NEM: Presenze
Stella ipogea
Roberto Bernasconi
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 80
A un'immagine ricca di suggestioni liriche - l'immagine della stella sotterranea, viva e bruciante nell'abisso dell'anima - Roberto Bernasconi ha affidato il compito di far luce sul significato profondo di questo libro, che raccoglie poesie scritte tra il 1997 e il 1999. Poeta appartenente all'area ticinese della Svizzera Italiana, Bernasconi, già autore di varie "plaquettes" di versi, ha voluto fare di stella ipogea il libro dei suoi quarant'anni, addensandovi attese e speranze, e soprattutto radicando il proprio vissuto nell'humus - ancor più avvertito durante un lungo viaggiare per l'Europa - della sua terra: ("Due volte venti", dici). "Terra intrisa, / foglie secche. Germoglia finalmente, la poesia, / dalla virtù amara della ginestra, / dall'ombra rovida e dal tuo stesso umore." Il volume si compone di due parti: la prima, fortemente segnata dal sentimento d'amore inteso come offerta e "certame", accettazione e rifiuto; la seconda, raccolta in un poemetto - "Terrain vague" - in cui la sensibilità dell'autore si confronta con una realtà più complessa e sofferta: "Mi tiene sveglio / il sonno di tutti. / Con la testa sul ventre della notte / riannodo in me / le strade che si perdono / in spazio e tempo." Stella ipogea rende minuziosamente conto, verso per verso, parola per parola, del lavoro intenso, articolato fra toni alti e toni bassi, che Bernasconi ha condotto con sapienza espressiva e precisione linguistica. Grande rilievo acquista la densa materialità delle parole scritte e pronunciate in continua interazione fra "natura" e "cultura" lungo un'asse di progressiva scoperta dell'intimo valore della realtà quotidiana, e in concomitanza, della parola poetica che la vivifica.
La stanza e la partita
Angelo Maugeri
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 120
Con i versi di "La stanza e la partita", lacerante oratorio del nostro tempo, Angelo Maugeri ci immerge fino alla gola nel torbido chiaroscuro dell'esistenza con una meditazione tesa a sperimentare ferite ed estasi, conducendosi al limite tra il precipizio e la salvezza. Quali i segni di questa poesia? Non antilogie, certo, non acrobatici arabeschi, ma la risolutezza di una fede poetica che diventa qui il poema dei poemi, il sedimento liberatore. Ma nell'orizzonte di questi cerchi purgatori, in molte liriche, in certe elegie, in certi inni, è come se non ci fosse per principio una via d'uscita garantita. Come tutte le ferite della nostra permanenza, queste poesie disadorne non appartengono a ieri e sanno che la loro confessione continua ad attendere. Non appartengono all'ambito diaristico, ma a quello più intensamente lirico, dove però tutte le novità sono echi di antichità, in quanto solo la segreta antichità continuamente si rinnova. È questa la radice dei nuovi versi di Maugeri, il loro credo, la loro certezza. Se l'amore per il vaneggiamento non c'inganna, è una scommessa finale, assoluta sul senso del tutto.
Tennis
Giulio Mozzi, Laura Pugno
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 80
"Tennis" non è un libro sull'amicizia: è un libro generato dall'amicizia. Mostra come l'essere un "tu" per l'altra persona, e l'essere riconosciuti dall'altra persona come un "tu", sia ciò che fonda la scrittura. Che quindi non è, come diffusamente si crede, il luogo dove una persona "esprime se stessa". È piuttosto il luogo comune - il luogo nel quale si mettono in comune le parole e le storie - nel quale una persona "riconosce l'altra". "Non ho mai capita una parola delle tue poesie", scrive Giulio rivolgendosi a Laura. Ma, aggiunge, "ho imparato a riconoscere i timbri della tua voce, le piaghe della tua sintassi. A volte parli articolando appena e non distinguo le parole, ho la melodia. Sono le volte che ti capisco di più". Misto di prosa e di verso, di lirica e di narrazione, di serietà e di arguzia, "Tennis" è un libro che mostra come si possa essere in debito, ed esserne felici.
Lo sguardo delle cose
Daniela Monreale
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 96
Con "Lo sguardo delle cose" Daniela Monreale, una delle voci più sicure della sua generazione, aggiunge un nuovo tassello al suo ormai più che decennale lavoro poetico. E la tensione emotiva che internamente ritma i testi di quest'opera ne rivela, sezione dopo sezione, la sorprendente sapienza costruttiva. Il libro è un vero caleidoscopio, un diaframma ottico di emozioni che vanno dall'amore al dolore, dalla passione alla tristezza, al ricordo. Il ricordo di qualcosa che si aveva e non si ha più, che c'era e più non c'è, che si sognava e non si è avverato ("straccio di sogni / che rimedia la prassi dei giorni"). Ogni cosa è "detta" con una sensibilità disincantata, resa sempre nuova nel segno di una femminilità tanto più profonda quanto meno incline a lasciare spazio al ricatto dei rimpianti come "all'anoressia dei sentimenti". Grazie alla lucida consapevolezza di come vanno le cose. E grazie alla capacità di capirlo anzitempo, senza rinunciare al "viaggio" verso le "isole felici" e al tentativo di giocare con la vita osando "fare scacco matto". A una donna-poeta basta uno sguardo, Lo sguardo delle cose: "servono, come rifugi, le cose / dette a mira degli occhi, quietamente portate / in mezzo". Sia che le cose "guardino" - esse stesse personaggi della vita - sia che vengano "guardate". Perché "è semplice la via degli occhi, la più sapiente".
Nuove poesie
Mario Santagostini
Libro
editore: NEM
anno edizione: 1999
pagine: 72
Queste "Nuove Poesie" di Mario Santagostini si addensano in un nucleo tematico forte: l'esperienza dello sfibrarsi di piante, fiori e animali, nonché la percezione dello sfinimento del tempo. "Passa, mese, passa / e non abbandonarmi" scrive l'autore, quasi invocando l'allontanamento della sofferenza della natura e il superamento di quell'"impasse" affettiva in cui risiede il nocciolo duro del libro: la scomparsa del padre. Ma Santagostini sa aprirsi al senso metamorfico di morte e rinascita e punta ad un orizzonte etico in cui c'è anche spazio per l'illusione di una beatitudine pura: "forse, il paradiso è anche / un paradiso più alto / due paradisi più alti, l'altezza pura, / la vita normale allontanata / dall'idea del bene". La voce del poeta si leva anche in forma di "Lied" dolce e sommesso, e nel poemetto che chiude il volume, corteggiando emblematicamente il destino di un poeta come Trakl, assume i toni commossi quasi di una esecuzione testamentaria. Con questo libro Santagostini aggiunge un altro intenso capitolo a quella sorta di poema in prosa e versi costruito da "L'Olimoiade del '40" Chiarissima, nelle "Nuove Poesie", la proiezione in avanti dell'opera precedente, tutta giocata tra cronaca esterna e sentimento poetico, dove il paesaggio lombardo, e in particolare milanese, si intreccia con precise coordinate storiche. Nel nuovo libro il reticolo dei riferimenti si fonda soprattutto sul presente, benché la poesia si articoli ancora sul doppio registro dell'immaginazione e della memoria. È la vita stessa di Mario Santgostini, identificato con nome e cognome, a circolare in modo più o meno scoperto in questi versi misurati e al tempo stesso discorsivi, impegnati nel confronto con le invasioni affettive e i condizionamenti dell'esistenza.
Ventagli e altre imitazioni
Giovanni Raboni
Libro
editore: NEM
anno edizione: 1999
pagine: 80
Queste "imitazioni" da Mallarmè, Laforgue e Apollinaire costituiscono un intenso e significativo omaggio che Giovanni Raboni ha voluto fare a tre degli autori più rappresentativi della poesia francese dell'ultimo Ottocento e del primissimo Novecento, da lui sempre amati e tuttavia mai affrontati, in sede di traduzione in modo sistematico. L'interesse dei testi è tra l'altro fornito dal diretto confronto tra la poetica di Raboni e quella degli autori ai quali egli "rifà il verso". Ne risulta un'opera autonoma, la cui felice riuscita è ascrivibile in parti eguali tanto all'azione mediatrice dei testi di riferimento quanto al genio personale del traduttore. A dare unità alla presente raccolta - come avverte lo stesso Raboni nella "Nota" finale al volume - c'è la natura più o meno virtuosistica e giocosa degli originali, evidentissima nei "Ventagli" mallarmeani ma sicuramente rintracciabile anche nella sequenza di Apollinaire e nell'invantevole scherzo (in senso musicale e, si direbbe, più propriamente pianistico) di Lafourgue. In "Ventagli e altre imitazioni" i lettori ritroveranno il Raboni tanto amato per la grande abilità compositiva, la straordinaria raffinatezza stilistica, la piacevolissima intonazione vocale, la coinvolgente varietà tematica. Tutti elementi che fanno di lui uno dei poeti italiani più importanti di questo fine millennio.