Gli scrittori piemontesi fanno un ingresso traumatico nella letteratura Italiana, dove portano presto qualche scompiglio: importante è il rifiuto di accettare l'uso della "bella lingua", teorizzata da Bembo come il "fine" dello scrivere. Ma già all'epoca Berni rivalutava quest'ultimo sostenendo: Ei dice cose e voi dite parole. E gli scrittori subalpini preferiscono mirare al sodo, usare la lingua come strumento e non come fine, e tendono a comportarsi come barbari e ribelli nel "giardino chiuso" della Letteratura, bello, razionale, con aiuole e fontane ben disegnate, che appare fin troppo elegante e raffinato a loro, intenti ad inserirvi una genuina e brusca spontaneità.
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Barbari nel giardino. Scrittori piemontesi nell'«hortus conclusus» della letteratura italiana
Titolo | Barbari nel giardino. Scrittori piemontesi nell'«hortus conclusus» della letteratura italiana |
Autore | Andrea Maia |
Collana | Piemonte |
Editore | Graphot |
Formato |
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Pagine | 232 |
Pubblicazione | 05/2018 |
ISBN | 9788899781330 |
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