Libri di Fabio Prestifilippo
L'assente
Fabio Prestifilippo
Libro: Libro in brossura
editore: Fallone Editore
anno edizione: 2025
pagine: 88
L’assente di Fabio Prestifilippo è poema che si costruisce per paradossi, in cui l’attore principale è la parola che prende il corpo, che si fa corpo: la quotidianità, il sesso, il corpo malato, il corpo giovane, il corpo dipendente. L’allontanamento progressivo della parola dal corpo, nella visione dell’autore, ha infatti neutralizzato il potere comunicativo del linguaggio che, in questa accezione, diventa pura astrazione senza più terra. La poesia si fa così simultaneamente una forma di resa al linguaggio come concetto e il tentativo di scardinare i suoi paradigmi, in virtù di un riavvicinamento al reale del corpo, alla materia.
Abitare la traccia
Fabio Prestifilippo
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2019
L'attualità pressante, incalzante di Abitare la traccia sta nel gioco tra "ossessione del luogo metafisico" l'Altro, gli Altri (il Padre, i Padri) e una sorta di teoria della migrazione emotiva, del disconoscimento delle figure in cambio di un riappropriarsi del sé e del "se…". Solo una volta, nell'intera silloge, l'autore usa la sospensione, i puntini, ma lo fa in una chiusa-chiave dell'intera opera: «(…) ma è ancora un buio, il mio, / senza bambino / o un padre che da casa / lo ami, lo chiami…» Si percepisce, nell'intera silloge, la dedicazione e l'osservanza alle regole evolutive che conducono «dall'animale biologico all'umanizzazione del soggetto umano», secondo le più strette tesi lacaniane. Osservazione che bene si percepisce in Prestifilippo anche nell'uso del linguaggio.
Movimenti
Fabio Prestifilippo
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2012
"La novità dei versi di Prestifilippo, che per i sottili e analogici approfondimenti della vita interiore chiamerei neo-ermetica, consiste nella sicura continuità con cui si rifiuta alla comunicazione facile, in risposta a un tempo contemporaneo inghiottito dal mondo delle cose-merci che tende a espropriare l'uomo della sua autonomia, incantandolo. [...]" (dalla prefazione di Tomaso Kemeny)