Giappichelli: Univ.Napoli-Dip. di scienze dello stato
Autorità indipendenti e funzione sociale del mercato. Programmazione della concorrenza e modelli di tutela giurisdizionale
Raffaele Manfrellotti
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 2012
Pubblica amministrazione e «giustizia eretica». Problemi di riparto
Benito Aleni
Libro
editore: Giappichelli
anno edizione: 2008
Prove di diplomazia adriatica: Italia e Albania 1944-1949
Settimio Stallone
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2006
pagine: 272
I diritti e lo Stato
Francesco Riccobono
Libro
editore: Giappichelli
anno edizione: 2005
pagine: 100
La «convenzione». Riflessioni sulla dogmatica della consensualità nella codificazione
Nicola De Marco
Libro: Copertina morbida
editore: Giappichelli
anno edizione: 2008
pagine: 144
Se un 'codice', quale raccolta organica di norme, non può certo considerarsi al pari di un'opera dottrinale, all'interprete spetterà pur sempre di indagare le opzioni dogmatiche di fondo del testo normativo. Queste riflessioni, prendendo spunto dalla menzione della 'convenzione' nell'art. 1182. c.c. (Luogo dell'adempimento), investono l'analisi delle ricorrenze e l'individuazione dell'area semantica dello stesso termine (al singolare, al plurale e nelle derivazioni aggettivali) nella disciplina dei 'rapporti agrari' come del regime patrimoniale della famiglia, nelle disposizioni ove si pongono divieti negoziali (artt. 166 bis, 388, 458 c.c.) come nello statuto delle 'forme convenzionali' (art. 1352. c.c.), fino alla considerazione della stessa emersione, con la recente riforma, della 'convenzione d'arbitrato' nel processo civile. La disamina delle ricorrenze suggerisce l'ipotesi che il Legislatore, già a partire dal testo originario del 1942, abbia utilizzato il lemma 'convenzione' sia quale sinonimo di 'contratto' sia quale identificativo di genere della consensualità sia, infine, quale identificativo di specie, così individuando un'area della consensualità che si collocherebbe in maniera tendenzialmente autonoma tra i ' negozi familiari' e i 'negozi patrimoniali', da riguardarsi, quindi, come categorie non più esaustive della negozialità non unilaterale.
Sulla nozione di giudizio in diritto greco
Louis Gernet
Libro: Copertina morbida
editore: Giappichelli
anno edizione: 2007
pagine: 123
Che cos'è una "dike"? In questo saggio del 1937 Louis Gernet fornisce una ricostruzione filologica della nozione di giudizio nell'esperienza giuridica greca. "Dike" come sentenza dunque, disintegrata però dai riferimenti concettuali e istituzionali che rendono familiare questa nozione alla nostra sensibilità giuridica; manca, infatti, nella Grecia antica, la figura professionale del giudice, la concezione normativa di un ordinamento, una tecnica specializzata di disciplinamento sociale assimilabile allo "jus" dei romani. La sentenza va quindi integrata piuttosto a un contesto antropologico definito da diversi elementi regolatori (giuramento, duello, faida, rituali di appropriazione) che, ordinati nel loro insieme, costituiscono il materiale procedurale di un agire sociale inedito che si installa nel cuore della polis. Questo è il "prediritto": dispositivo concettuale che spiega un orizzonte di senso al cui interno è praticabile una genealogia degli istituti giuridici intesa a fuggire ricostruzioni privilegianti, unilateralmente, ora il dato fattuale ora quello normativo.