Il corpo attraversa il pensiero di Michel Foucault come un filo rosso. Cadavere aperto sul tavolo autoptico, massa opaca allo specchio della quale l'uomo, oggetto/soggetto delle scienze umane, percepisce il proprio riflesso fondante e inquietante. Corpo dilaniato dal supplizio, corpo "infame" di fronte al corpo onnipotente del re. Corpo dell'operaio reso docile dalle tecniche disciplinari. Corpo agitato del convulsionario, corpo contorto dell'isterica di fronte alle richieste di verità del medico o del confessore. Corpo del saggio antico aduso alle pratiche dietetiche o etiche. Corpo utopico, doppio, immaginario. Attraverso questa variegata panoplia, la questione della verità del corpo viene messa fuori gioco. Non esiste un concetto univoco, una natura essenziale del corpo. Esistono solo storie, storie di lotte. Se infatti è vero che il corpo è il luogo dell'iscrizione del potere, è altrettanto vero che esso ne è l'istanza di contestazione, verifica e alterazione. Oggi, riscoprire la centralità di tali questioni appare tanto più urgente in quanto molte delle nostre lotte contemporanee (attorno al genere o alla bioetica, per esempio) vengono condotte proprio sotto il segno di una "politica del corpo".
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Michel Foucault. Un pensiero del corpo
Titolo | Michel Foucault. Un pensiero del corpo |
Autore | Arianna Sforzini |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Cartografie, 95 |
Editore | Ombre Corte |
Formato |
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Pagine | 130 |
Pubblicazione | 09/2019 |
ISBN | 9788869481321 |
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