"Westworld. Dove tutto è concesso" è una delle serie più evocative del discorso contemporaneo sul futuro tecnologico. Se la sua diretta ispirazione, "Il mondo dei robot" di Michael Crichton, afferiva ancora all’immaginario classico sui robot, che si completa con le “Tre leggi della robotica” di Isaac Asimov, scolpite nella roccia del “secondo ordine dei simulacri”, per dirla con Jean Baudrillard – cioè l’ordine della fabbrica, della catena di montaggio, del proletariato industriale – "Westworld" è frutto dell’avvento del “terzo ordine”, quello “del modello”, del digitale: di quella virtualità, in sostanza, che rende indistinguibili organico e artificiale, originale e copia, l’ordine in cui questa stessa distinzione diventa non pertinente, ma superflua… L’era dell’immaginario definito da "Blade Runner", dal cyberpunk e da tutto il dibattito sul postumano.
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I mondi di Westworld. Distopie tecnologiche e futuri sintetici
in uscita
Titolo | I mondi di Westworld. Distopie tecnologiche e futuri sintetici |
Curatore | Adolfo Fattori |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Società e cultura: argomenti d'interesse generale |
Editore | Italian Institute for Future |
Formato |
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Pagine | 184 |
ISBN | 9788899790363 |
€14,00
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Il libro è di prossima pubblicazione
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