Medusa Edizioni: Grandi saggi
Disgusto e desiderio. Enciclopedia dell'osceno
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 228
A quarant'anni dalla morte, oscena, di Pier Paolo Pasolini, artista osceno, è giunto il momento per riflettere con tenacia su un argomento che pochi come lui hanno contribuito a mettere a fuoco. L'osceno, appunto. L'osceno non si può archiviare facilmente, non si può ridurre a questioni di etichetta, di buone maniere, di convenienza ("questo non si dice", "questo non va bene"). L'osceno è molto di più, o meglio: è sempre qualcosa d'altro. Come il sublime, l'osceno agisce da attrattore infinito per la creatività umana: muove dal basso, dal degrado delle periferie, dalla pancia della cultura popolare, dagli organi e dalle sensibilità da sempre considerate inferiori... e tuttavia il suo potere è sommo. La sua virtù è quella di provocare, di impedire che ci si attardi nel solco delle proprie certezze, che ci si accontenti del proprio ordinamento accomodante, che ci si pieghi alla tirannia del proprio realismo. L'osceno turba la tranquillità degli assiomi, ridisegna i confini tra il dicibile e l'indicibile, cancella le distanze e ridistribuisce gli onori e gli oneri dell'organizzazione culturale. Se è vero, come sostenne Walter Benjamin, che cultura e barbarie sono in simbiosi, l'osceno è per così dire il propulsore, il combustibile di questa continua, vitale convivenza. I saggi qui raccolti intendono seguire e sondare questa provocazione; intendono cioè raccogliere la sfida, accettare e sviluppare la complessità che l'osceno rappresenta.
Tiqqun. Riparare il mondo. I fondamenti del pensiero ebraico dopo la Shoah
Emil L. Fackenheim
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 304
In "Tiqqun - Riparare il mondo Emil L. Fackenheim" ha elaborato un'acuta riflessione sulla Shoah (lo sterminio di sei milioni di ebrei programmato e perpetrato dai nazisti e dai loro collaboratori nel cuore dell'Europa del XX secolo) intesa come drammatica cesura sia per la pur frequentemente tragica storia degli ebrei, per la civiltà occidentale nel suo insieme e in particolare per la filosofia e la religione cristiana che di quella civiltà sono state a lungo fondamento e baluardo. E tuttavia se tale riflessione, fermandosi sulla soglia della cesura, si limitasse a dichiarare la bancarotta della ragione e della fede, finiremmo - sostiene Fackenheim - con il dare una vittoria postuma a Hitler distruggendo il tempio costruito dalle inenarrabili lacrime e preghiere delle vittime e abbandonando il mondo alle forze di Auschwitz. Portando a maturazione le inquietanti domande poste fin dagli anni Sessanta in La presenza di Dio nella storia, il filosofo e teologo ebreo che ha esperito il campo nazista di Sachsenhausen esplora qui alcune possibili risposte al riparo dalle critiche di quanti nella "voce imperativa che viene da Auschwitz" (che Fackenheim definì il "614° precetto") hanno visto un blasfemo accostamento al Monte Sinai.
Il sacro oltre lo scandalo. Hopkins, il sé e Dio
Walter J. Ong
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 168
Il gesuita Walter Jackson Ong, allievo del sociologo canadese Marshall McLuhan, è noto al pubblico italiano per i suoi studi sulla storia della scrittura e dell'oralità. Ong incarna quel panorama multidisciplinare della letteratura intesa come meditazione, uno scenario, dunque, non afflitto da specialisti ma aperto alla poesia intesa come via d'accesso al bello e al bene, alla beatitudine. In questo volume, l'autore attraversa con densità e partecipazione i meandri e gli slanci dell'opera di Gerard Manley Hopkins, il grande poeta e mistico dell'Ottocento, autore del poema "Il naufragio del Deutschland, che venne riscoperto con ardore nel primo dopoguerra del Novecento e assunto tra i maestri di intere generazioni. Ma l'originalità delle letture di Ong consiste soprattutto nel porre in luce l'elemento fondativo dell'arte di Hopkins, il suo insistere sull'identità, il Self, come chiave per meditare la presenza reale, incarnata, di Dio nell'intimo di ciascuna persona. Hopkins non fu l'unico dei poeti dell'età vittoriana a indagare la questione del sé o del "paesaggio interiore"; ma l'intensità e l'acuto senso di pienezza esistenziale che emerge dai suoi versi lo rendono unico nel suo genere. Ong, in queste lezioni, chiarisce il senso di questa unicità e la pone in relazione con la tradizione ascetica che innerva il cristianesimo come un fiume carsico.
Mistica della carne. La profondità dei sessi
Fabrice Hadjadj
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 200
Contrariamente a ogni apparenza la nostra epoca ha cancellato i sessi. Mortificati, sottomessi alle dure leggi dell'ipervalorizzazione commerciale e strumentale, la loro dialettica è stata mortificata e costretta entro la camicia di forza di imperativi e obblighi ancor più costrittivi e "repressivi" della cosiddetta vecchia morale cattolica. La scommessa teorica di questo libro di Fabrice Hadjadj può suonare un paradosso per la filosofia, o una provocazione per la teologia: salvare quella che la tradizione cristiana designa come "la carne" (con tutte le sue debolezze e i suoi allettanti peccati) riconoscendo nel corpo stesso, nei suoi desideri e pulsioni, perfino nelle sue funzioni considerate meno nobili, il sigillo del divino. Igienizzati e declassati a esercizi per mantenersi in forma, sottratti a qualsiasi riflessione sul loro significato ultimo, l'unica possibilità che abbiamo di riprendere contatto con la "profondità dei sessi", secondo l'autore, è quella di attingere alla valorizzazione del corpo e della carne intrapresa dalla tradizione giudaica, prima, e portata a piena completezza da quella cristiana. Contro un secolare dualismo di origine platonica, Hadjadj invita a ritrovare nella materia di cui il corpo è fatto, le tracce della vita spirituale, dei suoi doveri e delle sue aspirazioni più alte.
Il sogno dell'eternità
Céline Lafontaine
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 168
Far indietreggiare la morte, agire sulle sue cause, modificarne le frontiere, controllare l'insieme dei suoi parametri, comprenderne il processo al fine di prolungare il più possibile la vita, cercare di superare i limiti assegnati all'esistenza: un vecchio sogno dell'umanità, un sogno, si potrebbe dire, sottoscritto anche dalle teorie dell'evoluzione ispirate al darwinismo, un "sogno di eternità" a cui oggi danno credito le personalità del mondo scientifico e politico, al punto che la salute è forse la maggiore fra le preoccupazioni dell'uomo e delle società occidentali. Confinata nella sfera intima, la morte viene desocializzata, aprendo una ferita nel legame fra l'individuo e la comunità. La nozione di "postmortalità" esprime un nuovo rapporto con la morte, che mira a cancellarne la presenza dall'orizzonte umano, nella convinzione che molto presto grazie alla tecnologia sarà vinto il suo odioso ricatto. La democrazia diventa - come scrive l'autrice di questo brillante saggio - "la politica dell'immortalità". La morte viene medicalmente privatizzata, il mito della longevità viene riaffermato dalle macchine e, come Faust, affidato alla manipolazione genetica, alla bioingegneria, alla ricerca dell'uomo perfetto. Come in certi miti nefasti del Novecento. Questo libro, dati e fatti alla mano, fa il punto del dibattito e su come le società occidentali stanno affrontando la questione anche sotto l'aspetto normativo e legislativo.
Uscite dalla caverna
Hans Blumenberg
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 648
Il "lavoro" e l'opera di Hans Blumenberg sulla metafora sono un contributo decisivo per la definizione della modernità, delle sue soglie come dei suoi paradossi. In questo senso, Uscite dalla caverna assume un ruolo cruciale, perché individua nell'allegoria della caverna platonica un'occasione di ripensamento e di riscrittura della storia occidentale. L'attenzione che Blumenberg dedica alle dimensioni "inconcettuali" della tradizione filosofica arricchisce ulteriormente il panorama di esempi, aneddoti, visioni e rotture, che funge da sfondo e da condizione per continuare a pensare. In particolare, la metafora della caverna suggerisce un'inedita presa di coscienza dell'autonomia del pensiero, nella misura in cui si coglie l'aspetto specificamente "paideutico" e formativo, nonché politico, della conoscenza. Questo libro, l'ultimo pubblicato da Blumenberg ancora in vita, è dunque forse un'estrema risposta ai paradigmi della "gnosi" e della "secolarizzazione" così come si erano configurati in "Elaborazione del mito" e in "La legittimità dell'età moderna". Il lavoro di Blumenberg si rende attuale sia per la cura nei confronti dei contesti storici, sia per la vicinanza, l'intimità che dimostra verso gli autori che utilizza come compagni di viaggio, verso la fine delle illusioni e verso l'estremo disincanto.
Salvador Allende. La fine di un mito. Il socialismo tra ossessione totalitaria e corruzione. Nuove rivelazioni
Victor Farias
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 206
Victor Farías, filosofo e storico, indaga alcuni lati oscuri nella storia personale del presidente cileno. Salvador Allende, icona della sinistra, in realtà era ben diverso da come è stato dipinto, sostiene l'autore. Victor Farías dimostra che coltivava convinzioni decisamente "scorrette": la determinazione razziale del carattere (con giudizi molto negativi sugli ebrei), la natura patologica di certe inclinazioni sessuali (in particolare l'omosessualità) o la bontà dell'eugenetica come mezzo di igiene sociale. In sostanza, Farías afferma che per molti aspetti Allende "pensava come un nazista". La tesi di laurea in medicina di Allende, riscoperta da Farías, viene scandagliata nei minimi dettagli: lo storico cileno scopre non soltanto plagi e falsificazioni, ma anche prese di posizione che non sarebbero suonate fuori luogo nella Germania nazista. Questo saggio tenta di raccogliere le prove del razzismo e dell'eugenetica di Allende, ma aggiunge anche altre scoperte.
Che cos'è la storia?
Eric Voegelin
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 254
Scritti tra i primi anni Sessanta e la fine degli anni Settanta in seguito alla pubblicazione dei primi tre volumi della grande opera "Ordine e storia", i saggi qui presentati segnano una nuova tappa nella riflessione sulla storia che impegnò il filosofo tedesco nella sua ricerca di un nuovo ordine politico. Se esiste una "storia universale" qual è allora il suo significato? È lecito parlare, alla luce degli avvenimenti che hanno sconvolto la nostra epoca, di progresso della "storia dell'umanità"? C'è davvero un "principio di ragione" alla base del processo storico in cui siamo immersi? In un diretto confronto con i grandi autori del passato (Platone, Comte, Schiller, Hegel) Voegelin cerca di dipanare il nesso tra un'ideale "verità" storica e il fondamento mitico che sta alla base di ogni atto di autointerpretazione dell'uomo, principale attore nel teatro degli eventi. Abbandonando la confortante idea di una linearità e continuità della storia Voegelin elabora una teoria della coscienza e dei processi di simbolizzazione che rendono conto della concreta discontinuità del processo storico. È forse l'azione dell'"uomo in rivolta" di Camus a rendersi necessaria per potersi riappropriare della realtà concreta? Un pensiero fìlosofico, quello di Voegelin, che nasconde una profonda tensione critica verso i movimenti di massa e le false ideologie con cui l'uomo costruisce la società e giustifica la propria azione nel mondo e una condanna ai totalitarismi che hanno dominato il XX secolo.
Alla ricerca del vero e del giusto
Germaine Tillion
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 348
Germaine Tillion, grande studiosa delle culture e dell'antropologia, venne deportata a Ravensbrück nel 1942; sopravviverà, e sarà testimone anche degli orrori della Guerra d'Algeria. Nei suoi libri sull'esperienza dell'olocausto oppone al famoso concetto di Hannah Arendt di "banalità del male" quello di "mediocrità", che sembra essere più adatto a definire la natura umana di fronte al male. A lei Tzvetan Todorov ha riservato un capitolo in "Memoria del male, tentazione del bene" e la dedica del libro recita "Per Germaine Tillion, che ha saputo attraversare il male senza prendersi per un'incarnazione del bene", ed è lo stesso Todorov che firma la prefazione di questo libro in cui ha raccolto conversazioni, saggi e altri scritti sparsi della variegata attività della studiosa francese. Alla prefazione di Todorov seguono i capitoli che riuniscono gli interventi della Tillion sulla Resistenza, la deportazione, i totalitarismi, ma anche gli scritti nati dalle ricerche etnografiche in Algeria (che porteranno alla stesura del libro "L'harem e i cugini") e quelli sui problemi relativi alle scienze umane.
Hitler e i tedeschi
Eric Voegelin
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2005
pagine: 262
Eric Voegelin (1901-1985) rilegge la storia del popolo tedesco in alcune conferenze del 1964 (anno in cui rientrò in Germania dopo l'espatrio del 1933) mettendo a nudo le responsabilità del popolo tedesco nell'ascesa di Hitler e la necessità di una vera e propria denazificazione della Germania. Egli analizza quella vera e propria discesa agli inferi che accomunò la cultura, la chiesa e il diritto tedeschi, e che permise l'affermazione di Adolf Hitler.
Laudes Regiae. Uno studio sulle acclamazioni liturgiche e sul culto del sovrano nel Medioevo
Ernst H. Kantorowicz
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 368
Un libro che vuole introdurre il lettore al mistero dei riti celebrativi e della cerimonia occidentale più antica: l'acclamazione del sovrano. Muovendosi in un ambito rimasto a lungo inesplorato, tra iconografie di monete e canti religiosi, Kantorowicz s'interroga sul significato che può avere per noi, oggi, il riferimento alla sovranità, e a tutte le sue indefinite metamorfosi, che informa la cultura europea, e sul fascino incontrollabile ed enigmatico del suo fondamento: il potere, sia esso religioso oppure temporale. Dall'unione tra romanità e cristianità, fino alle forme dello Stato moderno, in una riflessione non solo storica ma anche e soprattutto politica sulla legittimazione giuridica del potere, a qualunque sfera esso appartenga, attraverso l'analisi del "cerimoniale" e dei suoi significati nascosti fino alla rottura, nel XIII secolo, tra teologia (che nel XVIII secolo verrà sostituita da ciò che si definisce "ideologia") e diritto, che svuoterà ogni forma di rito del suo senso e che aprirà la strada alla sua strumentalizzazione. Oggi questi rituali sopravvivono solo nelle caricature, piccoli indizi che rivivono nella falsa rinascita del mito totalitario dell'impero universale.