Libri di Donatella Romanelli

Lo Smilzo era nato così: sottile come una pagina di giornale, leggero come uno strato di vernice, delicato come un uccello senza piumaggio. Desidera soltanto che gli altri si accorgano di lui. Sentirsi invisibili è un’esperienza comune che può avere un impatto significativo sulle relazioni e su come si affrontano le sfide della vita, ma tutto si supera, basta non arrendersi! Età di lettura: da 3 anni.

Pronto ad infrangere il rigore di casa Precisetti, il nuovo vicino si intrufola nel bel mezzo del pranzo. Nell'imbarazzo generale però, il divertimento di stare insieme è assicurato! Età di lettura: da 6 anni.

Un lupo entra nella stanza di una bambina e le ruba le scarpe. Senza chiedere il permesso le indossa nonostante siano piccoline, così gli artigli finiscono per ferirle. Separate e danneggiate ci metteranno tempo per riacquistare fiducia e per ricominciare a camminare senza esitazione. Una storia per parlare di consenso, abusi e guarigione. Una bambina e le sue scarpe saranno un utile strumento per permettere ai più piccoli di familiarizzare con argomenti tanto complessi e delicati. Età di lettura: da 7 anni.

Un albo illustrato per le neo mamme, per coccolarle con delle belle illustrazioni e al contempo mostrare che paura, ansia, senso di inadeguatezza sono assolutamente normali e possono essere affrontati, ma solo se non si ha paura di parlarne e se si riesce a trovare uno spazio di condivisione di tali emozioni. Non sappiamo di quanto in questi mesi pandemici siano aumentati i casi di baby blues e depressione post partum perché, come tante problematiche che riguardano le donne, la depressione post partum è poco esplorata e spesso negata anche dalle persone care, le più vicine alle puerpere. Ma se normalmente è stimata tra il 7 e il 12% possiamo facilmente pensare a valori molto più alti, ipotizzati in questi mesi anche dall'Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Veronesi. Un libro pensato per riflettere sui tanti aspetti della maternità attraverso l'uso della metafora e di belle illustrazioni ricche di simboli perché delle ambivalenze del diventare madre se ne può (anzi, se ne deve) parlare.

Angelina è una madre agitata, vicina, ma anche distante; un personaggio femminile inquieto che vive nella propria nevrosi senza consapevolezza. Attraverso i vari racconti autonomi che compongono il romanzo viene ripercorso il rapporto madre-figlia in modo volutamente non cronologico, lasciando che le memorie traumatiche seguano il loro flusso associativo. Nella sua autobiografia (re)inventata, l'autrice scopre una follia che si tramanda a livello generazionale e che forse “giustifica” l'andare veloce di Angelina.

Dall'intimo dialogo dell'autrice con il suo bambino in pancia nasce un libro per accompagnare le future mamme nei momenti più salienti della dolce attesa, favorendo una precoce sintonizzazione tra madre e bambino che servirà come base per la loro relazione futura.