Libri di Luisa Dolza
I primi teatri di macchine nella cultura del tardo Cinquecento
Luisa Dolza
Libro: Copertina morbida
editore: Telesma Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 272
Pochi ricordano che proprio da "L'Idea del Theatro di Giulio Camillo", pubblicato postumo a Venezia nel 1550, nacque un genere letterario capace di contaminare molti saperi e tra questi molti saperi scientifici. Il Theatrum di Besson fu completato nel 1569 ed ebbe un grande successo di pubblico e di traduzioni. Dietro ai "Teatri", e soprattutto dietro ai Teatri di macchine si nascondono forti ideologie di una cultura che solo più tardi, a partire dalle considerazioni di Francis Bacon, assumerà un valore politico e quindi riuscirà ad entrare nelle stanze del potere. Nei Teatri di macchine non si parla né del modo con cui le "diverse et artificiose machine" si costruiscono né di come funzionano. Invece nei disegni, che così sontuosamente illustrano le ruote e le macine, gli argani e le pompe idrauliche, sta il tripudio della tecnica, perché le macchine stanno davvero cambiando il mondo del Rinascimento. Quali complessi intrecci si determinino tra le molteplici facce di una società dove le innovazioni delle scienze e delle tecniche si possono leggere anche a diversi livelli, è la tesi che questo saggio affronta con lucidità e coraggio.
Storia della tecnologia
Luisa Dolza
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2008
pagine: 241
Fin dall'antichità l'uomo usa il fuoco, strappa alle viscere della terra i materiali che lavora, bagna il suolo con acqua portata da canali artificiali, lavora e si impone alla natura grazie all'ingegno tecnologico. La tecnica dà all'uomo un potere enorme, gli fa sollevare grandi pesi e vincere battaglie ma al tempo stesso crea meraviglia e paura perché sovverte e modifica. Il volume introduce il lettore nella storia della tecnologia e nel difficile e variegato rapporto tra tecnica e società, tra ingegno e potere politico ripercorrendone le tappe fondamentali: dalla legge veneziana del 1474, la prima a riconoscere la tecnica come ingegno e a stabilire la proprietà dell'inventore, fino al Settecento in cui banchieri e imprenditori mettono a disposizione i capitali per lo sviluppo della meccanizzazione e incoraggiano l'invenzione con premi e incentivi; dai brevetti dell'industrializzazione fino alla Prima guerra mondiale, in cui l'inventore diventa finalmente un eroe nazionale. Infine, uno sguardo all'oggi e all'attualissima controversia sui brevetti, nella quale si osservano contraddizioni che la tecnica e le invenzioni si portano dietro dall'antichità.