Libri di Hadewijch
Canti
Hadewijch
Libro: Libro rilegato
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2022
pagine: 240
I quarantacinque canti d’amore spirituali di Hadewijch di Anversa, qui proposti per la prima volta in italiano in forma integrale, costituiscono un unicum in tutto il Medioevo occidentale. Mistica e poetessa fiamminga, vissuta probabilmente nel ducato del Brabante tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo in uno dei gruppi che hanno preceduto i beghinaggi, Hadewijch fu tra le principali figure della letteratura volgare europea di quel periodo. Le sue liriche, che esprimono una cultura raffinata, nutrita di spiritualità agostiniana e cisterciense, esaltano l’esperienza mistica e lo slancio verso l’amore divino.
Poesie miste. Testo brabantino a fronte
Hadewijch
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2007
pagine: 116
Le poesie qui raccolte, datate a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, sono opera di una contemplativa, una beghina fiamminga anonima. Gli studiosi l'hanno voluta chiamare Pseudo-Hadewijch o Hadewijch II a motivo della parentela con i testi della grande beghina, poetessa e mistica Hadewijch. Di alto valore poetico e di grande bellezza e purezza, queste poesie presentano i temi della mistica dell'Essenza nei modi in cui si diffusero nel movimento medievale femminile delle beghine.
Poesie visioni lettere
Hadewijch
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2000
pagine: 160
Di Hadewijch conosciamo solo il nome e la nuda opera. Gli anni della nascita e della morte ci sono ignoti: nata probabilmente ad Anversa da una famiglia aristocratica, visse tra le Fiandre e il Brabante, tra la fine del 1100 e la metà del 1200, contemporanea o poco più giovane di san Francesco d'Assisi. Fu beghina, non sappiamo se in un beghinaggio o nella sua casa. Ci restano di lei tre gruppi di opere: un gruppo nutrito di liriche, provenzaleggianti nella forma, ma ispirate non dal suo amore di donna per un uomo o viceversa, bensì dal suo amore di donna per Dio; una raccolta di trentun lettere, in cui ad amiche che potevano intenderla (forse beghine anche loro) racconta le sue pene e le sue gioie di innamorata di Dio; infine, quattordici visioni, nelle quali con più diretta immediatezza narra le sue mirabili esperienze mistiche. Romana Guarnieri, che è stata la prima studiosa che ha tradotto in italiano questi testi, ha selezionato cinque poesie, cinque lettere e cinque visioni che vengono qui proposte come esempio di uno dei vertici letterari raggiunti dalla letteratura mistica del XII e XIII secolo.