PubMe: Policromia

Scopriamo il magico viaggio di una sciarpa smarrita che diventa testimone e parte integrante delle vite di sei persone diverse. In Le cose perdute, ogni storia rivela come un oggetto apparentemente insignificante possa trasformarsi in un simbolo di cambiamento e riscoperta. Seguiamo Alessia e Leonardo, la cui relazione sboccia tra i canali di Amsterdam, solo per scoprire che talvolta le scelte più difficili sono quelle giuste. La sciarpa, testimone silenziosa, passa poi nelle mani di Natasha, un'assistente domiciliare ucraina, che trova e perde l'amore in una terra straniera. C'è poi Zakia, una donna marocchina, che trova forza e orgoglio nell'indossare la sciarpa come hijab, combattendo per la propria integrazione in una società che la mette alla prova. E mentre le vite si intrecciano e si separano, Luce, una bambina con difficoltà di apprendimento, scopre l'amicizia e il coraggio con l'aiuto di questa sciarpa e Giulia, una donna insicura, intraprende un viaggio che la porterà a confrontarsi con le proprie paure e a trovare inaspettate connessioni umane. Infine, Victor, un giovane artista autistico, trova ispirazione e amore, grazie alla sciarpa e a un cucciolo di labrador.

Adele è una donna all'apparenza forte e indipendente, ma il cui cuore cela fragilità inaspettate. La sua vita, costellata di routine e di silenziose accettazioni, è sconvolta dalla perdita di Karasi, l'amica sudanese che ha lasciato un segno indelebile nel suo animo. In Figli della stessa luna seguiamo Adele nel suo viaggio emotivo e spirituale, iniziato con l'eredità di un diario e di una bambina di tre anni, l'ultima connessione con la vita di Karasi. Attraverso le pagine del diario, Adele esplora i ricordi di Karasi, tuffandosi nei colori vibranti del Sudan, nei dolori delle sue guerre e nella dolce nostalgia di un'infanzia spezzata. Man mano che realtà e fantasia si intrecciano, Adele inizia a mettere in discussione le proprie certezze. Confrontata con un sistema burocratico insensibile e deludente, si trova di fronte a scelte difficili. Sarà pronta a mentire, tradire e ingannare per raggiungere il suo scopo? Cosa sarà disposta a sacrificare per trovare la sua verità?

Elty torna in Albania e tutti nel villaggio cercano di trovargli una moglie. E lui la ragazza della sua vita la trova per davvero. È Adriana? Francesca? O una nuova conquista? E cosa succede al fratello, che scompare di nuovo? Che fine fanno i suoi coinquilini del vagone merci che spacciano in Svizzera? Dopo il pluripremiato “C’era una volta un clandestino” e “Che fine ha fatto quel clandestino?”, torna per PubMe, collana Policromia, Eltjon Bida con “Non più clandestino”, il capitolo finale della trilogia. Avremo tutte le risposte e vedremo Elty gettarsi in tante nuove avventure. Giungiamo così alla fine della sua storia, vera, intrigante, a volte divertente e unica.

Il piccolo Jem è timido e introverso. La sorella maggiore, Sally, lo tiranneggia, riuscendo anche a sminuirlo agli occhi della nonna, con la quale i bimbi vivono. L'amore per la danza lancia a Jem un'ancora di salvezza. Scoprendo di essere un fuoriclasse, diventa ballerino professionista a dispetto dell'iniziale diffidenza della famiglia. Un evento traumatico cambierà le sorti del ragazzo che, incapace di innamorarsi davvero di chiunque se non della sua arte, oscillerà tra il presente luminoso e i traumi del passato. Sarà forse una figura riemersa dalla sua infanzia a poterlo traghettare fuori dalla spirale di follia in cui sta cadendo...

C'è il Turco, con la voglia di sfidare il mare e le sue onde burrascose, e c'è Alket, alla ricerca di una nuova esistenza dopo il carcere; c'è Juanita e c'è Serena, che inseguono la felicità; e c'è Agnese, che prega per il figlio lontano; e c'è anche Guillaume, in attesa di un autobus sempre in ritardo. E poi Nicola, e Veronica, e tutti gli altri uomini e donne le cui geometrie sono spennellate di inchiostro. Sedici racconti di persone comuni, sedici istantanee che raccontano di un attimo, una vita. Un'esistenza.

Perché, a me che serve la vita senza di te? Senza di te se non muoio di depressione muoio sicuro di pazzia. Questo è lo stralcio di una delle tante lettere che Mimì scriveva a Mimma. Incorniciata in una Calabria di metà Novecento si svolge la loro storia d'amore, semplice e genuina, non appariscente, ma forte e indistruttibile come le radici di un grande castagno. Ma neanche il più potente degli alberi può nulla quando la natura si ribella. Un tornado chiamato Destino proverà a spazzare via tutto: sorrisi, amore, vita. È stato un bel viaggio è la storia vera, romanzata, di due persone come tante altre, che hanno riso, pianto, amato e lottato.

Dovrebbe essere una giornata come tante, per la famiglia Gnaroma, ma non è così: dopo aver chiuso a chiave la porta della loro casa di Semoli, un paesino del sud Italia, la famiglia parte alla volta del nord. Per trovare lavoro, per cambiare vita, per dare ai figli un futuro migliore. Nonostante si integrino subito nella nuova comunità del nord Italia, gli Gnaroma hanno lasciato il cuore nel loro paese al sud, perciò decidono di ritornare, questa volta per una vacanza, così da rivedere i luoghi che li hanno visti crescere. È uno shock passeggiare per le vie di Semoli: case in vendita, serrande abbassate, silenzio denso come piombo... Finché, dall’uscio di un’abitazione, il capofamiglia degli Gnaroma vede uscire un volto noto... Accompagnato dalle suggestive foto di Gino Calabrese, "L’Italia capovolta" non è soltanto la storia di una famiglia che come tante dal sud è emigrata al nord, ma anche e soprattutto la storia di piccoli paesi sparsi per tutto lo Stivale che, a causa di svariati fattori, tra cui la crisi economica, si stanno lentamente spopolando.

Un uomo sta aspettando il treno Intercity delle 17:50. Durante la sua attesa, protratta a causa di un ritardo, incontra diverse persone, ognuna con la sua storia. Nel susseguirsi di passeggeri e frequentatori abituali della stazione di Bolzano, l'uomo ripercorre la sua vita. Ripensa a quando era bambino e insieme al padre andava a vedere i treni in partenza fingendo di essere in viaggio verso grandi avventure. L'attesa ora sta finendo, il treno è in arrivo. Quale sarà la sua destinazione?

"Gli altri non sanno" è tratto dall'omonima serie di dirette Instagram realizzate nel corso del 2020, durante il primo lockdown, in collaborazione con professionisti che supportano le donne e la salute mentale. Il progetto è diventato una raccolta di storie drammatiche donate all'autrice, negli ultimi due anni, e che ora hanno finalmente modo di essere condivise. Gli altri non sanno non è solo un manifesto di solidarietà, ma è anche l'esempio di come la consapevolezza e il coraggio possano permetterci di vivere oltre il nostro immaginario, facendo in modo che la vita non sia solo altamente sopportabile, ma che possa essere sempre la nostra unica e migliore opzione, nonostante tutto il dolore che proviamo.

Alle volte, nel nostro vivere quotidiano ci sono fatti, accadimenti che ci appaiono insignificanti, e che per questo trascuriamo di notare. Altre volte, invece, ce ne sono altri, accadimenti minimi, altrettanto insignificanti, che per noi rivestono cruciale importanza, al punto da cambiare il nostro destino. Uno di questi può essere una banale telefonata, alla quale non diamo alcuna importanza se non perché... Ma ce ne accorgiamo solamente molto tempo dopo, o forse mai.

«Trovare le parole per esprimere le nostre emozioni non è mai facile, e quando quelle parole saranno le ultime dette a un nostro caro, le ultime che quella persona ascolterà prima di lasciare la sua vita, è ancora più difficile. Basterà un "ti voglio bene"? Un "ti amo"? Forse qualcuno ha bisogno di tirare fuori quel "perdonami" che stringeva in gola da troppo tempo, magari per orgoglio, magari per timidezza. Forse per qualcun altro sarà più importante dire: "Ci sono, sono qui". O forse per questo basta far sentire la propria presenza fisica, con un gesto, uno sguardo, stringendo una mano sempre più debole, baciando una fronte sempre più fredda. Quando la morte non sopraggiunge, inaspettata, è così, in genere, che ci si immagina gli ultimi istanti di vita della persona amata, o ci si augura i propri. La possibilità di un ultimo sguardo, un ultimo saluto, un ultimo abbraccio. La possibilità di dirsi addio. Pagina dopo pagina scopriamo esistenze, luoghi, storia, arte e memoria, facciamo nostre le lettere di saluto di persone lontane nella morte e per sempre vicine nell'amore.» (Sara Perinetto)

Quando credi di essere arrivato al capolinea e che nulla possa mutare ciò che appare inevitabile, il destino si trasforma in fato e tende la mano. Il destino non si può modificare e il fato è imprevedibile. Invece, è consentito scegliere di agire per il bene o per il male, avvalendosi del libero arbitrio, che nel primo caso farà guadagnare tempo e nel secondo lo farà perdere, avvicinandoci o scostandoci dalla meta che ci attende. Questo romanzo è la danza di tre anime che si incontrano e si allontanano, attratte dalla stessa melodia, l'amore, e dove il tempo, le coincidenze e le energie giocano un ruolo fondamentale. Christian ha vissuto fino a cinquant'anni senza conoscere il vero amore. Un matrimonio sbagliato, a cui segue un egoismo misogino, lo conduce a una vita priva di vero sentimento. Una donna, inaspettata, entra nella sua anima e non ne uscirà più. Scopre di avere acquisito un dono: i sogni creano un contatto palpabile tra loro e gli mostrano ciò che accadrà molti anni dopo, svelando un fato che lo sorprenderà cambiando le carte in tavola e ribaltando le sue certezze.