Libri di Antonio Verri
I trofei della città di Guisnes
Antonio Verri
Libro: Libro in brossura
editore: Kurumuny
anno edizione: 2025
pagine: 196
"I trofei della città di Guisnes", pubblicato per la prima volta nel 1988, è espressione del più funambolico estro creativo e sperimentale di Antonio Verri. Il romanzo - o meglio: l'anti-romanzo, ribollente e magmatico, in perpetua formazione - racconta di uno scrittore alle prese con il «declaro», cioè con il suo irrealizzabile progetto di libro-mondo. La stesura presenta innumerevoli insidie, la più ardua delle quali è l'abisso che separa le cose dalle parole, la realtà dalla rappresentazione. Su questi presupposti, Verri intraprende così la sua visita a Guisnes, la città impossibile della scrittura. Introduzione di Mario Desiati.
I trofei della città di Guisnes
Antonio Verri
Libro: Libro in brossura
editore: Kurumuny
anno edizione: 2023
pagine: 188
"I trofei della città di Guisnes", pubblicato per la prima volta nel 1988, è espressione del più funambolico estro creativo e sperimentale di Antonio Verri. Il romanzo - o meglio: l’anti-romanzo, ribollente e magmatico, in perpetua formazione - racconta di uno scrittore alle prese con il «declaro», cioè con il suo irrealizzabile progetto di libro-mondo. La stesura presenta innumerevoli insidie, la più ardua delle quali è l’abisso che separa le cose dalle parole, la realtà dalla rappresentazione. Su questi presupposti, Verri intraprende così la sua visita a Guisnes, la città impossibile della scrittura.
La Betissa. Storia composita dell'uomo dei curli e di una grassa signora
Antonio Verri
Libro: Libro rilegato
editore: Kurumuny
anno edizione: 2022
pagine: 120
La Betissa, pubblicata per la prima volta nel 1987, è una disperata favola a tinte fosche, un allucinato viaggio nell’inconscio e nel linguaggio che rappresenta una svolta decisiva nella ricerca espressiva di Antonio Verri, ora concentrata a indagare ossessivamente le relazioni che intercorrono fra le parole e le cose, fra il mondo e il libro che tenta di ricrearlo, in uno sforzo costante di trascrizione di quella varietà cosmica e disarmonica in un’opera chiusa, conclusiva e allo stesso tempo sempre in progress, aperta, sfuggente. Nella Betissa il riferimento al teatro non deve fare pensare a una dimensione realistica, dove trama e personaggi alimentano un piano narrativo naturalistico. Semmai la spinta surreale e iper-reale trova linfa proprio nella moltiplicazione dei piani che muove dal meccanismo teatrale. Lì, nell’ambiguità dello spazio della rappresentazione il contrasto tra vita e finzione, tra desiderio e tremore, tra sogno e carne concreta trova la propria molteplice collocazione. Vita e illusione, erranza e différance della vita, nella vita, nella scrittura-corpo, nel corpo a corpo che la scrittura di Verri ingaggia con l’esistere. (Fabio Tolledi)