Libri di Vincenzo Gulì
Pietrarsa. Da industria modello alla strage del 1863 e alla sua fine
Vincenzo Gulì
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 242
Nel Regno delle Due Sicilie, alla metà dell'Ottocento, esisteva la più grande industria metalmeccanica europea, dopo l'Inghilterra, a Pietrarsa, località a circa cinque chilometri dalla capitale Napoli. L'opificio voluto da Ferdinando II di Borbone, in breve costituisce un polo industriale in tutto il territorio vesuviano circostante e, nel contempo, un incentivo per tutta la nazione . Questo progresso economico è bruscamente interrotto all'unificazione italiana per ragioni politiche, arrecando crescenti problemi alla classe operaia che pacificamente protesta nell'agosto 1863. La sanguinosa e immotivata repressione di un battaglione di bersaglieri semina morti e feriti tra i lavoratori. Pietrarsa è destinata ad una morte lenta, come tutto l'apparato produttivo del Mezzogiorno d'Italia.
Successe il '48
Vincenzo Gulì
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2019
I nipoti dei briganti e dei lazzari del 1799 seppero rispondere alla grande alle seduzioni e ai tormenti rivoluzionari, pur nel formidabile potenziamento che essi dispiegarono allora. L'esercito duosiciliano li salvò dal giogo massonico che li ispirava e finanziava. I Borbone erano stati bravi a espungere la rivoluzione con le armi quando essa le usava. Furono assai meno valenti quando essa adoperò gli altri strumenti sopra citati. La loro indulgenza lasciò il campo libero alla lotta non armata che sempre prepara una successiva lotta armata. Il 1799 portò al 1821, al 1828 e al 1848. Il 1848 condusse direttamente al 1860 in cui avvenne l'annientamento delle Due Sicilie e dei suoi amatissimi sovrani.
Luigi Alonzi detto Chiavone
Vincenzo Gulì
Libro: Libro in brossura
editore: H.E.-Herald Editore
anno edizione: 2007
pagine: 68
Gli eroi della parte giusta pugnarono con aiuti internazionali di ogni genere e ottennero consistenti prebende per il loro servizio; e se caduti in battaglia, tali prebende furono girate agli eredi. Quelli della parte sbagliata, praticamente con niente, misero a rischio beni, famiglia, vita e lasciarono nella più totale e perenne miseria i loro cari. Costoro, assieme ai pochi sopravvissuti dallo sterminio sabaudo, furono costretti, per campare, a un’emigrazione biblica, fino ad allora sconosciuta. Se ogni persona con un pizzico di onestà potesse fare un paragone tra i due tipi di eroi, quali resterebbero nei libri e nelle piazze? Questo è lo scopo del presente lavoro che, insieme a tanti altri, sta operando su vasta scala contro le menzogne risorgimentali per la ricostruzione della memoria storica dei meridionali, come oggi si chiamano i discendenti dei duosiciliani. Tutti sanno che i popoli senza le proprie radici storiche e culturali non hanno futuro e sono, o saranno, preda di quelli ben radicati. Per adesso ben pochi sanno che continuando a studiare altrui o false radici, imposteci dall’intellighenzia, non si progredisce.

