Libri di S. Trippodo
Astavakra Samhita
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2003
pagine: 168
Scritta in forma di dialogo tra il maestro Astavakra e il suo discepolò Janaka, l'Astavakra Samhita è un antico testo sanscrito che espone i fondamenti del non dualismo induista, o advaita vedanta. L'opera, che risale al quinto o quarto secolo a.C., si differenzia dalla più nota Bhagavad Gita per l'assoluta assenza dì riferimenti teistici. La stringente logica non dualista, non esiste altro che il Sé", conduce alla comprensione della illusorietà di tutte le coppie di opposti e alla realizzazione del Sé. Realizzare il Sé, sottolinea Astavakra, non significa diventare ma essere il Sè, che è stato, è, e sarà sempre la nostra natura essenziale.
Dialoghi col maestro
Hariwansh L. Poonja
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1998
pagine: 192
A se stesso. L'ultimo diario
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1990
pagine: 128
Nella sua camera da letto a Pine Cottage, Krishnamurti detta a un registratore il suo ultimo diario. Ha ormai ottantasette anni, e il tremito delle mani gli rende troppo faticoso scrivere. Per questo decide di esaudire le preghiere di quanti avevano accolto con gioia il Taccuino e il Diario, affidando a un registratore pensieri, ricordi e riflessioni sull’uomo e la sua sorte nel mondo. È uno dei pochi libri in cui Krishnamurti non si rivolge direttamente a un interlocutore, non risponde alle richieste, le domande, i bisogni e i dubbi di un’altra persona, ma parla con se stesso lasciando scorrere liberamente i suoi pensieri. Da queste pagine toccanti emerge intatta tutta l’essenza, la forza del suo insegnamento. Il lettore ha quasi l’impressione di entrare nella coscienza del Maestro, di contemplare con lui quei magici momenti in cui il sole si leva sulle colline dando inizio a un giorno nuovo, splendido, meravigliosamente unico. Il giorno in cui, forse, l’uomo può capire l’intimo significato della vita, del tempo, della libertà, di se stesso, della sua morte. Stranamente l’ultimo brano, forse il più bello, parla proprio della morte. E Krishnamurti, che due anni dopo moriva in quella stessa camera, ci insegna ancora una volta a vivere (e morire) come una foglia appassita, con dignità, semplicità e con un sorriso.
Sulla libertà
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1996
pagine: 160
Jiddu Krishnamurti (1895-1986) è stato uno degli uomini più profondi e illuminati, che ha ispirato migliaia di persone in ogni parte del mondo. Purtuttavia è sempre vissuto rifiutando l’etichetta di guru, per incoraggiare la ricerca della libertà e della comprensione interiore. Si incontrava con la gente non per insegnare, ma per capire, per esplorare insieme il significato dell’esistenza dell’uomo e del mondo. Ciò su cui più insisteva era che la verità è una “terra senza sentieri” e non la si può raggiungere attraverso un sistema istituzionalizzato, sia questo una religione, una filosofia o un partito politico. Le sue parole aiutavano a esplorare le questioni più cruciali: la morte, la malattia, la libertà, l’amore, la meditazione, la paura, dio, la natura. Restano di lui, oltre a molti libri pubblicati in vita, pagine e pagine di trascrizioni di discorsi tenuti in Europa, India e America, oltre che diari, lettere e altro ancora. È per lo più da questo materiale inedito che è stata tratta questa collana di volumi monografici intitolata “Krishnamurti su”; ogni testo è dedicato a un tema particolarmente caratteristico del suo insegnamento e rilevante nella vita quotidiana.

