Italica Edizioni: L'ammiraglia
Diavolo di un corridore. Corse, battaglie e miracoli di Renzo Zanazzi
Marco Pastonesi
Libro: Libro in brossura
editore: Italica Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 252
Renzo Zanazzi era un uomo a due ruote. Diabolico da corridore, grintoso da veterano, irriducibile da pensionato. Fuoriclasse fra gli allievi, gregario fra i professionisti, ha nel suo palmares la conquista della prima tappa del Giro d'Italia del 1947 e la maglia rosa per tre giorni. Mantovano di nascita ma milanese d'adozione, impara ad amare la bicicletta negli anni Trenta, cimentandosi con le prime gare da dilettante. I premi fanno gola a tutti: poche lire sono comunque un'enormità, per chi non ha un bel niente. La seconda guerra mondiale lo costringe a sospendere la carriera, ma non ad abbandonare la bicicletta. Assieme alla sua cavalcatura e ai fratelli, si "inventa" partigiano e compie le prime azioni contro i tedeschi in perfetta autonomia. Al termine del conflitto arriva finalmente il passaggio al ciclismo professionistico, su per le salite e lungo le pianure a darsi battaglia con i nomi che sarebbero entrati nella storia: nei suoi sette anni in squadre quali Legnano, Cimatti, Ganna, Zanazzi si dimostra un gregario imprescindibile alla corte di campioni come Gino Bartali, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni. La sua figura, defilata ma indispensabile nell'economia del gruppo, e la sua vicenda umana di incredibile spessore hanno spinto una grande firma del giornalismo sportivo come Marco Pastonesi a narrarne le vicissitudini... Prefazione di Aldo Grasso.
Binda, l'invincibile
Edoardo Rosso
Libro: Libro in brossura
editore: Italica Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 204
Quello di Alfredo Binda, professionista dal 1922 alla metà degli anni Trenta, è un nome scolpito a lettere maiuscole nella storia del ciclismo. I cinque trionfi al Giro d'Italia e le tre vittorie in altrettanti Campionati del mondo lo hanno immortalato nell'Olimpo dei grandissimi, ma rischiano, paradossalmente, di oscurare la memoria della sua avventura umana. Ecco perché si sentiva il bisogno di un libro come questo, dove la storia di Binda è narrata con il passo e la pietas di un classico romanzo di formazione. La passione per la musica e il tenero rapporto con la madre e i fratelli contribuiscono a fare del giovane Alfredo un personaggio a tutto tondo; montiamo in sella con lui per riviverne le imprese giovanili, dai faticosi viaggi fra la provincia di Varese e la Costa Azzurra ai primi exploit in gara. Così non possiamo che prendere le sue parti quando si affaccia al mondo, meraviglioso e terribile, dei "forzati della strada", dove si troverà a rivaleggiare con un mostro sacro come Girardengo. La sua, tuttavia, non è solo una battaglia sportiva: gestire la popolarità e conquistare il cuore della gente diventano i suoi nuovi cimenti. La parte più rilevante della carriera di Binda si compie in un Paese ormai soffocato dalla miope grandeur della dittatura; sarà proprio il regime, insoddisfatto di quel campione troppo tiepido dal punto di vista politico, a contrapporgli un asso dalla maglia nera e il cognome tristemente profetico, Learco Guerra.
I pionieri del ciclismo. Quando gli eori andavano in bicicletta
Silver Casadei
Libro: Libro in brossura
editore: Italica Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 134
Nel 1886, lungo le strade dell'Inghilterra Vittoriana, gli strilloni dei giornali annunciano una bizzarra notizia: il diciottenne George Pilkington Mills ha traversato la Gran Bretagna da Nord a Sud a cavallo di un velocipede, impiegando poco più di cinque giorni di pedalate ininterrotte. L'impresa suscita scalpore ed emulazione: in tutta Europa nascono velodromi e corse destinate a lasciare il segno. All'alba del '900 anche l'Italia trova il suo primo eroe ciclista da celebrare: maglione vermiglio sempre indosso e temperamento focoso, il sedicenne Giovanni Gerbi, fino ad allora garzone di fornaio, comincia a farsi conoscere lungo tutta la Penisola, meritando l'appellativo di "Diavolo Rosso". Alle sue vittorie seguiranno quelle dei "Tre Moschettieri": Luigi Ganna, statura ridotta ma fisico erculeo, Carlo Gaietti, aspetto dimesso e gambe d'acciaio, ed Eberardo Pavesi, l'astuto "Avocatt", si renderanno protagonisti di avventure fuori dall'ordinario, in un'epoca in cui gareggiare in bicicletta significava affrontare imprese ai limiti della resistenza umana.
Girardengo. Il campionissimo
Paolo Bottiroli
Libro
editore: Italica Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 160
Costante Girardengo da Novi Ligure, il primo "Campionissimo" dell'Italia ciclistica, fu in vita un idolo delle folle e, a un secolo dalle sue imprese, è considerato uno dei più grandi ciclisti di sempre. Fu un asso dei pedali, capace di lasciarsi alle spalle fame e miseria vincendo per due volte il Giro e ben sei la Milano-Sanremo, ma soprattutto fu un idolo capace di infiammare i giovani: spinse in sella con le sue imprese un'intera generazione, non ultimo il suo giovane conterraneo e tifoso Fausto Coppi, destinato a ereditarne la gloria e il superlativo soprannome. Oggi il ricordo di Girardengo resta circondato da un'aura di leggenda, nella quale hanno spazio tanto le rivalità (con Binda e con i francesi), quanto la presunta amicizia col bandito Sante Pollastri, cantata da Francesco De Gregori e ripresa da una fiction televisiva.