Libri di Nadia Palazzo
Turandot
Carlo Gozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 448
Il fascino arcano della fiaba di Turandot, al di là delle sue molteplici e differenti riletture, ne spiega la speciale fortuna nella moderna cultura europea. La scelta del soggetto da parte di Carlo Gozzi si inquadra, certamente, nella straordinaria fioritura della letteratura esotica, caratterizzata dal fascino per un oltremare quanto mai sfumato e fantasioso che, nel teatro veneziano, aveva peraltro già ricevuto il suggello del successo con le tragicommedie di Pietro Chiari e il ciclo persiano di Goldoni. Eppure, non vi è dubbio intorno al fatto che la stesura dell'opera sia scaturita, primariamente, dalla necessità di Gozzi di difendersi dagli attacchi che i suoi avversari avevano rivolto alle prime produzioni fiabesche, nell'intento di dimostrare i propri meriti come autentico drammaturgo, progressivamente affrancato dal ruolo quasi ancillare consapevolmente svolto nei confronti della Commedia dell'arte. Mosso, dunque, da motivazioni polemiche e dall'intenzione di sperimentare strade nuove per la sua ancor giovane drammaturgia, il conte Gozzi imprime con Turandot, quarta fra le sue fiabe, una svolta al corso della propria esperienza di scrittore per il teatro. Introduzione Paolo Bosisio.
Il teatro ispano-veneto di Carlo Gozzi
Nadia Palazzo
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2012
pagine: 204
L'esame del corposo repertorio ispano-veneto di Carlo Gozzi, per il quale si è scelto di applicare un taglio trasversale, è articolato in macronuclei concernenti le tematiche trattate, gli espedienti scenici posti in opera, l'intrinseca polemica misoneista (tipicamente gozziana, declinata nella duplice valenza filosofica e letteraria), il legame con i modelli ispanici, il rapporto con la produzione drammaturgica precedente. Lungo il corso dell'indagine le commedie alla spagnola di Gozzi vengono progressivamente riscattate dal pregiudizio critico, di sapore censorio e letterariamente sussiegoso, che fin qui le aveva relegate nel ruolo artisticamente subalterno di mere imitazioni di modelli iberici. Il libro viene a colmare una lacuna essenziale negli studi teatrologici settecenteschi, mettendo in luce inediti elementi di originalità della produzione gozziana che, denigrata sul fronte letterario in virtù dell'asservimento al Siglo de oro teatrale, risulta tuttavia degna di interesse in una prospettiva più ampia, potendo essere considerata altamente funzionale e profittevole dal punto di vista scenico, coerentemente alle coeve condizioni di creazione.