Scatole Parlanti

Una raccolta di storie di donne che trova un filo conduttore nella volontà di rivalsa che accomuna le protagoniste: contro la tristezza, la vecchiaia, la cattiveria altrui o anche solo le proprie fragilità. Tutte hanno una voglia immensa di stare bene e svelano come provare a riuscirci. A volte con successo, altre meno. "Non siamo mai una sola" è un titolo che gioca sulle diverse letture semantiche. Si tratta di un inno alle differenze, all’essere speciali e uniche ma anche mille persone diverse in una sola donna.

"Spaventare i cervi" è una storia familiare. La vita delle due protagoniste viaggia in tempi differenti che comunicano tra loro tramite il legame dei sogni. Entrambe vivono esperienze di insoddisfatta solitudine, sconquassate, in seguito, dall’arrivo dell’amore. Sarà in un lungo sogno che le due donne finalmente si incontreranno e si svelerà la verità sul loro legame.

Nel cuore pulsante di una Napoli contemporanea, Stefania, giovane fotografa freelance, si barcamena tra lavoretti precari e sogni sfocati. Vive in un appartamento nel centro storico, circondata da misteri che sembrano appartenere più alla leggenda che alla realtà. Tutto cambia quando, grazie all’incontro con una poetessa eccentrica, Stefania scopre l’esistenza di antiche porte magiche in grado di aprire varchi nel tempo. Una di queste appare proprio a casa sua, creando un portale che conduce al 1989. Dall’altra parte c’è Francesco, l’inquilino di allora, un giovane sceneggiatore idealista e malinconico. Tra i due nasce un amore impossibile ma irresistibile, che sfida ogni logica e si nutre di attimi rubati tra due epoche. Mentre Stefania cerca di bilanciare la sua vita con le incursioni nel passato, si addentra in un mondo di simboli, rituali e presagi, dove le leggi dello spazio-tempo sembrano piegarsi ai sentimenti umani. Ma ogni varco ha il suo prezzo, e presto dovrà scegliere: restare ancorata al suo tempo o perdersi in un amore che potrebbe dissolversi con l’alba del presente.

Michele Bruzzese è un adolescente che vive in un paesino sperduto della Calabria. Primo di tre figli, il ragazzo trascorre gran parte delle giornate lavorando nei campi e prendendosi cura degli animali d’allevamento che garantiscono il sostentamento alla sua famiglia. Abita in un’antica dimora insieme ai due fratelli, il padre e sua nonna materna. Come ogni anno, anche quell’estate l’agiata famiglia Capani, proprietaria dell’unica abitazione situata accanto a quella dei Bruzzese, parte da Milano per recarsi a San Girolamo, luogo di vacanza e di tregua dal sottofondo caotico della metropoli. Maria Luce Capani è la sola che sia riuscita a far provare a Michele delle profonde emozioni, e tra i due nasce un’amicizia sincera, che va al di là di ogni impedimento e che culmina in uno scambio involontario di stati d’animo e di segreti inconfessabili. Una storia di crescita, tenerezza e disillusione, che narra il desiderio di guardare oltre il visibile. Un romanzo in cui il paesaggio assume sembianze umane e ogni silenzio racconta più di mille parole.

Capita a tutti di avere dei momenti no, o di attraversare un periodo complicato, ma è in queste occasioni che una scelta coraggiosa può aiutare a ritrovare la forza necessaria per andare avanti. Viola è un avvocato che vive assieme al figlio Fabio. La sua esistenza è un continuo autoaccusarsi del fallimento del matrimonio con Marco. Le sue azioni quotidiane si concentrano soprattutto sul lavoro e sul bambino. Ma è più facile vivere attraverso qualcun altro che completare se stesse. La libertà di guidare e pianificare la propria vita la spaventa. Prova paura quando scopre che la risposta alla domanda “chi sono?” può arrivare esclusivamente dalla propria voce interiore. L’attrazione inaspettata per un uomo, conosciuto durante una festa tra amici, e il retroscena di una vicenda in cui è coinvolta la costringono a interrogarsi sul futuro. Ed è qui che si rende conto, finalmente, che la condizione femminile non è una sciagura ma, piuttosto, una forza motrice.

Carletta, la “scema del paese”, vive ai margini di una Calabria chiusa e diffidente. Un giorno assiste al rapimento della Nazionale di calcio da parte della 'ndrangheta. Sa tutto, ma nessuno le crede. Nemmeno Andrea, giornalista calabrese in cerca di verità, che fiuta lo scoop ma riconosce in lei qualcosa che gli altri non vedono. Mentre media, politica ed esercito trasformano il caso in un circo mediatico nazionale, Carletta resta sola, ignorata nel rumore assordante dell'informazione. Ma la sua voce fragile è l'unica che conosce davvero i fatti. Chi avrà il coraggio di ascoltarla? Tratto dallo spettacolo teatrale "L'Italia s'è desta" di Rosario Mastrota.

Petra è una liceale con poche amicizie e una famiglia che non riesce a decifrare e da cui lei stessa sembra difendersi. In casa regna la totale follia. Malgrado ciò la vita scorre lenta tra la scuola e la finestra di camera sua, dalla quale osserva il prato che dà sul retro, rifugio e labirinto in cui la ragazza affoga pomeriggi tutti uguali. Ma un giorno irrompe un ragazzo che la getta con violenza in una verità tanto scomoda quanto inquietante, e la storia della sua esistenza ne viene totalmente sconvolta, insieme al suo passato.

Olivia è una ragazza fatta di scarabocchi. Capace di sognare da sveglia e di curarsi le ferite a colpi di autoironia e sarcasmo. Ha due amiche che sanno rimettere insieme i suoi pezzi e starle accanto senza fare troppo rumore. Vive a Milano con un cactus di nome Franck e ama scrivere frasi su post-it da lasciare in giro nella vita degli altri. "Post-it" è il libro di tutti ma non per tutti. Una torta fatta con il cuore, ma senza panna montata.

Un bosco popolato da anime ferite. Una strada tranquilla che nasconde urla silenziose. Una galleria d’arte che riflette la fragilità del genio. Ogni racconto è un frammento di umanità spezzata, è un viaggio crudele, poetico e struggente nelle vite di chi ha amato, vissuto, sofferto troppo: Pat, boscaiolo e dio di strada, travolto dalla sua stessa rabbia; Guido, filosofo mancato e sopravvissuto alla propria ombra; Riccardo, incastrato tra scelte morali e desideri indicibili; Andrea, artista maledetto con un cuore troppo grande per contenere tutto il dolore. Con uno stile crudo, vivido e profondamente empatico, l’autore mette a nudo l’invisibile, sfida il perbenismo e dà voce a chi non può gridare.

Uno scrittore in rovina, una macchina da scrivere muta, un bicchiere sempre pieno. Lo scrittore è il ritratto crudo di un uomo che ha toccato il fondo e sceglie di raccontarlo senza filtri. Lontano dalla città, in un paesino che promette salvezza e invece restituisce solo domande, incontra anime perdute come lui: baristi silenziosi, donne spezzate, uomini fragili. Un romanzo che non cerca redenzione, ma verità nella frattura. Scomodo, feroce, profondamente umano.

A Mileto, piccolo e antico paese nel cuore della Calabria, dopo giorni di ricerche, il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Corso ritrova il corpo di Rosa Preite, la bambina scomparsa la stessa sera in cui si erano perse le tracce di Tonio Bianco. L'uomo, affetto da disturbi mentali, è da subito il principale sospettato, tuttavia con il passare del tempo il comandante nutre forti dubbi sulla sua colpevolezza. Sopraffatto dai ricordi della Battaglia di Culqualber e rapito dal fascino della maestra Anna, Corso, con l'aiuto del fidato brigadiere Giuliano Romeo, dopo una brillante intuizione, riesce a ricostruire gli ultimi istanti di vita di Rosa e a fare luce sulla sua morte, avvenuta in un contesto sociale ricco di antiche credenze e tradizioni perdute. Prefazione del Tenente Colonnello Antonio Strangis.

Un mondo costellato di guerre, abusi, prepotenze, ingiustizie, violenze, di catastrofi ambientali e… di più. Sembra, comunque, che ci siamo assuefatti a tante disgrazie, come se non ci toccassero, come se guardassimo, ognuno comodamente seduto sul proprio divano, una interminabile serie televisiva, senza renderci conto che ne facciamo parte anche noi e che siamo a un passo dal baratro. Ci siamo assuefatti anche alle morti, le tante morti, ai cadaveri che vengono accatastati come rami secchi. I morti oramai non li contiamo più, o forse sì, li contiamo, solo questo facciamo, giorno dopo giorno… c’è chi invece, in controtendenza, con tenacia cerca una possibile soluzione, cerca una condivisione con gli altri, spera ancora in un mondo migliore dove trionfi l’amore. Questi gli argomenti presenti in "Abracadabra", il tutto condito anche da graffiante ironia, da una certa leggerezza e addirittura da un alone di mistero. “Che dio ce la mandi buona e senza vento” ci dice una delle tante voci del libro.