Libri di Rosario Aveni

"Rena nera è il nome di una principessa mediorientale, protagonista di un’antica fiaba, che la mia affezionatissima zia mi leggeva quand’ero bambino. Rena nera è lo spaccato di un’epoca felice, libera, ribelle, che non tornerà mai più. È sabbia nera, come la cenere che ha cosparso il mio modo clandestino di approcciare e amare donne bellissime, che sceglievo con cura, pagandole o meno. Ho fatto parte di una generazione giovanile, dove imprescindibile marchio di crescita era il sesso libero, selvaggio, per nulla virtuale. Ho vissuto i migliori anni della mia vita lontano dalle schifezze di oggi: telefonini sempre accesi, influencer, social media. Era meraviglioso sentirsi da telefoni a gettoni, due volte a settimana; non avere nessuno tra i piedi che ti dicesse quello che dovevi fare e come comportarti; nessuno che riversasse il suo odio sui più deboli, da dietro una tastiera, dimorasse nelle fogne del decoro assieme a veri ratti."

Questa opera di Rosario Aveni si connota come un testo poetico dalle suggestioni fortemente esistenzialiste ed interrogative. L'autore proietta la propria dimensione biografica nel flusso eccentrico di immagini ed icone surreali, ma anche appassionatamente incarnate, e vi medita dentro come per riflettere le ragioni profonde dei sentimenti che lo animano dal fondo della sua esistenza. La scrittura compie un viaggio a ritroso sotto la scure dei ricordi, alla gogna del tempo. L'opera si configura come una poetica delle origini mossa da un travaglio interiore, un tentativo originario di trans-locazione dell'io soggettivo che si appresta a divenire altra forma, ad essere ciò che è sempre stato, a realizzare e compiere il destino universale del suo inesorabile essere-umano.

"La più precisa e convincente presentazione di questa silloge di eccezionale qualità, impostata su una visione stilisticamente raffinata del reale e su una fisionomia figurativa intensa e persino 'recondita' dell''anima' del poeta, ci è offerta dallo stesso autore nei versi brevi e concisi e originalmente elaborati della composizione iniziale, che ha un titolo già molto significativo e leggermente forse autoironico in 'La torre d'avorio', e sembra sostituire la funzione di solito affidata a una premessa più o meno biografica dell'autore. (...)" (Neuro Bonifazi)

Strane anomalie turbano i miei sensi. Come, prima del temporale, il vento la natura.