Libri di Ugo G. De Mohr
SISU. ...e la Finlandia di Berlusconi ... cronaca di un...«malinteso»
Ugo G. De Mohr
Libro: Libro in brossura
editore: Palombi Editori
anno edizione: 2024
pagine: 96
La breve ma seria crisi diplomatica italo-finnica fu innescata nel giugno 2005, in occasione della cerimonia inaugurale dell’Agenzia Europea sulla Sicurezza Alimentare di Parma, dalle infelici dichiarazioni rilasciate nella circostanza, con inconsapevole superficialità e leggerezza, dal Premier Berlusconi nel suo consueto spirito goliardico, ma recepite con indignazione dalla pubblica opinione finnica, a sua volta aizzata da una stampa locale di ispirazione essenzialmente scandalistica. Purtroppo, l’ostinato rifiuto opposto dal Premier -sotto pretesto di una totale assenza finlandese di sense of humour - al gesto che avrebbe potuto ricondurre ad una sorta di semplice…”malinteso” la crisi, non fece che prolungarla, perpetuando oltremodo, in Finlandia, un clima di irrimediabile antipatia ed ostilità nei confronti del personaggio Berlusconi.
Ambasciatore e gentiluomo... diplomatici in rosse catene (1944-1950)
Ugo G. De Mohr
Libro: Copertina morbida
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 128
Manlio Brosio (Torino, 10 luglio 1897-14 marzo 1980). Già vicino a Gobetti, nell'immediato dopoguerra assume brevi incarichi di governo come ministro senza portafoglio, vice presidente del consiglio e ministro della Guerra, rispettivamente nei governi Bonomi, Parri e De Gasperi. Accetta la nomina ad ambasciatore a Mosca, propostagli da Nenni, per la viva curiosità che nutre per un mondo e un Paese che ha svolto un ruolo determinante nella sconfitta del nazismo. Nella sua lunga esperienza diplomatica di ambasciatore a Londra (1952-1954), a Washington (1955-1961), a Parigi (1961-1964), e di segretario generale della NATO (1964-1971), Mosca è la prima tappa. Dopo l'arrivo in URSS, nel febbraio '47, difende per un tratto la propria originaria ispirazione neutralista, contraria a una scelta atlantica cui si convertirà invece progressivamente, sino a divenirne emblematico rappresentante, negli anni del suo molto apprezzato esercizio delle funzioni di segretario generale della NATO. A Mosca, Brosio deve subito confrontarsi al problema dell'assoluto silenzio osservato dai sovietici sulla sorte degli oltre 60mila militari italiani mancanti all'appello, dopo il rimpatrio nel 1946 di circa 21mila prigionieri. Attorno a tale nodo di capitale importanza gravitano altri contenziosi, rilevanti per l'estrema gravità degli illeciti internazionali in cui si concretano. Tra di essi la detenzione, in violazione dei principi-base del diritto internazionale, dei diplomatici membri delle legazioni della R.S.I. formalmente accreditati dal settembre '43 presso gli allora legittimi governi di Bucarest e Sofia, ma sequestrati dall'Armata Rossa tra l'agosto e il settembre '44 e detenuti a Mosca da anni, in condizioni di totale isolamento dal mondo e senza che le autorità italiane ottengano informazioni sulle loro condizioni di semplici "ostaggi" nelle mani di uno Stato "vincitore" intenzionato ad avvalersene, a tempo debito, come merce di scambio nei confronti dello Stato "vinto" cui le vittime appartengono. Dalla dettagliata ricostruzione della faticosa stagione negoziale attraverso cui Brosio perviene alla loro liberazione, emerge non soltanto la personalità di un capace e ammirevole servitore dello Stato, ma anche quella di un gentiluomo dalle ineguagliabili doti umane, testimoniate anche dai suoi "Diari di Mosca", preziosa fonte rivelatrice di tutto quanto sotteso, alla altrimenti anodina prosa burocratica, in termini di intensa partecipazione umana di questo grande Ambasciatore alla drammatica vicenda dei diplomatici della R.S.I. per lunghi anni languenti nelle galere sovietiche. Prefazione di Francesco Perfetti.
Odissea di un diplomatico ...che diranno i miei figli...
Claudio De Mohr, Ugo G. De Mohr
Libro: Copertina rigida
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2017
pagine: 559
Nel dare alle stampe l'inedita odissea di un figlio del secolo scorso, redatta oltre sessanta anni or sono dall'esponente di un universo lontano e forse un po' estraneo alla sensibilità dell'odierno lettore, è parso che essa potesse acquistare in accessibilità ed interesse se calata nell'ampio contesto della vicenda storica, culturale, politica, famigliare e strettamente personale del protagonista, dipanatasi lungo la prima metà del secolo breve: dal culto dell'epopea risorgimentale, alle idealità dell'interventismo, dell'irredentismo e del più ardente nazionalismo; via via, attraverso l'entusiasmo per l'utopia fascista di un'Italia imperiale; l'amaro disinganno; il velleitario rifiuto di una proditoria ed umiliante capitolazione; il salto nel buio ed il crudele disincanto di una sleale rivalità anche tra vinti; sino alla terrificante condanna alla morte civile ed all'annosa, tormentata trattativa tenacemente condotta dall'Ambasciatore Manlio Brosio, per il ritorno alla vita dell'autore e dei suoi sventurati compagni. Iscritte in tale ampio contesto, le situazioni ed i personaggi che abitano il racconto di quella remota e disperata odissea potranno apparire oggi meno distanti, e fors'anche concorrere, chissà, ad una maggior comprensione, non dirò condivisione, delle... "ragioni degli altri".