Libri di Francesco Eleuteri

"Mi sveglio improvvisamente per un micidiale reflusso gastrico che mi infuoca la gola. È la prima volta che mi succede. Fa un male insopportabile. Lei è tornata. La sento al mio fianco. Sono senza Maalox. Scendo a bere un po' d'acqua e mi soffermo in bagno. Il suo cellulare è lì sul bordo della vasca. Spento. Sono combattuto... lo accendo e vado agli sms. Scopro che un certo doctor le ha inviato dei messaggi d'amore dall'inizio dell'estate in qua. Li leggo tutti uno ad uno. Sono parole che non lasciano adito a dubbi. Che mi artigliano il cuore e lo fanno a pezzi. Paola non era con Gianna. Ovvio. Dolore fisico. Benzina sul fuoco. L'acido risalito dallo stomaco mi brucia dentro come una fiamma ossidrica. Ho freddo. Sono attraversato da uno sciame di brividi. In pochi secondi tutto il mondo mi crolla addosso".

"Ostaggi" tenta di mettere in scena l'elemento umano della "dipendenza", in senso generale, e dunque il fatto che si è tutti ostaggi; di qualcosa o di qualcuno. Inoltre cerca di fornire una soluzione per giungere ad una condizione di libertà individuando l'unica via di fuga possibile nel "sapere", nella "conoscenza", nelle "informazioni". La storia che viene raccontata accade proprio nel teatro in cui lo spettacolo va in scena ed il pubblico ne fa parte. Infatti, l'attore che ha appena iniziato la sua performance viene interrotto da un gangster che prende in ostaggio sia l'artista, sia tutto il pubblico presente. Il sequestratore è accompagnato da due pericolosi e strani killer che hanno l'hobby della musica e che casualmente trovano due strumenti in scena. Si comprende fin da subito che il criminale non è interessato al denaro dei presenti e non ha nessun fine terroristico, le motivazioni si capiranno durante la vicenda ma ciò che sarà chiaro immediatamente riguarderà il fatto che si tratta di un bandito atipico: un po' comico, un po' socialmente impegnato e un po' spietato.

Una storia fatta di delitti, di corruzione, di follia e ambizione. Ma anche il racconto di come l'uomo sia l'unico animale capace di inquinare se stesso, la propria anima, il mondo che lo circonda, le persone alle quali vuole bene. E lo fa agendo secondo natura. La propria natura. Una lucida descrizione delle dinamiche perverse e contraddittorie che abitano l'essere umano, che guidano il suo agire. I personaggi seppure messi a nudo nella loro essenza, non mancano di mostrare il lato grottesco del loro agire, un agire secondo natura, una natura che non sa concepire se stessa, che non trova sintonia con il contesto che la circonda, una natura che si è snaturata.