Mondadori: Saggi
Il canto della fabbrica
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 323
Il volume è una riflessione attraverso la voce di intellettuali, musicisti e industriali su come sia possibile raccontare la fabbrica di oggi a partire proprio dalla musica. Il titolo del libro si rifà al brano “Il canto della fabbrica”, commissionato dalla Fondazione Pirelli al compositore Francesco Fiore per il violino del maestro Salvatore Accardo, ed eseguito in prima assoluta proprio all'interno del Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese durante il Festival Mito Settembre Musica 2017. Ieri, i "quattro colpi di sirena" della Seconda sinfonia di Dmitrij Šostakovic per la fabbrica di primi Novecento: acciaio, rumore, fumo, fatica pesante della produzione in serie. Oggi, il violino di Salvatore Accardo e gli archi dell'Orchestra da Camera Italiana che interpreta i ritmi della manifattura digitale degli anni Duemila, con computer e robot. Tutta un'altra «civiltà delle macchine» e delle persone che vi lavorano. Cambia, nel corso del tempo, la fabbrica, nei rapidi mutamenti hi-tech del predominio dell'"economia della conoscenza". Cambia, radicalmente, anche la musica per raccontarla. In questo libro c'è l'analisi di questi mutamenti e delle loro rappresentazioni contemporanee. La musica, appunto. Ma anche le immagini e la letteratura, le relazioni industriali, le dinamiche produttive, la cultura d'impresa. La fabbrica del Novecento ha rappresentato una forma della razionalità dominante nel secolo appena concluso, applicata alle logiche della produzione e del consumo di massa, con tutto il carico di conflitti e di mediazioni messe in atto per attenuarli. Ma quella razionalità ha avuto una sua cadenza storica, e da tempo cambia e trasforma gran parte delle regole e delle ricadute produttive in conseguenza delle profonde innovazioni scientifiche e tecnologiche. La fabbrica digitale ne è dunque metamorfosi, innovando radicalmente produzioni e prodotti, materiali, mestieri e professioni, linguaggi, radicamenti sui territori e adattamenti ai mercati globali, con masse di consumatori sempre più ampie ma anche con nicchie sempre più definite. Con un corpus iconografico di oltre 120 immagini sul Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese, ieri e oggi, e sul concerto dell'Orchestra da Camera Italiana diretta da Salvatore Accardo, tenutosi all'interno dello stabilimento, con l'esecuzione del Canto della fabbrica, brano inedito appositamente composto ispirandosi ai suoni della fabbrica Pirelli. Prefazione di Marco Tronchetti Provera.
Faccio salti altissimi. La mia storia oltre le barriere, tra ruote bucate e amori fuori tempo
Iacopo Melio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 150
Iacopo Melio è un attivista per i diritti umani e civili: presta la voce a chi non ce l’ha, a chi si sente sconfitto in partenza, a chi ha troppa paura per tirarla fuori, usando parole come «libertà» e «uguaglianza», «giustizia» e «dignità». Rompiscatole per natura, a sovvertire regole e previsioni ha iniziato presto, scegliendo la vita. Iacopo ha venticinque anni e la sindrome di Escobar, una malattia genetica talmente rara che, secondo la scarsa bibliografia scientifica esistente, comporterebbe sintomi troppo vari per essere classificati. Essendo nato con la camicia, di sintomi ne ha una gran varietà: tra questi, uno straordinario senso dell’umorismo. Armato di penna e arguzia, e di una pagina Facebook che conta oltre 600.000 follower, rema quotidianamente contro i pregiudizi e i luoghi comuni: bersaglia chi parcheggia nei posti per disabili pensando che siano un inutile favoritismo; chi è convinto che i venticinquenni in carrozzina rimangano bambini per tutta la vita (figuriamoci avere una ragazza); chi dà per scontato che quattro ruote servano per muoversi, ma solo in casa. Per questo, nel 2015 ha fondato #vorreiprendereiltreno, una onlus che si occupa di sensibilizzazione all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali attraverso progetti sul territorio e un’attività mediatica costante. "Faccio salti altissimi" è un libro in difesa della libertà di essere se stessi, nel rispetto dell’unicità di ciascuno e nel superamento di un fuorviante, oltre che riduttivo, concetto di «normalità», che ci vorrebbe tutti uguali, matrioske prodotte in serie. Ma è anche la storia di un ragazzo come tanti, «pezzi di vita e sogni incollati addosso», con la testa piena di progetti e speranze.
10 lezioni sulla giustizia per cittadini curiosi e perplessi
Francesco Caringella
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 135
È possibile che giudici che fanno lo stesso lavoro, hanno seguito gli stessi studi, hanno superato lo stesso concorso, applicano le stesse leggi, approdino, sugli stessi fatti e a fronte di identiche prove, a decisioni non solo diverse o molto diverse, ma del tutto antitetiche: assoluzione o condanna; libertà immediata o carcere a vita; inizio di una nuova esistenza o definitiva negazione di un futuro? Insomma, la giustizia è un orologio di precisione, come ci insegnano, o una macchina capricciosa, regolata dagli umori e dall'arbitrio? Dagli interrogativi che ogni sera l'anziana madre gli poneva alla fine della telefonata quotidiana, gli stessi che assillano milioni di cittadini di fronte ai frequenti paradossi della cronaca giudiziaria, Francesco Caringella - che indossa la toga da oltre venticinque anni - trae lo spunto per spiegare, con linguaggio semplice e taglio divulgativo, cos'è la «giustizia», quella amministrata ogni giorno nelle aule d'udienza in nome del popolo italiano. Lo fa in dieci brevi «lezioni» sui punti salienti dell'attività del giudicare e del rito processuale, cioè i mezzi con cui la società cerca, innanzitutto, di «rendere giustizia» alla vittima di un reato, oltre che di punire il colpevole. Ecco allora che prendono corpo, e trovano puntuale risposta, questioni cruciali come il tipo di verità che è lecito attendersi dalla sentenza di un tribunale e quali sono i maggiori ostacoli che ne insidiano l'accertamento. Quesiti ardui come quelli sulle doti tecniche e caratteriali che deve possedere l'uomo chiamato a decidere della vita di altri uomini o su quando un dubbio è ragionevole al punto da imporre al giudice, malgrado l'intima convinzione della colpevolezza dell'imputato, un verdetto di assoluzione. E, infine, domande scottanti su quale giustizia sia quella che richiede tempi superiori alla capacità d'attesa degli interessati e, talvolta, della loro stessa esistenza; se sia accettabile che il reato si prescriva quando invece le lacrime dei parenti delle vittime sono destinate a scorrere per sempre, o se sia giusto che, nel vuoto legislativo, il giudice si arroghi il potere di decidere anche sulla vita e sulla morte dei suoi simili. Se, come afferma Caringella, ogni cittadino dovrebbe poter capire i meccanismi della giustizia e il significato delle decisioni prese da pochi nell'interesse di tutti, queste pagine costituiscono un concreto contributo perché ciò, finalmente, avvenga.
Guarigione naturale con i 4 biotipi Oberhammer
Simona Oberhammer
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 400
Questo libro parla dei biotipi, ovvero delle tipologie corporee e psichiche a cui ciascuno di noi appartiene, e offre un metodo "chiavi in mano" per ottenere un programma su misura basato su un fattore innovativo: la predominanza delle scorie e tossine che affaticano l'organismo di ogni biotipo e sul presupposto che "se non ti pulisci non guarisci". Questo nuovo metodo guida nel depurare, rafforzare e rigenerare l'organismo in profondità, per ottenere una guarigione naturale e facile. Dopo aver individuato la propria tipologia con un semplice test, è possibile applicare i consigli di Simona Oberhammer da subito attraverso tre tipi di interventi: alimentazione; rimedi naturali; stile di vita. Il libro è però dedicato solo a chi vuole un risultato in modo facile e senza stress. È infatti riservato unicamente alle persone che: sono stanche di fare fatica per stare meglio; non vogliono sentir parlare di diete, ancor peggio se sono drastiche; rifiutano i rimedi complicati che obbligano a mangiare cose che non piacciono; hanno provato tante soluzioni ma il loro problema sembra non voler passare; vogliono una guarigione facile per godersi la vita in salute. Questo libro sgretolerà, pagina dopo pagina, quelle che vengono considerate "verità assolute" sulla guarigione. Verrà spiegato che: non è vero che la medicina più è amara e più fa bene; non è vero che per essere in salute bisogna privarsi dei piaceri della vita, costringersi alle diete e faticare molto; non è vero che la salute si basa solo ed esclusivamente su un'alimentazione corretta; non è vero che quei rimedi che vengono descritti come benefici, lo sono per tutti; non è assolutamente vero che naturale è sempre sano e positivo: naturale può essere dannoso se non è adatto al proprio biotipo. Il libro sgretolerà questi falsi miti con semplicità e illustrerà come uscirci, con consigli facili e pratici da applicare da subito. In questo modo il lettore verrà accompagnato per mano in un percorso completamente nuovo attraverso una vera e propria strategia utile per: evitare le trappole che stanno sabotando la propria salute; utilizzare le soluzioni quotidiane per ottenere risultati in modo naturale ma senza fatica.
Enigma Nefertiti. Il più grande mistero dell'antico Egitto
Brando Quilici, Zahi Hawass
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 198
Tombe reali di Amarna, Egitto. Il fascio luminoso della torcia accarezza la parete grezza. «Nefertiti avrebbe dovuto trovarsi qui» borbotta Zahi Hawass davanti al loculo scavato nell'arenaria, desolatamente vuoto, aggrottando le sopracciglia cespugliose. «Invece non c'è proprio nulla.» La Regina del Nilo è scomparsa senza lasciare tracce. Dopo oltre tremila anni il suo corpo non è stato ancora rinvenuto. Di lei ci resta il magnifico busto di pietra con la corona blu, conservato a Berlino, ideale di bellezza femminile. «Signora della gioia, piena d'amore», Nefertiti era adorata dal popolo, moglie amatissima del faraone «eretico» Akhenaton – che nel XIV secolo a.C. sfidò i potenti sacerdoti di Tebe e si votò al culto dell'unico dio Aton, il Sole –, con lui fondò la città di Amarna, nel cuore del deserto, e alla sua morte salì forse al trono come un vero faraone, con il nome di Smenkhara. L'affascinante ed enigmatica sovrana rimane però uno dei tanti misteri ancora sepolti sotto le sabbie dell'Egitto, forse il più avvincente: dov'è la sua tomba? In molti l'hanno cercata, senza successo. L'ultimo in ordine di tempo è l'archeologo britannico Nicholas Reeves, secondo cui la regina delle regine giace in una cripta segreta nella Valle dei Re, dentro la tomba del figliastro Tutankhamon, il Faraone d'oro, nascosta dietro una parete con il suo favoloso tesoro... L'archeologo Zahi Hawass e il regista Brando Quilici, ci raccontano l'avventura archeologica sulle tracce di Nefertiti intervallandola con aneddoti di viaggio e di avventure sottoterra tra mummie, pipistrelli, serpenti «importuni» e germi letali. Per «braccare» la Bella del Nilo viene schierato un vero arsenale tecnologico, anche se, come sostiene Hawass, «un radar da solo non ha mai scoperto niente in Egitto»: servono l'esperienza e il fiuto dell'archeologo, più una buona dose di fortuna. «Nefertiti, se ci sei, stiamo arrivando.»
Quanto basta. Il tuo manuale del risparmio per comprare, cucinare e mangiare ogni giorno il giusto
Lisa Casali
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 279
"Q.b. Quanto basta". L'abbiamo trovato scritto nelle ricette una miriade di volte. Ma "quanto basta" non indica solo la giusta quantità di un ingrediente: è una vera filosofia per approcciarsi alla cucina, al cibo, alla vita. Un nuovo modo di fare la spesa, cucinare e mangiare che apporta benefici alla salute, al portafogli e all'ambiente. È la rivoluzione raccontata da Lisa Casali - presenza quotidiana sulle frequenze di Rds e curatrice del blog "Ecocucina" - nel suo libro precedente, "Tutto fa brodo", scritto all'insegna del motto: "In cucina non si butta nulla". In queste pagine Lisa va oltre e ci suggerisce tanti modi intelligenti per combattere l'usa e getta, a cominciare dal momento più critico (e spesso trascurato): la spesa. Impareremo così a pianificare il menu settimanale, con un occhio al risparmio ma senza perdere di vista la qualità degli alimenti, la loro provenienza e tracciabilità, privilegiando produttori locali e frutta e verdura di stagione. E quando la spesa l'abbiamo portata a casa? Gestire le scorte di cibo e conservarlo adeguatamente sono fasi importanti quanto l'acquisto, e Lisa ci insegna tutti i trucchi per organizzare e tenere sotto controllo frigorifero e dispensa. Apprenderemo poi metodi di cottura alternativi ed ecologici (sapevate che si può cucinare nella lavastoviglie?), scopriremo l'esistenza di ingredienti nuovi e sperimenteremo ricette in cui i protagonisti diventano gli scarti e gli avanzi (persino le acque di cottura), dando una nuova, sana e gustosissima chance a ciò che abitualmente finirebbe nella pattumiera. Ma, soprattutto, ci divertiremo un sacco: perché "Quanto basta" non è il solito saggio sulle nuove scoperte dei nutrizionisti, né il manuale che riporta l'ultima dieta di moda, né tantomeno un classico ricettario. È un libro interattivo, pieno di test, disegni (fatti dall'autrice stessa), pagine da personalizzare, uno strumento pratico che consente di tracciare il proprio percorso personalizzato e ricco di indicazioni utili a individuare e correggere le cattive abitudini alimentari tenendo conto delle diverse esigenze (lavoro, famiglia, bambini...), per conciliare salute, risparmio e rispetto ambientale con la buona tavola.
La dieta non dieta. Riattivare il metabolismo e ripristinare il peso forma con l'alimentazione naturale
Debora Rasio
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 307
Chi di noi non ha mai seguito una dieta, o quantomeno desiderato farlo? Non c'è che l'imbarazzo della scelta tra le infinite novità proposte dai mezzi d'informazione o pubblicizzate dalle celebrità. Quello che pochi sanno, però, è che la forza di volontà spesso non è sufficiente: infatti, il 95 per cento delle persone che affrontano una dieta nei due anni successivi riprende il peso perduto. Come è possibile? E come affidarsi invece a un programma alimentare efficace, che sia insieme fonte di benessere e serenità per la vita? A queste e ad altre fondamentali domande sul tema risponde Debora Rasio, con la passione di chi fin da bambina è rimasta affascinata dalla scienza del corpo umano, il rigore della studiosa che vanta un'apprezzata attività di ricerca all'estero e la chiarezza espositiva della divulgatrice. Sgombrando il campo da una serie di convinzioni erronee, l'autrice ci riporta alle origini di una parola e di una pratica che la saggezza degli antichi concepiva come «modo di vivere», come disciplina di tutti gli aspetti della vita quotidiana che contribuiscono alla nostra salute: insieme al cibo, anche il movimento, la respirazione, l'esposizione alla luce naturale del sole, il buon riposo notturno, i pensieri che pensiamo e le emozioni che proviamo. La cultura moderna ha stravolto l'armonia di questa visione, ci ha indotti a classificare il cibo in «permesso» e «proibito», aprendo le porte a disturbi del comportamento alimentare. Il concetto di caloria ha soppiantato il piacere del gusto, spingendoci a mangiare alimenti altamente trasformati che turbano l'equilibrio metabolico lasciandoci sempre più grassi e affamati. Un'alimentazione troppo ricca di zuccheri, farine e oli vegetali raffinati ha compromesso il nostro naturale diritto alla longevità in salute. La soluzione è però a portata di mano: tornare a nutrirci del cibo che la Natura «ha pensato» per noi. La «dieta non dieta» ci insegna che è possibile alimentarsi in modo corretto, dimenticando calcoli e teorie, con un piano strategico articolato in quattro fasi della durata di un mese ciascuna e accompagnato da pratici menu tipo e da una raccolta di ricette appetitose e salutari. Così, aiutandoci a rieducare il gusto alla riscoperta dei sapori semplici e autentici della tradizione (persino della frittura, che non solo non fa ingrassare ma ha un elevato potere saziante e tiene «allenato» il fegato), ci permette di restituire al cibo il valore di strumento necessario per preservare vitalità, energia, salute mentale e spirituale oltre che fisica ed emozionale.
L'arte nel cesso. Da Duchamp a Cattelan, ascesa e declino dell'arte contemporanea
Francesco Bonami
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 135
Con l'autoironia che lo contraddistingue, Francesco Bonami, uno dei più brillanti critici d'arte internazionali, riprende il discorso avviato dieci anni fa in “Lo potevo fare anch'io” e ammette che, in fondo, tante opere alla cui vista restiamo sgomenti forse avremmo potute farle pure noi, e comunque, anche se le ha fatte qualcun altro prima, questo non significa affatto che si tratti di arte. Per concludere, provocatoriamente ma non del tutto, che l'arte contemporanea - che ha avuto inizio nel 1917 con l'orinale capovolto (Fontana) di Marcel Duchamp - oggi, a un secolo esatto, è giunta alla sua fine, e deve lasciare il posto a una nuova fase. E con che cosa si è conclusa? Con America, il cesso d'oro 18 carati di Maurizio Cattelan esposto nell'autunno 2016 al Guggenheim di New York, dove lo si può non solo ammirare ma persino usare. In questi cento anni, ci dice Bonami, abbiamo visto davvero di tutto, dagli artisti che sulla scia di Duchamp espongono un oggetto, a chi propone un concetto (come Una e tre sedie di Joseph Kosuth), a chi mostra un progetto, ovvero parole, disegni, grafici che vengono presentati come opere d'arte ma al momento sono semplici ipotesi in attesa di essere realizzate (come accade per esempio con Christo, ma non con Peter Fend, che in genere espone solo fantasiose e irrealizzabili ipotesi sul mondo, come cambiare i confini di certe nazioni o deviare il corso del Danubio). Tutti accomunati dall'intento di sorprendere. Attraverso una serie di racconti e riflessioni, l'autore ci mostra perché ora all'arte non bastano più solo idee che si rincorrono con l'obiettivo di essere una più rivoluzionaria dell'altra. E perché, provocazione dopo provocazione, la contemporaneità ha esaurito il suo potere di stupire. E conclude che, per tornare a essere utile, l'arte deve ritrovare la capacità d'inventare e narrare storie, recuperando quell'essenziale cocktail di ingenuità e genialità che è alla base della creatività umana. Un po' come fa Charles Ray, in polemica con l'astrazione del Novecento, con il suo bambino che gioca con una macchinina. «Il bambino di Ray non è semplice, ma è accessibile» scrive Bonami. «Qualsiasi persona di qualsiasi parte del mondo comprende quel gesto. L'oggetto, quale che sia nella mano del bimbo, diventa un universo di pensieri, l'inizio di una storia, di un viaggio che il bambino farà stando fermo quasi sdraiato per terra, praticamente senza muoversi. Ecco il destino dell'arte. Farci entrare in una storia, farci iniziare un viaggio senza doversi mai spostare.»
Abbiamo bisogno di genitori autorevoli. Aiutare gli adolescenti a diventare adulti
Matteo Lancini
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 167
L'adolescenza è un periodo di sconvolgimenti fisici e di profonde rivoluzioni psichiche (a partire dal bisogno di sviluppare la propria identità) che finisce per stravolgere gli equilibri di tutta la famiglia. Una trasformazione che implica la ridefinizione, talvolta traumatica, dei ruoli non solo del ragazzo, ma anche dei suoi genitori. Gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in un ambiente molto differente da quello dei loro padri e delle loro madri. È mutato lo scenario sociale in cui viviamo, ma è cambiato anche lo scenario privato: dalla famiglia delle regole si è passati a quella che promuove la creatività e la capacità relazionale dei figli, favorendo talvolta in loro il narcisismo e un'intrinseca fragilità, pur sotto i modi apparentemente spavaldi, sprezzanti e spregiudicati, e innescando una crisi adolescenziale di difficile soluzione. Ecco allora che i genitori spesso tentano di stabilire un tardivo «governo del no», rieditando modelli educativi che non condividono veramente. Se le punizioni, le botte, perfino le urla sono state bandite dal «galateo educativo» della nuova famiglia, non ha senso imporre i famosi «no che aiutano a crescere» proprio in questa delicata fase della vita. I divieti degli adulti vengono infatti vissuti dagli adolescenti come gesti sadici, ispirati dalla volontà di negare lo sviluppo, l'affermazione di sé e la capacità di decidere in autonomia. Il percorso di crescita si carica allora di tensioni nei ragazzi e di senso di delusione e di impotenza nei genitori, preoccupati da alcuni comportamenti, apparentemente ingiustificati: dall'insuccesso scolastico alla chiusura in se stessi, dall'uso di sostanze ai disturbi alimentari, dall'isolamento fisico nella propria stanza, come nei sempre più diffusi casi di ritiro sociale, all'ossessivo utilizzo di internet, blog o social network, fino ai gesti autolesivi. Forte della sua lunga esperienza a contatto con i ragazzi, Matteo Lancini traccia un quadro dei problemi legati alle crisi adolescenziali e, grazie anche al racconto di casi esemplari, suggerisce a genitori, insegnanti e educatori come prestare ascolto alle esigenze e ai pensieri dei ragazzi senza pregiudizio, come favorire la loro autonomia e la loro responsabilità senza mai lasciarli soli davanti ai problemi, come intervenire in modo adeguato nelle situazioni più critiche. Perché se c'è qualcosa di cui gli adolescenti in crisi hanno davvero bisogno sono adulti autorevoli, insieme ai quali definire il loro progetto futuro.
Le più belle pagine del Vangelo
Francesco (Jorge Mario Bergoglio)
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: XIV-190
Nella predicazione del Papa, la meditazione delle pagine evangeliche costituisce uno dei momenti centrali, perché tutto nasce dal Vangelo e al suo messaggio tutto si riconduce, nella dimensione intima della fede e nella testimonianza della vita. A cominciare dal commento quotidiano delle letture della messa celebrata nella cappella della residenza di Santa Marta e, via via, nelle omelie, nei discorsi, nelle udienze, ben si vede come per il Papa sia un bisogno e un dovere prioritario mettersi personalmente a far assaporare la Parola di Dio, perché essa incontri e dimori nel cuore dei credenti. Nelle sue parole ritroviamo non solo l'originalità, la saporosità e la colloquialità del linguaggio che gli è familiare (le immagini, le metafore, le sottolineature), ma anche la congiunzione di una creatività meditativa che, attraverso un sobrio quanto intenso commento, sa esprimere l'essenziale da cogliere come esortazione spirituale, ammonimento morale, passione di ricerca. Concentrato sull'attualizzazione e la personalizzazione del Vangelo che deve vivere nell'oggi dell'uomo e penetrare ogni momento della sua esistenza, Francesco punta a far sì che il messaggio da cogliere non venga recepito come una bella «lezione» da ascoltare, ma arrivi a scuotere profondamente le coscienze e a portare ogni volta degli orientamenti concreti per la vita. Nel commento di Francesco ai brani evangelici si avverte la fede umile di chi vive dentro di sé quello che annuncia, e l'afflato del pastore che si pone in dialogo con chi lo ascolta, nella comune ricerca della verità e del bene, attinta alla luce e alla speranza del Vangelo. E in questo si avverte la tenerezza paterna del Papa; la premura materna della Chiesa che si riflette nelle sue parole; la forza dello Spirito – così spesso invocato – che lo illumina e lo guida. C'è in sostanza tutta la dimensione spirituale, ecclesiale e umana della predicazione come discernimento, messaggio e incontro, che si nutre anche della semplicità sapiente di Francesco nell'annunciare e testimoniare il Vangelo come Parola che vive. Nei testi qui raccolti appare nitidamente questa dimensione, nella quale si può leggere lo stesso tratto distintivo del suo pontificato, ovvero gli orizzonti ecclesiali e pastorali verso i quali desidera che la Chiesa cammini per essere autenticamente se stessa. Che siano alcuni momenti della storia di Gesù evidenziati nella prima parte di questa silloge oppure, nella seconda, alcuni aspetti fondamentali del messaggio evangelico, emerge sempre chiaramente ciò che per Francesco conta di più nell'incontrare Cristo e nel rimanere nel suo amore.
La curiosità non invecchia. Elogio della quarta età
Massimo Ammaniti
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 143
«Forse si invecchia veramente solo quando non ci si stupisce più, quando si dà tutto per scontato e la vita sembra non riservare più sorprese. Ma si può essere vecchi e mantenere il gusto della conoscenza e sapersi ancora meravigliare degli insoliti colori di un tramonto, di un fiore che si schiude o di una bambina che ti sorride con aria divertita.» Il nuovo libro di Massimo Ammaniti è una riflessione sulla terza e quarta età, e più in generale sulla vecchiaia, stimolata anche dalle testimonianze di ottantenni e novantenni protagonisti della vita culturale e politica del nostro paese (come Andrea Camilleri, Raffaele La Capria, Aldo Masullo, Mario Pirani, Alfredo Reichlin, Luciana Castellina, Angela Levi Bianchini) che ora raccontano di come e quanto è cambiato il loro modo di vivere i sentimenti e le esperienze propri della vita di ogni essere umano: la famiglia, l'amore, l'amicizia, il senso del tempo, i sogni, il desiderio, i ricordi, i lutti. Ammaniti ci mostra che non lasciarsi sopraffare dalla rabbia e dal rancore, non ripiegarsi su se stessi, ma continuare a coltivare affetti, interessi e passioni, a rimanere agganciati al presente e a fare progetti per il futuro, magari condividendo in modo partecipe quelli di figli e nipoti, è il segreto per far sì che la vecchiaia non corrisponda al tetro stereotipo di periodo di inquietudine e sconforto, di abulia e rassegnazione, insomma di vuota attesa della morte. Come l'anziano professor Borg, l'indimenticabile protagonista del film "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman, anche le persone intervistate rivisitano la storia della propria vita per rintracciare il filo rosso che l'ha attraversata e, con esso, la direzione e il significato del percorso compiuto. Così la dimensione anagrafica ed esistenziale della vecchiaia ritrova la sua verità, quella di una stagione indubbiamente difficile, irta di insidie fisiche e psicologiche, di paure e di perdite, ma che, se affrontata accettando la propria condizione senza risentimento né eccessivi rimpianti, e con la lucidità dovuta a una maggiore consapevolezza di sé e a un minor coinvolgimento emotivo nelle vicende del mondo, può rivelarsi una fase di straordinario arricchimento interiore e affettivo. Come quando il giorno concede al tramonto la sua luce più intensa e più vera.