alla scrittura cimentandosi in un romanzo che parla di angeli improbabili caduti in un paesino immaginario di minatori nel vecchio West. Tutto cambia quando un detenuto gli propone un piano fattibile di evasione. A quel punto Kurt entra in crisi: evadere sarebbe tradire il suo mentore e rovinarlo per sempre. Ha 30 giorni, solo 30 giorni, per decidere se accettare o rifiutare le lusinghe della libertà.

L'opera è composta da ventisei poesie e due testi teatrali dal titolo "Limonata con ciliegie e basilico" e "Paturnie stizzose". Con le sue poesie, l'autrice ci accoglie nel suo "rifugio" di esperienze e nei suoi stati emotivi, fatti di nostalgia, rammarico e rabbia per il mancato coraggio tra partner, quello capace di dare sterzate alle esistenze. Tra i temi di fondo vi è quello dell'incomunicabilità che ritroviamo anche nei due testi teatrali, vivaci, intensi e che fanno riflettere.

Non emozioni, dolenzie dell'esistenza di voci sazie. Esplosione della razionalità in frammenti che si aggregano in algo(dolore)ritmi di poesia, che in clausola di bestemmia raccontano la quotidianità della guerra. Sembra un diluvio che ricade dalla Stupidità umana. Sono pugnali ficcati in terra da Dei che barano nei poteri di razza, predazioni di ovaie, infanzie senza logos, oligarchie HiTech. La Postciviltà sarà un Carcere Social?

Sono Luciano Quaranta, l'autore di questo libricino di poesie. Chissà se è giusto chiamarle così, perché sono tutte momenti di vita con versi rigorosamente a rime baciate o alternate. Scrivere poesie è lontano da quello che ho fatto nella vita cioè il dottore commercialista e il professore di economia aziendale, ragioneria, e tecnica. Devo la mia passione per la poesia alla mia professoressa di lettere che ci faceva imparare le poesie a memoria, ciò non solo teneva in allenamento la mente, ma ci permetteva di gustare meglio ogni sfumatura che il poeta voleva rappresentare. Ancora oggi le ricordo con molta commozione. I soggetti delle mie poesie sono rappresentati in modo semplice e facilmente comprensibile, alla portata di tutti, e descrivono momenti della vita sia quando si tratta di mia moglie, delle mie figlie, dei miei nipoti, dei miei amici, sia quando si parla delle virtù, delle ricorrenze e di ciò che ci circonda, ma sempre viene espresso il mio sentimento in poesia.

O. Henry, grande narratore americano di fine Ottocento, sapeva trovare la magia nascosta nelle vite di ogni giorno. In queste pagine, i suoi racconti più belli rivivono in una versione riscritta con linguaggio semplice e poetico, pensata per i giovanissimi lettori ma capace di incantare anche gli adulti. Tra generosità, sogni, coraggio e gentilezza, incontreremo piccoli eroi quotidiani, avventurieri dal cuore buono e persone comuni che si accorgono che lo stupore nasce dai gesti più semplici, e la felicità dal prendersi cura degli altri. In un mondo pieno di immagini veloci e infinite distrazioni, queste fiabe senza tempo invitano bambini e adulti a riscoprire la bellezza della vita, dell'amicizia e della speranza, e a cogliere la saggezza e la meraviglia che si nasconde nei piccoli momenti, restituendo alla letteratura il suo compito più autentico: ricordarci che il dono più grande nasce sempre dal cuore. Età di lettura: da 6 anni.

Un parco, una panchina. Tre insoliti visitatori si trovano, per caso, a condividere un luogo della loro esistenza. Marco, uomo convenzionale e abitudinario, vive appeso come un paio di scarpe al filo del suo destino. Davide, adolescente irrequieto, è sospeso nel turbinio della propria sensibilità. Beppe, misterioso e sfuggente, sembra un ponte tra la realtà e qualcosa di ignoto. In uno spazio pubblico qualunque, una fuga lontano dalle proprie responsabilità porterà i protagonisti al centro delle loro vite.

"Il cammino di Agata. Quando il mondo ci chiamava eroi" riprende il tema dei cammini. Questo romanzo è ambientato su "La via degli dei", ma in un periodo, quello del COVID, difficile per tutti. La rinascita rimane il fil rouge che lega la protagonista di questa seconda opera, Agata, con Charlie de "Il cielo sulla testa", con in più una riflessione sulla fragilità della vita e dei rapporti umani.

È il 1195 e Malatesta ha solo undici anni quando il castello di Pennabilli viene attaccato dai ghibellini Parcitardi che sono alla ricerca di suo padre. A salvare lui e la madre, Alaburga, giunge lo zio Giovanni del quale il giovane diventa il successore politico alla guida della famiglia e dei guelfi riminesi. Per fare ciò Malatesta deve stringere nuovi legami, che includono anche il matrimonio, rinunciando all'amore per Ilde. Ciò nonostante la sua unione con Adalasia, dalla quale nasceranno tre figli, sarà serena. Mediando di continuo tra Comune e Vescovato, che si contendono il dominio sulla città, riesce a conquistare il rispetto dei suoi concittadini. È un guelfo, ma ammira Federico II ed è convinto che per il bene di Rimini sia meglio non osteggiare il sovrano. Malatesta della Penna diventerà così il primo podestà riminese della sua città e alla sua morte lascerà una famiglia ricca e potente, pronta a esercitare per oltre due secoli la propria signoria su Rimini e sui castelli del contado.

La protagonista abita in un condominio e trae spunto dallo stravolgimento portato dal covid per trascorrere al meglio il periodo del lockdown: inventa canti, balli, tombole, ricette alla finestra ed altro, nei quali coinvolge la figlia Selvaggia e gli altri condomini. Con la pandemia è arrivato anche il "lavoro agile" e la protagonista, che è costretta a vivere 24 ore su 24 con la famiglia, ne analizza i pro e i contro; inoltre, allettata a causa di una gamba ingessata, si finge James Stewart in "La finestra sul cortile" e spia senza alcun ritegno i suoi vicini di condominio, fantasticando sulle loro vite per poi, una volta che può uscire di casa a bordo della carrozzina, approfittare della sua temporanea disabilità per vedere le cose da una diversa prospettiva. Il messaggio che trasmette l'opera è che l'autoironia e la solidarietà sono indispensabili per affrontare l'esistenza nei periodi sereni e in quelli avversi.