Libri di Aldo Tortorella
Enrico Berlinguer. Napoli, 19 settembre 1976, 3 giugno 1984
Enrico Berlinguer
Libro
editore: Associazione Infiniti Mondi
anno edizione: 2024
pagine: 124
Il volume raccoglie i discorsi di Enrico Berlinguer del 19 settembre 1976 e del 3 giugno 1984. Prefazione di Aldo Tortorella.
Mauro Venegoni e i suoi fratelli. La vita e le battaglie di una famiglia antifascista di Legnano
Renata Pasquetto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 472
Il nome di Mauro Venegoni, partigiano, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria per il contributo dato alla Resistenza, è piuttosto noto: a lui sono stati intitolati spazi pubblici, vie, circoli e sedi sindacali e politiche. Ma chi era veramente? Operaio, comunista tenace e intransigente, dirigente sindacale, audace capo partigiano, fu trucidato con orrende sevizie dalle Camicie Nere nell’ottobre 1944. Per raccontare la sua vita l’autrice, districandosi tra un’enorme mole di documenti, non può non parlare anche dei fratelli Carlo, Mauro e Pierino Venegoni: uomini indissolubilmente legati da un impegno fatto di coerenza, dedizione, studio e sacrificio personale. Quattro protagonisti di quelle battaglie che condussero l’Italia dagli anni bui della dittatura fascista e della guerra alla libertà e alla Repubblica. Le loro fi gure sono tratteggiate con le rispettive qualità, con le caratteristiche e le aspirazioni di ciascuno: persone in carne e ossa, e non monumenti. In collaborazione con Dario, Marina e Mauro Venegoni.
Fausto Gullo. Un comunista nella storia d'Italia
Giuseppe Pierino
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2021
pagine: 280
Prefazione di Aldo Tortorella. Fausto Gullo appare oggi una figura pressoché sconosciuta. Ignoto ai giovani e obliato dalle generazioni più adulte è la dolente metafora di una Calabria colta, garbata, ma velata anch'essa dal pregiudizio e negletta. Eppure nella catastrofe della guerra è stato tra i costruttori dello Stato Nuovo e della rinascita nazionale. Il suo ritratto inghirlandava le povere case contadine tra le fotografie dei parenti e immaginette sacre ed amato come nessuno, ha in quel tempo goduto d'una immensa popolarità. Ma la memoria s'appanna, svanisce e, al disinganno, sovvengono i celebri versi: "Ahi! sugli estinti / non sorge fiore ove non sia d'umane / lodi onorato e d'amoroso pianto". Ed ancorché ammirato nel clima della guerra fredda non fu più riconosciuto in tutto il suo valore. Scrisse di lui Ferruccio Parri: "Leggevo con interesse studi e articoli suoi recenti, deplorando che la sua intatta capacità di intelligenza e perspicacia non trovasse fruttuose applicazioni. Nella memoria delle mie amicizie conservo per Fausto Gullo l'omaggio più affettuoso". E aspetti della sua personalità e del suo agire politico caddero in ombra, soverchiati dalla sua opera incisiva di ministro dei contadini, presto dissolta nella convulsa trasformazione del Paese. Il muro di Berlino sommerse poi ogni cosa ed oscurò anche chi, come lui, non c'era più ma, forse, in tempo aveva intravisto l'errore. La sua formazione intellettuale e politica; la sua sensibilità sociale, meridionalistica e democratica non avrebbero tuttavia lasciato una traccia tanto significativa se, nella disfatta, non avesse incontrato Togliatti e, dileguata la diffidenza per l'antico sodalizio con Bordiga, non avesse svolto assieme a lui il ruolo "risolutivo" che, con la svolta di Salerno, lo proiettò in una dimensione d'eccezionale rilievo. Una storia mai raccontata, dispersa infine nell'emarginazione che, morto Togliatti, l'apparato gli inflisse senza che lui, signore della parola, replicasse all'accusa grottesca d'essere un notabile che tarpava le ali al partito. In verità lo scotto per la sua libertà di giudizio e l'irriducibile dissenso su questione cattolica e rapporto con la DC, non estranei alla fine del PCI.