Libri di Luca Morganti
Dieci pilastri nel giardino d'Europa. Stefano Boeri a San Marino
Luca Morganti
Libro: Libro in brossura
editore: Aiep Editore
anno edizione: 2022
pagine: 88
Il saggio critico ricostruisce la vicenda storico-intellettuale di Stefano Boeri scoprendo, in questa, quanto numerose siano state le volte che non solo la sua attività ha incrociato San Marino, ma come proprio la Repubblica sia stata, in alcuni momenti, presa a modello dei processi urbani che l’architetto andava scoprendo. Boeri ha progettato il nuovo piano regolatore dell’intera Repubblica con idee di forte recupero della dimensione urbana.
Gino Zani. L'ingegnere, l'architetto, lo storico
Libro: Libro in brossura
editore: Bookstones
anno edizione: 2018
pagine: 320
La carriera dell’ingegnere sammarinese Gino Zani (1882-1964) attraversa una fase cruciale del passaggio a una nuova forma di città. L’urgenza storica con cui si presenta la metropoli è, già di per sé, l’espressione stessa del moderno che scardina le tradizionali categorie interpretative. L’irruzione del moderno è però pervasiva, investe anche chi, come Zani, cercherà di opporre all’urto una resistenza conservativa. La città in Zani è inizialmente un risultato che emerge dagli sviluppi tecnologici come risposta pratica alle necessità, e si trasforma poi in un ambizioso obiettivo da raggiungere che, insieme allo spazio, deve coinvolgere la storia mitizzata della sua forma urbana. A una prima città moderna, la Reggio Calabria dei primi del Novecento, espressione di una borghesia urbana che tenta un riscatto dopo lo choc della distruzione del terremoto, succede così una seconda città, la San Marino degli anni Trenta, che, attraverso l’invenzione di una tradizione, si apriva ugualmente alla modernità travestita da borgo storico ricostruito. Il libro vede riuniti i lavori di autorevoli autori che hanno contribuito ad elevare la figura di Zani e una selezione dei suoi progetti.
I mulini del fosso di Canepa
Luca Morganti, Mirco Semprini
Libro: Libro in brossura
editore: Aiep Editore
anno edizione: 2018
pagine: 143
Che la macina possieda un occhio è sapere comune a chi abbia avuto, almeno una volta, l'opportunità di vedere una macina. Che questo occhio, in quanto occhio, sappia anche vedere, a qualcuno deve essere sicuramente sfuggito. Ci chiediamo allora: che cosa vede l'occhio della macina? Che cosa ha visto in tutti questi anni? Ma soprattutto, se vede e ha visto, che cosa vedrà? Non è forse già da tempo diventato cieco? Poco importa, se così fosse. Nessuno più, al giorno d'oggi, sarebbe disposto a credere a un occhio solo e, per di più, se non proprio cieco, visibilmente offuscato da uno spesso velo di cataratta. Non basterebbe neppure un adeguato monocolo a correggergli la veloce caduta di diottrie e tanto meno a rischiarargli quel panorama che si è fatto, ormai, alquanto buio. Ma allora: possiamo almeno, oggi, ritenerlo un testimone oculare? Può sembrare paradossale che nell'epoca dell'immagine, l'occhio della macina, diventato cieco o comunque miope, non sappia vedere che l'ombra dell'immagine della nostra epoca, che è "l'epoca dell'immagine del mondo" o, meglio, la sua proliferante frantumazione.