Libri di Michele Artale

Il protagonista vive in un paese della provincia di Torino. Con la morte del padre, conseguito il diploma, decide di non iscriversi all'università. Sua madre lo abbandonerà con la futile scusa di dover accudire i nonni cagionevoli di salute. Trascorrerà solitarie ore presso un'autorimessa pubblica come guardiano notturno. Si pentirà di avere abbandonato gli studi, ma in quel momento non aveva altre possibilità, era una scelta obbligata. Vecchie e nuove amicizie femminili, gli daranno la possibilità di venire in contatto con il mondo dell'illegalità. In un anno avrà esperienze di sesso, droga e la possibilità di guadagnare tanti soldi con lo spaccio di marijuana. Anche le nuove situazioni però, risulteranno inaccettabili. Continuerà a sentirsi irrealizzato. Inaspettata, una porta gli verrà aperta e gli permetterà di abbandonare una vita mal sopportata ed iniziarne una piena di speranze.

Un banale incidente, la rottura di un menisco, che ad uno sportivo costa al massimo un mese di fermo agonistico, per Alessandro Massone si rivela un'agonia. L'estensione della denuncia fa sì che "Un'accozzaglia di avvoltoi" non sia un romanzo né un racconto, ma una novella. Essa non ha le dimensioni del romanzo, poiché manca delle qualità generali di questo, e non è neppure un racconto, che tratta un episodio, un frammento di vita. Come una novella, "Un'accozzaglia di avvoltoi" aspira ad essere qualcosa di più compiuto: un romanzo in miniatura.

La forza di volontà e la voglia di cambiare, di evadere da un mondo claustrofobico, che uccide ogni sogno, spingono il protagonista a scappare, a cercare, in solitudine, la propria strada. Lotte interiori, e contro il mondo intero, i pregiudizi, le difficoltà insite nello stabilirsi nell'altro capo dell'Italia e, infine, l'amore, lo conducono verso la realizzazione di quella che è la propria vita, così come lui se l'è scelta e vissuta.

Un banale incidente, la rottura di un menisco, che ad uno sportivo costa al massimo un mese di fermo agonistico, mentre per Alessandro Massone si rivela un'agonia: un'attesa durata sei mesi, due ricoveri in ospedali diversi, due interventi chirurgici, con la conseguente perdita del posto di lavoro. Nonostante ciò, il protagonista non è nemmeno nelle condizioni di poter agire legalmente nei confronti dei responsabili. L'estensione della denuncia fa sì che "Un'accozzaglia di avvoltoi" non sia un romanzo né un racconto, ma una novella. Essa non ha le dimensioni del romanzo, poiché manca delle qualità generali di questo, e non è neppure un racconto, che tratta un episodio, un frammento di vita. Come una novella, "Un'accozzaglia di avvoltoi" aspira ad essere qualcosa di più compiuto: un romanzo in miniatura.

Sicilia, anni Settanta. Giulio Turicillo è un ragazzo che si affaccia alla vita e che si trova, appena dopo la maturità, con un destino già tracciato dal padre padrone, che lo vede tra le quattro mura della sua bottega. La forza di volontà e la voglia di cambiare, di evadere da un mondo claustrofobico, che uccide ogni sogno, lo spingono a scappare, a cercare, in solitudine, la propria strada. Ma come sempre i sogni non sono facili da raggiungere e tanto meno lo è l'agognata indipendenza, quella che segna davvero il passaggio dalla gioventù all'età adulta. Le lotte interiori, e contro il mondo intero, i pregiudizi, le difficoltà insite nello stabilirsi nell'altro capo d'Italia e, infine, l'amore, conducono Giulio verso la realizzazione di quella che è la propria vita, così come lui se l'è scelta e vissuta.