Libri di Antonio Santori
L'opera poetica. La pagina bianca del possibile e del necessario
Antonio Santori
Libro: Copertina morbida
editore: Italic
anno edizione: 2017
pagine: 432
A dieci anni dalla sua prematura scomparsa, oggi più che mai la voce di Antonio Santori, attraverso la sua poesia, continua a parlarci, a interrogarci, a emozionarci. Questo volume raccoglie l'intero corpus poetico di Santori, costituito dai quattro poemi Infinita (la conca) (1990), Albergo a ore (1992), Saltata (1996, 2000), La linea alba (2007). Nel titolo, La pagina bianca del possibile e del necessario, si è voluto sintetizzare, con un verso emblematico dell'autore, l'essenza profonda della sua scrittura poetica che si caratterizza per essere insieme 'possibilità' e 'necessità' di dialogare costantemente con il mistero che fonda l'esistenza stessa delle cose finite. In effetti, tutta l'opera di Santori può essere considerata come un tentativo di scavalcare l'orizzonte, oltre il quale una alterità fondante chiama incessantemente il poeta per nome. L'opera in versi di Santori si muove sullo sfondo dell'ermeneutica teorizzata da Heidegger e Gadamer, in cui il dialogo del poeta con il mondo prende la forma di un'epica del quotidiano. Il percorso - letterario, filosofico ed esistenziale a un tempo - viene caratterizzandosi come una chiarificazione del 'volto' dell'infinito del quale il poeta si pone costantemente in ascolto. Dal principio indeterminato di Infinita (1990) si arriva al volto del Padre de La linea alba (2007). Il tema della ricerca di un senso universale delle cose, un mistero al quale l'uomo cerca di avvicinarsi e che tenta enigmaticamente di decifrare nel suo evento fondativo è il filo rosso che assume, nello svolgimento della sua opera, aspetti diversificati, i quali trovano una sintesi stilistica ed ermeneutica nella ripresa del racconto biblico di Giona, dall'alto valore simbolico e sapienziale, che Santori ripercorre ne La linea alba, suo ultimo testo poetico. In quest'opera colui che scrive, come un cavaliere postmoderno, attraversa un'avventura che è una perigliosa, quanto necessaria, scoperta di un tesoro divino: ossia il dire in versi, assai meglio di quanto non ci dica la vita con ciò che ci succede, il significato del nostro essere qui: "Perché essere in questo luogo / è molto, e certo dire / dove siamo / è il nostro compito".
La linea alba
Antonio Santori
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 99
La "linea alba" è anatomicamente una linea centrale sull'addome che spesso, nelle donne in stato di gravidanza, diviene visibile, imbrunendosi. Questo poema ne è il canto: la descrizione, epica e fiabesca, della parabola di quella linea sul ventre muliebre. Ma chi scrive non guarda la linea alba solo dall'esterno del corpo, bensì, soprattutto, dall'interno: come se la voce narrante provenisse da un cavernoso stato fetale, come da dentro una Madre. Ecco che allora il poeta qui diviene, a un tempo, Pinocchio e Giona, e il ventre della balena quello della grande Madre-universo. Da lì, da quel luogo pre-natale in cui il mistero della nascita sfiora quello della morte, questo poema si fa totale e disperata, fisica e gridata ricerca di un padre. Come Giona, come Pinocchio, per il protagonista di questi versi "essere nel ventre" significa invocare un padre perduto. Un padre la cui assenza è la presenza più grande. Più vera. Un padre morto, da ricercarsi nei cieli, che è al contempo un Padre, da invocare con amore e rabbia, forse senza averne le parole, come un bimbo non ancora nato.