Libri di Franco Bello

La parabola esistenziale narrata in questa mia autobiografia (400 pagine) è la testimonianza di esperienze vissute in un periodo ricco di mutazioni sociali per le novità tecnico-scientifiche e comunicative che l'hanno caratterizzato. Tra queste il passaggio dalla penna col calamaio alla penna stilografica e poi alla penna digitale, dalla tastiera dattilografica alla tastiera elettronica, dalle emozioni psicofisiche agli emoticon delle faccine. Il tutto condito sapidamente da un centinaio di aneddoti personali.

Il dizionario ha l'intento di divulgare il metodo Montessori in modo organico e non rapsodico, incastonandolo nel quadro storico-pedagogico che ben gli appartiene; si propone di ribadire l'attualità del metodo tutt'altro che tramontato, anzi più vivo che mai in una società alquanto problematica come quella odierna; è un manuale di consultazione indispensabile per gli operatori della scuola dell'infanzia e per chi frequenta corsi di aggiornamento o di specializzazione didattica; è utile in tutte le famiglie per l'educazione dei figli.

In questa pubblicazione l'autore a scopo di puro divertimento - facendosi scudo di una logica condotta all'estremo e di una consecutio a suo modo stringente - ha alimentato la possibilità di immettere nel circuito linguistico ben 820 neologismi, parole di nuovo conio cioè, che, una volta applicate (alias, usate da una, cento, mille persone), sono destinate a mandare in soffitta termini temporaneamente accantonati e a gettare in cantina termini desueti o inattuali, detti appunto paleologismi. Ne è nato un pot-pourri di gradevole lettura.

"Accade prima o poi, in un tempo della propria esistenza, spesso coincidente con l'età anagrafica non più tenera (eufemisticamente parlando), in cui siamo punti dal desiderio di volgerci indietro per rivedere il cammino percorso - "suole a riguardar giovare altrui" (Purg. IV, 54) -, così esclamava padre Dante salendo per l'erta del monte -, mentre si accende la voglia di rimestare nei ricordi, raccogliere "pezzi" del nostro passato, come a volerci rispecchiare in essi con malcelato compiacimento o, forse anche, per riprovare l'emozione del tempo in cui quei "pezzi" di vita avvennero o vennero raccolti o vennero creati. Una pila di libri accatastati, un cassetto di fogli sparsi da scartabellare, fruscoli di note e d'appunti (…) scatenano una miriade di ricordi e stati d'animo. Questa pubblicazione raccoglie scritti, editi e non, reperiti in soffitta (…)"

Cicerone è ritenuto un grande testimone del suo tempo, la Roma repubblicana del I sec. a.C.: oratore di fama, filosofo, cultore appassionato del mondo greco-ellenistico. Ciò nondimeno, non gli è stato mai riconosciuto il merito - come fa questa ricerca, suffragata da oltre 200 brani tratti dalle sue opere - di essere stato un precursore di tematiche attuali, quali il moderno concetto di libertà, il valore della famiglia, dell'educazione dei figli e dell'istruzione, la parità di diritti e di doveri, la moralità e il senso dello Stato, la necessità di una giustizia giusta e non partigiana, l'importanza per i governanti di essere capaci, ma anche onesti, in grado di anteporre il bene pubblico a quello privato senza confliggere con il proprio interesse.

Divertissement lessicale. Millenni di storia hanno consegnato il linguaggio al maschio prevaricatore. Il libro contiene utili consigli per tinteggiare di rosa la lingua italiana. La scrittura del testo, studiata come esercizio di sano umorismo, in corso d'opera è sfuggita di mano, divenendo esercitazione d'insano restyling...

Rassegna di tutte le varie forme di violenza antropica, presenti nella lingua e nella società: quella che scaturisce dalla forza (fisica, bellica e criminale), quella che nasce dal potere (culturale, religioso, economico, politico, giudiziario, amministrativo, ideologico...), nonché quella che proviene dalle istituzioni (dello Stato, della Chiesa, della famiglia, della scuola, del mondo del lavoro...). Il Dizionario della violenza contiene 1145 voci con etimi, definizioni, sinonimi, locuzioni, proverbi, storie mitologiche, brani biblici e citazioni letterarie, per un totale di 732 pagine. La violenza si annida ovunque: conoscerla nelle sue matrici, nelle sue manifestazioni e nei suoi effetti è l'avvio per un'utile presa di coscienza. Seconda edizione.

Consigli fondati sull'uso del sense, del non sense e del buon sense, offerti gratuitamente ai sigg. Cruscanti dell'Accademia, nell'intento di modificare alcune voci cadenti, di pensionare per raggiunti limiti di età filologica locuzioni scadute, di introdurre nuovi logismi doc, acclarata l'esistenza di vuoti lessicali.

Rassegna di tutte le varie forme di violenza antropica, presenti nella lingua e nella società: quella che scaturisce dalla forza (fisica, bellica e criminale), quella che nasce dal potere (culturale, religioso, economico, politico, giudiziario, amministrativo, ideologico...), nonché quella che proviene dalle istituzioni (dello Stato, della Chiesa, della famiglia, della scuola, del mondo del lavoro...). Il Dizionario della violenza contiene 1145 voci con etimi, definizioni, sinonimi, locuzioni, proverbi, storie mitologiche, brani biblici e citazioni letterarie, per un totale di 732 pagine. La violenza si annida ovunque: conoscerla nelle sue matrici, nelle sue manifestazioni e nei suoi effetti è l'avvio per un'utile presa di coscienza.

Il self-publishing rappresenta l'altra faccia del mondo editoriale, la diversità di porsi dell'autore, che torna a essere il regista della scrittura e della pubblicazione, in un ribaltamento che sa di copernicano: dall'editor-centrismo si passa all'autor-centrismo (...). Dal sigillo del vecchio editore, che - col suo pollice dritto o pollice verso - decideva della vitalità o della mortalità di un testo fin dal suo nascere, si passa oggi al suggello dell'autore, che, autopubblicandosi, sceglie responsabilmente e in piena libertà se, come e quando pubblicare, avvalendosi della professionalità offerta dalle piattaforme online esistenti.

"La madre. Voci d'amore nella letteratura": "(...) abbiamo scelto alcuni autori, i cui scritti hanno posto la madre al centro della loro creatività, poetando in versi o in prosa (...), in segno di amore e di gratitudine. In fondo, evocarne la memoria è come rivivere la propria infanzia e le proprie inquietudini durante la crescita, ma anche e al tempo stesso è un modo per non dimenticare chi ci ha dato i natali, sacrificando sovente se stessa".