Libri di Ernest Van der Kwast
Mama Tandoori
Ernest Van der Kwast
Libro: Libro in brossura
editore: I Libri di Isbn/Guidemoizzi
anno edizione: 2014
pagine: 273
"Tutto cominciò con due valigie. Mia madre arrivò in Olanda nel 1969 con due valigie piene di bracciali, collane e orecchini. Affittò una stanza in una casa di riposo, dove iniziò a lavorare come infermiera. Nascose le valigie sotto il letto, secondo gli indiani il posto più adatto per custodire oggetti di valore. Una volta mia madre mi confidò: 'I ladri non guardano mai sotto il letto'. Mio padre mi sussurrò all'orecchio: 'In India quasi nessuno ha un letto'. Per anni le valigie rimasero sotto il letto di mia madre. Finché un giorno mio padre, un uomo goffo con le orecchie a sventola, il tipico olandese, si innamorò di quella donna esotica che vedeva in mia madre. Non so esattamente come andarono i fatti, e in realtà neanche lo voglio sapere. Ad ogni modo: a un certo punto le due valigie furono trasferite in un piccolo appartamento sulla Bloemstraat e finirono sotto un letto matrimoniale. Mio padre studiava medicina, tutto il giorno immerso in una pila di libri da cui spuntavano solo le orecchie a sventola. Mia madre faceva l'infermiera e portava a casa la pagnotta, o nel suo caso il naan. Una volta mi confidò: 'Tuo padre era povero come un ratto di Delhi'. Mio padre mi sussurrò all'orecchio: 'Magari fossi stato un ratto di Delhi'. L'appartamento sulla Bloemstraat era rumoroso, sbilenco e puzzava più delle ascelle di mio padre. Stando alla versione di mia madre, almeno. Ormai non c'è più modo di appurarlo."
L'ombelico di Giovanna
Ernest Van der Kwast
Libro: Copertina morbida
editore: Isbn Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 129
Puglia, estate 1945. In una luminosa giornata, Giovanna esce dal mare con un costume strappato che lascia scoperto l'ombelico, rubando per sempre il cuore di Ezio. La guerra è appena finita, gli invasori hanno abbandonato il Paese, e il bikini sarà presentato al mondo solo dodici mesi dopo. Ezio resterà ammaliato dalla pelle color miele di Giovanna, e proverà in tutti i modi a conquistare il suo cuore. Ma lei, impaurita e insicura, non accetterà la sua proposta di matrimonio, costringendo Ezio a fuggire dall'umiliazione del rifiuto. Il giovane pugliese, in un viaggio picaresco di tre settimane, attraverserà l'Italia distrutta ma colma di speranza del dopoguerra fino a raggiungere Bolzano. Ezio è giovane, orgoglioso e non conosce la strada del ritorno; sceglierà così di nascondersi dal passato, diventando un raccoglitore di mele. Sessant'anni dopo una lettera riaccende quella passione mai del tutto sopita. Ezio parte così per un avventuroso viaggio a ritroso, che è anche un malinconico tentativo di recuperare il passato. Un romanzo coraggioso e universale che racconta l'amore ad ogni età, ribaltando i cliché della società moderna.
Mama Tandoori
Ernest Van der Kwast
Libro: Libro in brossura
editore: I Libri di Isbn/Guidemoizzi
anno edizione: 2011
pagine: 240
"Tutto cominciò con due valigie. Mia madre arrivò in Olanda nel 1969 con due valigie piene di bracciali, collane e orecchini. Affittò una stanza in una casa di riposo, dove iniziò a lavorare come infermiera. Nascose le valigie sotto il letto, secondo gli indiani il posto più adatto per custodire oggetti di valore. Una volta mia madre mi confidò: 'I ladri non guardano mai sotto il letto'. Mio padre mi sussurrò all'orecchio: 'In India quasi nessuno ha un letto'. Per anni le valigie rimasero sotto il letto di mia madre. Finché un giorno mio padre, un uomo goffo con le orecchie a sventola, il tipico olandese, si innamorò di quella donna esotica che vedeva in mia madre. Non so esattamente come andarono i fatti, e in realtà neanche lo voglio sapere. Ad ogni modo: a un certo punto le due valigie furono trasferite in un piccolo appartamento sulla Bloemstraat e finirono sotto un letto matrimoniale. Mio padre studiava medicina, tutto il giorno immerso in una pila di libri da cui spuntavano solo le orecchie a sventola. Mia madre faceva l'infermiera e portava a casa la pagnotta, o nel suo caso il naan. Una volta mi confidò: 'Tuo padre era povero come un ratto di Delhi'. Mio padre mi sussurrò all'orecchio: 'Magari fossi stato un ratto di Delhi'. L'appartamento sulla Bloemstraat era rumoroso, sbilenco e puzzava più delle ascelle di mio padre. Stando alla versione di mia madre, almeno. Ormai non c'è più modo di appurarlo."