Libri di Giuseppe Limone
Per un'ontologia del dialogo a confronto con la democrazia
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2025
pagine: 420
La parola "dialogo", pur avendo un'antica tradizione filosofica, conserva ancora oggi alcuni aspetti sfuggenti. Il dialogo appartiene a una famiglia di parole come "colloquio", "incontro", "confronto", "faccia a faccia", "conversazione", "interlocuzione", "interazione", e così via. Il dialogo, all'interno di questa famiglia, ne costituisce in qualche modo l'intima filigrana, misurandone la qualità. Inviteremmo, innanzitutto, a non considerare tale parola in senso - per così dire - "buonista". Quando si dialoga, non si presuppone affatto che si sia già d'accordo. Ci sono più persone, più idee e più prospettive a entrare in relazione. In una tale pluralità esiste un ragionamento da sviluppare, che comporta il mettere in relazione cose diverse. Come giocheranno fra loro queste diversità? Il dialogo è una molteplice risposta - come a ventaglio - in questa avventura. Il dialogo rivela, a un'attenta considerazione critica, profili epistemologici, psicologici, sociali, circostanziali, storici, simbolici, puntualmente e rigorosamente speculativi. Con questa massa fenomenologica di strati occorre necessariamente confrontarsi, fino a pervenire a una riflessione finale, triplicemente caratterizzata: il confronto con l'idea e la pratica della democrazia, la sussistenza fondamentale di un "trialogo" e l'indicazione di una prospettiva a lungo termine, per il progresso civile dell'umanità.
Il certo alla prova del vero, il vero alla prova del certo. Certezza e diritto in discussione
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 784
"Non esistono fatti, ma esistono interpretazioni" (Nietzsche). Questa sentenza è vera solo in parte. Infatti non esistono interpretazioni senza fatti e le stesse interpretazioni sono fatti. Occorre poi distinguere tra scale di verità, ossia tra scale di discorsi. Dire una verità errando nella scala a cui la si dice, è violare la verità. Una questione analoga si gioca fra il certo e il vero. Un tale complesso di valutazioni può condurre a un preciso metodo di pensiero: cogliere il certo come grembo di una riconoscibile matrice; cogliere il vero come una matrice vocata a incarnarsi. Ciò comporta l'istituzione di una filosofia del certo. Gianbattista Vico, nella sua pratica teorica come nella sua teoria riflessa, ha il merito di aver individuato gli assi di un tale metodo. Tale metodo di filosofia del certo non riguarda solo il diritto, perché può riguardare qualsiasi altro dato e risultato osservabile del comportamento umano. Si tratta allora di perseguire una grande fantasia teoretica che riesca a individuare linee di pensiero conducenti a una possibile matrice profonda. Si tratta poi di incentrare intorno a tale matrice tutti i possibili discorsi critici, valutativi e ontologici, che siano anche in grado in qualche misura di ricollocare criticamente se stessi. Su queste strade sono conseguibili illuminanti scoperte.
Che cos'è il giuspersonalismo? Il diritto di esistere come fondamento dell'esistere del diritto
Giuseppe Limone
Libro: Libro in brossura
editore: Monduzzi
anno edizione: 2015
pagine: 242
La persona, come la singolarità e la sua idea, è un Everest filosofico. È un'idea complessa a più tornanti le cui componenti possono essere considerate insieme e separatamente. Ognuno dei tornanti si presenta come uno specifico paradosso. In una prima approssimazione diremmo che il significato della persona si delinea all'interno di una costellazione in cui essa è realtà singolare e la sua idea è prospettiva ontologica sussistente e la sua verità è la parte di un tutto che solo in parte è parte, perché in altra parte si presenta come un tutto, in quanto è irriducibile al tutto e indivisibile in sé; è l'eccezione istituente una regola che riesce e non riesce a farsene istituire; è l'idea di qualcosa che resiste alla possibilità di essere ricondotta a un'idea. In questo orizzonte, che mette in rapporto la persona con un qualsiasi ordine concettuale, essa si configura come invenzione teorica, come paradosso logico e come misura epistemologica. La persona è la nuova misura. Essa è l'esistenza concreta, guardata come l'atto di esistere unico, nuovo, relazionato e profondo: la nuova e permanente misura elevata da ognuno nei confronti di ogni sistema (concettuale, etico, politico) che si arroghi come chiuso.
Le ceneri di Pasolini
Giuseppe Limone
Libro
editore: Collezione Letteraria
anno edizione: 2015
pagine: 80
La forza del diritto, il diritto della forza
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2014
pagine: 584
Jean-Jacques Rousseau, praticando a modo suo lo spirito dell'Illuminismo, ha affermato: "Il più forte non è mai abbastanza forte da essere sempre il padrone se non trasforma la sua forza in diritto e l'obbedienza in dovere". Come può fare la forza allora a chiedere obbedienza? La forza è, sul piano fattuale del suo essere forza, solo causa di effetti, che sono cosa diversa dall'obbedienza. Il nocciolo del problema sta allora nella differenza tra la forza in quanto esercita i suoi effetti nel mondo naturale e la forza in quanto esercita i suoi effetti nel mondo umano. In questo secondo caso essa necessita di un minimo di partecipazione da parte del soggetto, che può esprimersi in forme diversificate: nella paura, nell'imitazione gregaria, nella pigrizia, nella viltà, nell'inerzia, nell'accettazione, nella fiducia, nella volontà. Uno dei modi per persuadere all'obbedienza è stato, nel corso dell'evoluzione umana, il ricorso all'idea della ragione, che è anche un procedimento attraverso cui la forza imperativa si auto-giustifica. La ragione, perciò, si presenta come fondamento simbolico, ossia come forza capace di persuadere all'obbedienza, sintetizzando in un unico significato fattori intellettuali e fattori emozionali. Su questa strada, possono e debbono indagarsi i molteplici modi con cui la ragione ha cercato di istituire limiti alla forza.
La domanda di libertà, l'offerta di responsabilità
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 448
Nell'evolversi di un possibile, e sicuramente auspicabile, incontro fra l'io individuale e il tu sociale, accade che l'io individuale si avveda che la sua spontaneità riesce a realizzarsi come libertà se si realizza come libertà di non confliggere distruttivamente con gli altri. Allora nella sua domanda di spontaneità egli diventa cosciente che può realizzarsi come libertà soltanto autolimitandosi. Dall'altro lato il tu sociale diventa, prima o poi, consapevole che può fissare argini all'individuo se gli consente di esercitare la sua libera spontaneità. Dunque l'individuo può essere libero soltanto a condizione di essere responsabile, cioè cosciente dell'esistenza limitante del tu, mentre il tu sociale si accorge di poter imporre una responsabilità soltanto se consente all'io individuale l'esercizio della sua libertà. La libertà come domanda si auto-impone come confini quei medesimi argini che il tu sociale impone all'io secondo il proprio strutturale statuto di istanza che lega. Pertanto la domanda di libertà sta sotto la condizione della responsabilità, mentre l'offerta sociale di responsabilità sta sotto la condizione della libertà. Alla libertà come domanda corrisponde la responsabilità come offerta. Due mondi s'incontrano in un luogo comune, che configura la struttura portante di un mondo-della-vita umano. È questo il tema cruciale, antico e sempre nuovo, aporetico ma ineludibile, che viene affrontato da varie angolature nei saggi di questo volume.
La responsabilità di essere liberi, la libertà di essere responsabili
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 336
Nei saggi di questo volume la riflessione si svolge intorno ai due nodi teoretici della libertà e della responsabilità, attraversando i territori del diritto e della problematica giuridica, del pensiero e dell'azione di Simone Weil, delle questioni filosofiche e politiche. La libertà non si può pensare senza un minimo di condizioni di fatto che la rendano possibile. È dunque necessario distinguere fra una libertà come condizione e una libertà come capacità. Ma tutte le condizioni di libertà non avrebbero senso se non fossero precedute e sottese da una libertà come capacità. Per converso senza le condizioni fattuali di libertà non si può esercitare una libertà come capacità. Nella libertà come capacità si ha a che fare con quella particolare potenza del volere di distaccarsi, di sottrarsi alla mera serie delle cause, di orientarsi verso un fine, di generare un inizio nuovo. Perciò la libertà è la capacità di trascendere la propria condizione, di prendere distanza da essa, di riorientarla sempre e daccapo. In definitiva è libertà come potenza di comparare, di ponderare e di giudicare. È l'insieme di questi livelli a costituire il significato maturo della libertà, cui corrisponde una precisa responsabilità. In un orizzonte pieno la libertà non è solo un sostantivo, ma un verbo; non è solo uno stato, ma un'azione. Essa non è solo la condizione e la forza di ciò che è libero, ma l'azione che libera.
L'etica dell'equità e l'equità dell'etica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 640
Il problema dell'equità è uno dei più ardui della scienza giuridica. Spesso percepita sul piano etico, politico, filosofico o teologico come sinonimo di uguaglianza o di giustizia, non esiste filosofo, giurista, teologo o storico del diritto che non debba misurarsi con questo tema. Tra le ragioni di tanta complessità c'è anzitutto un problema epistemologico. L'equità appartiene a una larga classe di concetti filosoficamente rilevanti in cui la relazione quantitativa tra l'universale (equità come giustizia) e il particolare (la sua applicazione in ogni singolo caso) assume un aspetto qualitativo. L'universale che rappresenta la nozione sintetizza in un'idea contenuti fondati sull'esperienza, tale idea trascende le sue realizzazioni particolari. In questo senso il concetto di equità comprenderà sempre tutta la giustizia non ancora realizzata. È questo il carattere normativo di tale nozione, in cui il rapporto tra tutto (l'idea di giustizia come manifestazione di equità) e parte (la giustizia del caso concreto) non è soltanto una connessione meccanica, ma anche un nesso teleologicamente direzionato. Una nozione come quella di equità diventa così un concetto universale che può essere allo stesso tempo fuori e dentro la storia. Essa vive dunque nella dialettica tra il principio dell'intero e il principio dell'eccezione.
L'etica dell'equità, l'equità dell'etica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 576
L'universo del Diritto è un universo teso fra le due coordinate della certezza e dell'equità. Essendo un insieme di regole, esso si pone come una maglia con tessitura a due aghi, di cui l'uno è la certezza e l'altro l'equità. La certezza è il corpo manifesto e l'equità il principio costitutivo e di tessitura. La certezza in quanto cerca di realizzare alcuni profili formali dell'equità, ossia in quanto tende, attraverso alcune procedure, all'equità, si pone come "certezza del diritto". La "certezza del diritto" è il luogo della reciproca tendenza al limite fra un'equità che non può non darsi un minimo di certezza e una certezza che non può non darsi un minimo di equità. Un'equità che non si dia un minimo di corpo certo, diventa iniquità, in quanto sconfina nell'iniquità della vaghezza; una certezza che non realizzi un minimo di ordine sensato, diventa incertezza, in quanto sconfina nell'incertezza della frantumazione. La certezza del diritto si pone in tale contesto come un possibile punto di equilibrio fra equità e certezza. L'equità infatti, dal punto di vista dell'esperienza giuridica, non può non tendere a un minimo di certezza, in quanto deve necessariamente darsi un corpo manifesto; e d'altra parte la certezza non può non tendere a un minimo di equità nel suo dover necessariamente realizzare un minimo di senso. Ma esiste nel mondo del Diritto una legge che dice che bisogna rispettare le leggi? Certo, anche se celatissima, essa esiste.
Il nichilismo alla sfida della sostenibilità nel mondo civile
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2008
pagine: 488
Il problema del nostro tempo, ben più che l'ateismo, è il nichilismo. Se niente è, perché dovrebbe tenersi un certo comportamento anziché l'altro? Perché un tale comportamento piuttosto che la sua negazione? La domanda di Leibniz acquista qui un'altra forma e un'altra risonanza. Se è vero infatti che nella modernità si conservava e potenziava l'idea di un valore della storia, delle istituzioni, la scienza contemporanea sa che tutto il nostro mondo morrà con la catastrofe del sole e di ogni cosa che ne dipende. Che cosa potrà mai restare come metro del valore? Si tratta allora di domandarsi quale sia la dignità di ogni vita concreta: dignità che non è la qualità di vita che volta per volta si scelga e che non è il puro plesso di doveri cui si è crudamente sottoposti, perché è piuttosto l'incrocio virtuoso di espressioni e di limiti, di diritti e di doveri, rispetto agli altri e rispetto a se stessi, di confini da non varcare e di confini da non far varcare, di qualità nobili che abilitano e vincolano. Si tratta di capire quanto di questa idea di nobiltà ci venga dalla tradizione, e da tradizioni anche diverse fra loro. E si tratta di capire quante di queste percezioni di dignità si stiano oggi storicamente sedimentando nella nostra idea di bisogni fondamentali - e di diritti e doveri fondamentali, in quest'epoca che noi abbiamo consapevolmente chiamato L'era di Antigone.
Persona e memoria. Oltre la maschera: il compito del pensare come diritto alla filosofia
Giuseppe Limone
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 366
Che cosa è, nel mondo umano, la persona? Tutto. Che cosa è, in tanti spazi del mondo contemporaneo, la persona? Nulla. Su questo tutto e su questo nulla è necessario oggi urgentemente interrogarsi. Questo libro affronta una doppia avventura: individuare i molti significati storicamente nascosti nella parola "persona" e gli impervi significati speculativamente nascosti nell'essere persona. Ciò, allo scopo di mostrare come le due avventure possano, a un certo punto, sovrapporsi, interrogandoci daccapo. All'analisi emergono con forza inediti nuclei speculativi: la molteplice natura della metafora, la differenza di statuto fra l'idea e il concetto, la conoscenza scientifica nella sua miseria classificatoria, la spaesante consonanza fra l'idea matematica della sezione aurea e la ternarietà intrinseca nell'essere persona, l'impensato corrispondersi a specchio fra l'incompletezza strutturale dei sistemi formali e l'inclassificabilità esistenziale della persona, la catastrofe come momento speculativo intorno a cui è possibile superare l'opposizione tra cognitivismo etico e non-cognitivismo etico, l'emergente centralità – paradossalmente in negativo – della singolarità umana nella nuova temperie planetaria, caratterizzata da complessità e velocità. Si fa luce, in questo spazio speculativo, una nuova identità del nesso intrinseco fra la persona e la memoria, intendendo questa non come "aver memoria", ma come "essere memoria".
L'arcipelago dei diritti fondamentali alla sfida della critica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2006
pagine: 448
I "diritti fondamentali" sono oggi al centro di un dibattito teorico che ne rappresenta e istituisce il ruolo di misura e di sfida nel nostro tempo. Doppia sfida e doppia misura, perché i diritti fondamentali sfidano e misurano un tempo - il nostro - che, a sua volta, sfida e misura i diritti fondamentali, la loro caratura e la loro sostenibilità. Il "diritto fondamentale" può diventare, in questo senso, per così dire, l'idealtipo e il minimo lessicale di un mondo civile che è sfidato ad autocomprendersi, pena il suo tracollo - vichiano tracollo - in una nuova barbarie, quella dell'inermità. E, per giunta, anche un tale interrogarsi sull'unità di misura è una sfida. In questo volume, sono chiamati a cimentarsi con questa specifica unità di misura teorica studiosi di scuole e di tradizioni disciplinari diverse, volti a una parametrazione del tema.