Libri di Mario Salvatore Grasso

"Il mestiere di scrivere di Cesare Pavese riconduce al mistero della sua anima e della sua vita."

Il desiderio infinito dell'uomo e la misericordia della natura sono i punti base su cui ritorna la riflessione di Leopardi: all'impossibilità infelice di realizzare il desiderio infinito connaturato dentro l'uomo, risponde la misericordia della natura che dona a tutti, soprattutto ai giovani, le dolci illusioni dell'amore, della compassione, e infine, del profumo della ginestra, cioè della poesia. Questo lavoro scritto per la gioventù studiosa fa comprendere alcune riflessioni fondamentali del poeta che rappresentano un commento ed un ausilio propedeutico e simbolico alla grande poesia del recanatese.

Dopo avere negli anni assimilato un pensiero dello scrittore Leonardo Sciascia il quale diceva che lo scienziato Ettore Majorana aveva avuto una vita intensamente pirandelliana, l'autore di questo lavoro, avendo presente il testo "Uno, nessuno e centomila", ha ricostruito una biografia di Ettore Majorana cercando di entrare nelle profondità dei suoi sentimenti schivi e sensibili e nella sua indifferenza a diventare, nonostante i meriti del genio, un personaggio pubblico. La narrazione, che privilegia questi momenti di silenzio e di attesa dell'animo di Majorana, si snoda lungo un percorso emotivo fortemente nostalgico e desiderante, dove l'uomo prevale sul talento creativo.

Un anno di insegnamento in un liceo siciliano di provincia coglie gli aspetti epifanici ed esistenziali di una didattica vissuta in comune. L'anno scolastico riflette e trasfonde le esperienze cognitive in vissuti intensamente affettivi e creativi.

Questo libro si evolve attraverso la psicologia del cibo e l'ombra del destino: il cibo si presenta come alimento dei poveri, ma spesso viene strumentalizzato dai potenti per opprimere la virtù e l'innocenza. Il destino accompagna silenziosamente la storia e i personaggi, e trova grandiosa rappresentazione nella missione di padre Cristoforo, nella conversione dell'innominato e nella descrizione archetipa del lazzaretto.

Prendendo spunto da un suggerimento motivato dello scrittore Leonardo Sciascia, il testo ripercorre, con l'ausilio di una fantasia ancorata alle preoccupazioni e all'angoscia dell'avvenire, una breve biografia dello scienziato Ettore Majorana: i referenti letterari sono: " Uno nessuno e centomila" di Luigi Pirandello, un'intuizione folgorante di Borges e un verso, d'una triste bellezza, di Narodni, poeta ungherese morto in un lager.