Libri di Vinicio Porta

Questa raccolta di immagini è tratta dall’archivio dell'autore e condensa in 184 scatti una vicenda di quarant’anni: quella della città di Carbonia che fu fondata nel 1938 per sfruttare i giacimenti di carbone Sulcis e rendere l’Italia autosufficiente nelle sue fonti energetiche. Ma già alla fine della seconda Guerra Mondiale le miniere di Carbonia entrarono in crisi e la città cominciò a spopolarsi: da 60 mila gli abitanti scesero a poco più di 30 mila e tutto il progetto urbanistico rimase incompiuto. Anzi, cominciò la decadenza. Questo volume racconta la metamorfosi di Carbonia dal 1967 al 2007, dalla grande crisi ai primi segnali di speranza.

..."Ecco così colori distesi, spesso, a larghe campiture ad esaltare la bellezza malinconica di certi stupendi paesaggi della Sardegna, i colori che incidono con preziosità gli oggetti di certe nature morte, i colori che, nella giustezza dei loro rapporti tonali, costituiscono la solida immagine di una figura".

L’autore raccoglie in questo volume le corrispondenze che ho inviato al giornale Sassari Sera per raccontare passo passo la nascita ed il travagliato sviluppo del Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione del Sulcis Iglesiente C.N.I.S.I. Attraverso la rilettura degli articoli pubblicati dal 1967 al 1995, rivivono le lotte di potere, le improvvisazioni, gli errori, le sofferenze, le ingiustizie e i protagonisti di trent’anni della nostra storia recente. Allora quegli articoli erano cronaca, erano specchio della realtà che si andava costruendo, erano sguardi e pensieri su una regione che voleva darsi un futuro diverso da quello minerario. Oggi queste corrispondenze sono parte della storia, l’augurio è che possano contribuire a considerare gli avvenimenti passati con più precisi elementi di riflessione. Un quarto di secolo è un tempo sufficiente per vedere i fatti e le persone con maggiore distacco e con l’obiettività richiesta ad uno studioso.

Una raccolta di fotografie analogiche riprese con Asahi Pentax e Nikon, che va dal 1967 al 2017, anno in cui, per le crescenti difficoltà a trovare pellicole, carte e acidi, l’autore ha dovuto arrendersi ad una Nikon digitale. La raccolta rappresenta, in questo arco di tempo, soprattutto gli aspetti ambientali, le ricchezze archeologiche, i tesori monumentali della Sardegna. Non mancano però immagini relative a siti di Malta, della Tunisia, dell’Ungheria, dei villaggi bavaresi e della civiltà britannica.

"Ho cominciato con un campeggio primitivo, quasi un Robinson Crusoe, nel Monte Arci senza una vera tenda, senza un’attrezzatura degna di questo nome ma con tanta passione e una grande voglia di conoscere uomini e ambienti. Ho partecipato ad alcuni Raduni nazionali con tende canadesi piccole ma funzionali e con attrezzature adatte ed ho cominciato a capire che i pregiudizi sugli uomini e sui popoli nascono dalla mancanza di conoscenza diretta. Ho fatto diversi Raduni internazionali ed ho visto che i campeggiatori non sono turisti di ripiego, costretti a dormire in tenda per mancanza di mezzi ma turisti che amano il contatto con la natura. Dalla canadese sono passato alla villetta e poi al camper, dall’ostello per la gioventù sono passato all’agriturismo. Dall’autostop sono passato alla lambretta, dalla Cinquecento alla Renault 4 e poi alla Land Rover. Ho percorso carrarecce ed autostrade, viali alberati e sentieri di montagna, ho visto albe e tramonti. Ho visto città e paesi, cattedrali e casupole, giovani e vecchi, fiori ed animali. Penso di avere dato ascolto al consiglio di Sant’Agostino di Ippona: Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina".

"Quando si giunge ad una età nella quale la fine ineluttabile della vita si fa più vicina, diventa naturale volgersi indietro e guardare la lunga strada percorsa. Se questo sguardo all’indietro lo getto con le parole di un poeta come Kostantinos Kavafis, esso mi appare più giusto, più universale; anche più utile a chi ci ha conosciuto e voluto bene. “Stanno i giorni futuri innanzi a noi come una fila di candele accese, dorate, calde e vivide. Restano indietro i giorni del passato, penosa riga di candele spente: le più vicine danno fumo ancora, fredde, disfatte, e storte.” In questo volume ho voluto ripercorrere, con i miei ricordi talvolta vividi talvolta un poco offuscati, le mie esperienze di vita, nella famiglia, nella scuola e nei viaggi: un impegno per evitare di finire in una panchina del parco a criticare il mondo." (Vinicio Porta)

...“Ecco così colori distesi, spesso, a larghe campiture ad esaltare la bellezza malinconica di certi stupendi paesaggi della Sardegna, i colori che incidono con preziosità gli oggetti di certe nature morte, i colori che, nella giustezza dei loro rapporti tonali, costituiscono la solida immagine di una figura”.

L'atto di nascita dei Monumenti Naturali della Sardegna si trova nella Legge Regionale n. 31 del 7 giugno 1989, la quale li definisce "singoli elementi o piccole superfici di particolare pregio naturalistico e scientifico". Fino ad oggi ne sono stati individuati 30 e Vinicio Porta li ha visti tutti e fotografati, e può dare al lettore le indicazioni per raggiungerli comodamente; può suggerire anche quali studiosi del passato li hanno visti, studiati e descritti. L'opera può diventare una guida per un viaggio piacevole nella geografia e nella storia della Sardegna.

Viaggio in 330 fotografie analogiche a colori, riprese con Asahi Pentax e Nikon.

Tra le centinaia e centinaia di nature morte dipinte in oltre sessant’anni di carriera, per questo volume antologico ho scelto cento opere di vario formato, su vari supporti ma sempre a olio. La disposizione delle tavole non segue un ordine cronologico ma alterna i soggetti o le tonalità per rendere la visione del lettore più viva e attenta. Tra i soggetti prevalgono le bambole e i bambocci, quasi sempre accompagnati da fiori di campo; ma sono anche presenti gli oggetti classici delle nature morte: bottiglie, vasetti, anfore, frutta e verdura secca, possibilmente ricoperti di polvere. Sono anche frequenti le maschere: rosse e blu, bianche e nere, di stoffa e di cartone, di velluto e di cera, tutte fatte per nascondere la reale essenza dell’uomo. Mancano del tutto i pesci e gli uccelli, numerosi invece nei quadri di molti pittori del passato. Spero di offrire, con questa raccolta, un’immagine abbastanza completa del mio lavoro e della sua evoluzione nel tempo. F.A.