Libri di G. Pilone Colombo
I crociati
Johannes Lehmann
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1996
pagine: 380
L'autore ricostruisce l'epopea delle Crociate nelle sue linee fondamentali e in tutte le sue sfaccettature, raccontando una grande epopea di santi e di pazzi, di superstizioni e di eretici, di realisti e di entusiasti, di ferocia e di avidità, di eroismo e di strazio, di violenza e di fede. Popolata da cavalieri con scudo, spada e corazza, penitenti con rami di palma in mano, fieri prelati e poveri contadini, umili monaci e sovrani, canaglie, donne e bambini, l'epopea delle crociate è il sogno di un'idea che non divenne mai realtà.
Piccole donne
Louisa May Alcott
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2000
pagine: 360
E' la storia di una famiglia americana nel periodo della guerra di secessione, ma la guerra fa solo da cornice alla trama. La famiglia è composta dal padre, cappellano; dalla madre, impegnata nella Società per l'assistenza ai soldati; Meg, la figlia maggiore, istitutrice; Jo, irrequieta e anticonformista, che fa la dama di compagnia ad una vecchia zia; Beth, che suona il pianoforte e Anny che ama il disegno e la pittura. Le vicende sentimentali delle ragazze animano questo e il successivo romanzo della Alcott.
L'epopea dei Vichinghi
Rudolf Pörtner
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1996
pagine: 404
Li chiamavano vichinghi, normanni, ascomanni, lochlannah, rus. Per gli arabi erano madjus, cioè demoni pagani. Provenivano dalle inospitali terre del nord; per tre secoli portarono scompiglio e rapina un po' ovunque, spingendosi sulle coste nordamericane 500 anni prima di Colombo. Fecero guerra al regno dei franchi e alle monarchie anglosassoni, fondarono stati satelliti nel Mediterraneo, il regno di Kiev in Russia, furono pretoriani dei Cesari nell'impero romano d'Oriente. Erano di tutto un po': contadini, esploratori e colonizzatori; marinai e guerrieri; pirati e mercanti. Portner ricostruisce le origini e gli sviluppi della cultura vichinga, in tutti i suoi aspetti e utilizzando tutte le fonti disponibili: cronache, reperti, immagini e simboli.
I sumeri
Helmut Uhlig
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1997
pagine: 288
I sumeri erano, intorno al 2800 a.C., la prima grande civiltà dell'umanità in Mesopotamia, fra il Tigri e l'Eufrate. Dalle genti semitiche degli accadi, dei babilonesi e degli assiri, essi si distinguono soprattutto per lo scarso interesse alle conquiste militari. Il loro contributo alla storia universale non consiste nella fondazione di un grande impero: i sumeri immigrati in Mesopotamia arginano i fiumi, ne convogliano le acque nei campi per mezzo di canali, innalzano i primi grandi templi e inventano, contemporaneamente agli egizi, la scrittura. Essi "inventano" inoltre quasi tutti i temi e i motivi dell'arte e della poesia che si svilupperanno in seguito in Asia Anteriore.
Gli ittiti
Johannes Lehmann
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1997
pagine: 304
Fino a quasi un secolo fa, quasi tutto quello che si sapeva degli ittiti era racchiuso in quei pochi versetti della Bibbia dove si parla delle trattative di Abramo con i "figli di Het" per acquistare il terreno per la sepoltura di Sara. Ora, invece, di questo popolo sappiamo varie e importanti cose. Sappiamo che fu signore di un grande impero, durato da cinquecento anni, nel secondo millennio avanti Cristo; che conquistò Babilonia; che sconfisse il faraone egiziano Ramsete II; che, a differenza di altri, usò fare dei popoli sottomessi degli alleati anziché dei sudditi e che era un popolo indoeuropeo, che parlava cioè una lingua al cui ceppo appartiene anche la nostra.
La civiltà etrusca
Werner Keller
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 1999
pagine: 416
Non furono i greci e i romani a scrivere il primo capitolo nella storia dell'Occidente, bensì gli etruschi: lo documenta in questo appassionante libro l'autore di "La Bibbia aveva ragione". Werner Keller per dieci anni ha seguito sistematicamente le loro tracce, esaminando le fonti più accreditate, visitando i luoghi, studiando documenti e reperti di scavi. Il risultato è una massa di fatti e di particolari sorprendenti su questa civiltà autonoma, viva e affascinante quanto enigmatica, fiorita nel cuore d'Italia durante il primo millennio avanti Cristo. Sopraffatta dall'espansione e dalla gloria di Roma, la civiltà etrusca ha lasciato il segno, profondo e incancellabile, della sua influenza sulle civiltà europee che le sono succedute.
Federico II imperatore
Ernst H. Kantorowicz
Libro: Copertina rigida
editore: Garzanti
anno edizione: 2000
pagine: 791
"Stupor mundi" fu detto dai contemporanei Federico II di Svevia, l'unico degli imperatori germanici del medioevo, insieme al Barbarossa, che occupi un posto riconosciuto nella nostra storia e subito ci rimandi a immagini evidentissime: la disfatta inflittagli nel 1248 dai popolani di Parma, la città di quel Salimbene che lo paragonava a un drago funesto; gli splendori della corte di Sicilia, consacrati dalla lirica della "prima scuola", di cui il sovrano medesimo era mecenate; i castelli di Puglia, gli arcieri musulmani, le donne dell'harem, le cacce col falcone illustrate nel suo trattato, il più ricco che ci resti in materia. Immagini romantiche, però. E confluenti verso un'interpretazione convenzionale, che confina Federico in una luce araldica di crepuscolo: per chiudere con la sua figura un conflitto secolare tra impero e chiesa, e inaugurare invece il decollo della civiltà borghese mercantile culminante nel rinascimento. Qui l'imperatore non è segnacolo di una fase storica schematizzata, ma si muove all'interno di un complicato gioco d'azioni e di reazioni. Di lui viene rivelata, duplice e sconcertante, l'anima insieme feudale e "illuminata": il senso feroce del potere, e lo scetticismo che a esso poneva di continuo un limite invalicabile.
La guerra dei bottoni
Louis Pergaud
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2001
pagine: 309
Nella campagna francese la guerra, senza esclusione di colpi e di ridicolo, di due bande di ragazzini di due villaggi vicini. I vincitori di imboscate, trappole e battaglie tagliano e sottraggono implacabilmente tutti i bottoni dei loro sfortunati prigionieri. Introduzione di Gianni Celati.
Callas
Attila Csampai
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2001
pagine: 269
"Una cosa mi ha sempre sorpreso: che quanti hanno ascoltato Maria Callas non siano riusciti a veder in lei altro che una voce fuori della norma, esposta a ogni pericolo. Che non si trattava, oh no, di una voce pura e semplice, in quel periodo così ricco di voci eccellenti. Maria Callas non è un miracolo vocale; è anzi ben lontana dall'esserlo, o vi è assai vicina, poiché è l'unica creatura che abbia mai calcato un palcoscenico. Una creatura sulla quale la stampa scandalistica è costretta a tacere, poiché ogni sua frase, il suo modo di inspirare, di piangere, la sua gioia, la sua precisione, la sua voglia di far arte, tragedia non necessariamente conoscibile in senso tradizionale, sono evidenti." (Dalla prefazione di Ingeborg Bachmann)
La guerra d'Algeria
Alistair Horne
Libro: Copertina rigida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2007
pagine: 688
Quella che in Francia è chiamata "guerra d'Algeria" e in Algeria "Rivoluzione" fu una delle ultime e storicamente più importanti guerre coloniali, e, col senno di poi, la prova generale dei conflitti che hanno sconvolto i Balcani negli anni Novanta e che tormentano oggi il Medio Oriente da Beirut a Baghdad. Tra il 1954 e il 1962, una parte della classe politica francese, e specialmente i pieds-noir d'Algeria, vi si impegnarono totalmente, convinti di assumersi il pesante "fardello dell'Uomo Bianco". Nello stesso equivoco caddero molti soldati francesi che, persuasi di difendere un baluardo della civiltà occidentale, sacrificarono eroicamente la vita nel tentativo di fronteggiare i guerriglieri algerini, contro i quali - ad Algeri nel 1957 riportarono una vittoria sofferta e non definitiva. Fu un conflitto tormentato e complesso, durato quasi otto anni, che provocò con i suoi contraccolpi la caduta di ben sei primi ministri e della Quarta Repubblica, e portò la Francia sull'orlo della guerra civile. E fu un conflitto feroce, nel quale divenne pratica quotidiana l'uso della violenza più spietata e indiscriminata. Horne descrive gli aspetti militari e politici di questo scontro, le sue ripercussioni internazionali, la profonda rivoluzione intervenuta sulla società algerina, i drammatici contrasti scoppiati all'interno della Francia metropolitana, che portarono all'avvento di de Gaulle e poi al putsch dei generali contro di lui.