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Libri di Jan Bernas

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Simone Cristicchi, Jan Bernas

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 176

Nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste riposano montagne di sedie, armadi, letti, e poi lettere, fotografie, pagelle, diari, reti da pesca, pianoforti, martelli. Oggetti ammassati dagli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia un attimo prima di trasformarsi in esuli, quando le loro terre furono consegnate alla Jugoslavia di Tito nel 1947. Cristicchi spalanca le porte di quel magazzino per raccontare la tragedia dimenticata di quelle persone, le foibe, le esecuzioni sommarie, la vita da profughi, lo sradicamento e la perdita dell'identità.
12,50

Magazzino 18. Le foto. Immagini e racconti degli italiani d'Istria, di Fiume e della Dalmazia

Magazzino 18. Le foto. Immagini e racconti degli italiani d'Istria, di Fiume e della Dalmazia

Jan Bernas, Carla I. Cace

Libro: Copertina rigida

editore: Fergen

anno edizione: 2015

pagine: 104

Un libro che documenta il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste dove dal 1947 sono accatastati i mobili e gli oggetti che gli esuli giuliano-dalmati lasciarono in deposito con la speranza di riuscire a riprenderli. Le foto di Jan Bernas in qualche modo parlano e che sono rafforzate da brevi testimonianze degli esuli. Un luogo della memoria chiuso, nascosto, dimenticato (è visitabile dopo aver ottenuto il permesso dell'Irci) un po' come tutta la tragica vicenda delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, rimossa per decenni dalla storia d'Italia e riscoperta con l'istituzione del Giorno del Ricordo che si celebra ogni 10 febbraio. La prefazione è di Simone Cristicchi che con Bernas ha scritto l'opera teatrale "Magazzino 18".
25,00

Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani. Istriani, fiumani e dalmati: storie di esuli e rimasti

Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani. Istriani, fiumani e dalmati: storie di esuli e rimasti

Jan Bernas

Libro: Libro in brossura

editore: Mursia

anno edizione: 2011

pagine: 192

Alla fine della Seconda guerra mondiale migliaia di italiani di Istria, Fiume e Dalmazia si trovano senza alcuna difesa di fronte all'odio etnico-nazionalista del regime di Tito, deciso a jugoslavizzare quei territori. In 350mila fuggono, per essere accolti in Italia tra diffidenza e indifferenza. Altri decidono di rimanere, riscoprendosi giorno dopo giorno stranieri a casa propria. A questi si aggiungono gli italiani del controesodo: comunisti partiti alla volta della Jugoslavia per costruire il Sol dell'avvenire. Un sogno finito nei campi di concentramento titini. Paradossalmente, tutti subiscono la stessa accusa: "Fascisti!". Gli esuli, perché in fuga dal paradiso socialista. I rimasti, perché italiani. In questo libro sono raccolte le testimonianze dei protagonisti di questa odissea: le loro parole prendono per mano il lettore e lo accompagnano lungo tutto il cammino che condusse un popolo con lingua e tradizioni comuni a dividersi irrimediabilmente. Un cono di luce che si accende su una pagina di storia italiana troppo spesso dimenticata o raccontata solo attraverso gli opportunismi della politica.
16,00

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Simone Cristicchi, Jan Bernas

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2015

pagine: 158

Montagne di sedie aggrovigliate come ragni di legno. Legioni di armadi desolatamente vuoti. Letti di sogni infranti. E poi lettere, fotografie, pagelle, diari, reti da pesca, pianoforti muti, martelli ammucchiati su scaffalature imbarcate dall'umidità. Questi e innumerevoli altri oggetti d'uso quotidiano riposano nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste. Oltre sessant'anni fa tutte queste masserizie furono consegnate al Servizio Esodo dai legittimi proprietari, gli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia, un attimo prima di trasformarsi in esuli: circa trecentocinquantamila persone costrette a evacuare le loro case e abbandonare un'intera regione in seguito al Trattato di pace del 10 febbraio 1947, che consegnò alla Jugoslavia di Tito quel pezzo d'Italia da sempre conteso che abbraccia il mare da Capodistria a Pola. Di questa immensa tragedia quasi nessuno sa nulla. Delle foibe, delle esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, della vita nei campi profughi e del dolore profondissimo per lo sradicamento e la cancellazione della propria identità pochissimi hanno trovato il coraggio di parlare nei decenni che seguirono. Eppure è storia recente, a portata di mano e soprattutto abbondantemente documentata: basta aprire le porte del Magazzino 18. Porte che Simone Cristicchi ha spalancato.
12,00

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Magazzino 18. Storie di italiani esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia

Simone Cristicchi, Jan Bernas

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2014

pagine: 158

Montagne di sedie aggrovigliate come ragni di legno. Legioni di armadi desolatamente vuoti. Letti di sogni infranti. E poi lettere, fotografie, pagelle, diari, reti da pesca, pianoforti muti, martelli ammucchiati su scaffalature imbarcate dall'umidità. Questi e innumerevoli altri oggetti d'uso quotidiano riposano nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste. Oltre sessant'anni fa tutte queste masserizie furono consegnate al Servizio Esodo dai legittimi proprietari, gli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia, un attimo prima di trasformarsi in esuli: circa trecentocinquantamila persone costrette a evacuare le loro case e abbandonare un'intera regione in seguito al Trattato di pace del 10 febbraio 1947, che consegnò alla Jugoslavia di Tito quel pezzo d'Italia da sempre conteso che abbraccia il mare da Capodistria a Pola. Di questa immensa tragedia quasi nessuno sa nulla. Delle foibe, delle esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, della vita nei campi profughi e del dolore profondissimo per lo sradicamento e la cancellazione della propria identità pochissimi hanno trovato il coraggio di parlare nei decenni che seguirono. Eppure è storia recente, a portata di mano e soprattutto abbondantemente documentata: basta aprire le porte del Magazzino 18. Porte che Simone Cristicchi ha spalancato.
16,50

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