Libri di Roberto Rosati

La vita di Daniel non ha quasi nulla che non va, vista da fuori. Ha un lavoro sicuro come impiegato spedizioniere da McDonald’s, una casa, un gatto e un cane. È vero che ogni tanto Adele, la sua ex fidanzata, gli piomba in casa per rinfacciargli che lui la considera grassa. Prima di lei c’era Anita, che ha scoperto di essere lesbica ma non ne è proprio sicura. E c’era anche Amanda, che continua a spillargli dei soldi accampando le più inverosimili ragioni. Daniel vorrebbe dire la sua, ma nessuno gliene lascia il tempo. Per questo ha preso l’abitudine di parlare solo con il suo gatto e con il suo cane. Fino a quando, improvvisamente, capisce tutto: se Adele è grassa e infelice, se Anita è confusa, se Amanda lo deruba, se lui non è in forma e non riesce neppure a guardare la prima puntata di Breaking Bad c’è un solo, unico colpevole: Mc Donald’s. E sarà guerra. Un romanzo di satira sociale che rovescia i luoghi comuni delle “culture d’opposizione” mettendo in scena la delirante crociata privata di un pallido antieroe contro il re del fast food. Questa narrazione piena di note distopiche lascia emergere in controluce un mondo disumanizzato e disumanizzante: e se cercare un colpevole è ridicolo, sentire il male è inevitabile.

Il libro è un'opera scorretta dal punto di vista politico, morale, letterario e confessionale. Strampalato per l'età, è forse per questo che l'autore ha infranto ogni regola di buona condotta. L'opera non è, in fondo, che il pigolio di un essere dalle 85 primavere che intende ringraziare il suo paese di averlo accolto negli anni del liceo e ospitato, da pensionato, molto tempo dopo. E un timido addio anche al mondo più grande e rotondo e un "A presto!" ai genitori, che lo hanno incluso tra gli umani nella notte di un lontanissimo Natale.

Il libro è un'opera scorretta dal punto di vista politico, morale, letterario e confessionale. Strampalato per l'età, è forse per questo che l'autore ha infranto ogni regola di buona condotta. L'opera non è, in fondo, che il pigolio di un essere dalle 85 primavere che intende ringraziare il suo paese di averlo accolto negli anni del liceo e ospitato, da pensionato, molto tempo dopo. È un timido addio anche al mondo più grande e rotondo e un "A presto!" ai genitori, che lo hanno incluso tra gli umani nella notte di un lontanissimo Natale.

È una lunga fiaba che si dipana a Santa Vittoria d'Alba - un paese del nord-ovest d'Italia - e termina in modo un po' scanzonato. Trae origine da una voce diffusa nel medioevo, la quale voleva che il centomillesimo fiorino coniato, il duecentomillesimo e così via dicendo, possedessero il potere alchemico di arrestare, a beneficio del loro felice proprietario, il fluire del tempo e, quale conseguenza, il decadimento fisico.

Voce narrante e protagonista indiscusso del romanzo di Roberto Rosati è un giovane pittore, menefreghista, misogino e calcolatore, che non riesce più a dipingere. È senza dubbio un personaggio scomodo, un anti-eroe, con il suo modo di vivere sregolato e dissoluto, completamente disinteressato a tutto ciò che lo circonda, e concentrato solo su se stesso. All’improvviso però si ritroverà coinvolto in una inaspettata storia d’amore, affascinato da una donna atipica e anticonformista con la quale inizierà una torbida storia di sesso.