Libri di Amato M. Bernabei
O Dante o Benigni. Da Boccaccio a Boccaccia
Amato M. Bernabei
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Sacco
anno edizione: 2011
pagine: 349
"E allora, eee, Francesca da Rrimini, i Da Polenta da Rrimini, che eee, ee, disciamo descise da dda Rravenna, che ppoi divenne da Rrimini, ecco, descise che doveva essere data isposa a uno de' Malatesta (Il Dante di Benigni)". Questo Saggio, benché fitto di aspri sarcasmi, per nessun motivo si rivolge alla persona, ma intende piuttosto colpire con severità, attraverso critiche ed asserzioni sempre documentate, un emblema forte di una cultura offesa e impoverita da perverse logiche di mercato, tese a creare miti inconsistenti e deleteri, strumenti occulti di una divulgazione d'ignoranza premiata e consacrata.
Passio
Amato M. Bernabei
Libro: Libro rilegato
editore: Valentina Editrice
anno edizione: 2014
pagine: 112
Mythos. Poema epico-drammatico
Amato M. Bernabei
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2006
pagine: 586
"Mythos", in terzine dantesche, conta quasi diecimila versi, e mira, di fronte al dilagare della superficialità, a proporre il recupero di una tradizione in pericolo, quella in cui la poesia era un genere nitido e distinto dalla prosa e i poeti erano detentori di una tecnica e di una sapienza. "Mythos" non è un elenco di racconti tratti dalla mitologia greca, non è una rassegna completa della medesima mitologia, non è un'interpretazione del mito greco in una chiave esclusiva, religiosa, filosofica, storica, antropologica o filologica, è tutto questo insieme, ma è piuttosto una favolosa evasione che dal diletto e dal sogno può ridiscendere alla riflessione universale, che scaturisce dai pensieri legati alle stagioni dell'umanità, nelle quali gli ambiti, che differenziano gli spazi e gli stili del vivere, non sottraggono i protagonisti della storia alle passioni, alla costanza delle incertezze, delle inquietudini, degli interrogativi insoluti. Orióne e Meròpe sono giovanissimi e innamorati, in attesa fiduciosa di un futuro meraviglioso, convinti dell'eternità del loro sogno d'amore e di vita, inconsapevolmente. Si imbattono in un menestrello, musicista e poeta. Egli, attraverso il "canto" dei miti greci, con opera quasi maieutica, sollecita il disincanto. Orióne e Meròpe crescono attraverso il mito, prima interlocutori curiosi e un po' passivi, poi compartecipi, prendono coscienza della realtà e tuttavia non rinunceranno alla possibilità di sognare.

