Il modello organizzativo delineato dal Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931 era accentrato e governato dal principio gerarchico. Il Questore era alle dipendenze del Prefetto; quest’ultimo sovrintendeva a tutte le funzioni di polizia, esprimendo l’autoritatività di un sistema che considerava la pubblica sicurezza prerogativa della sovranità statale. La Costituzione repubblicana rende strumentali i poteri di polizia e la relativa organizzazione a un diritto dei cittadini alla sicurezza e determina un ribaltamento dei rapporti tra Stato e autonomie. L’adeguamento dell’organizzazione della sicurezza ai principi costituzionali ha determinato l’abolizione della sovra-ordinazione gerarchica del Prefetto al Questore (l. n. 121/1981), e a quest’ultimo l’attribuzione di una autonomia che si esprime prevalentemente attraverso l’esercizio di una discrezionalità tecnica. I nuovi poteri in materia di sospensione delle licenze degli esercizi pubblici per motivi di ordine e sicurezza pubblica, di applicazione delle misure di prevenzione, Daspo, ammonimento, rilascio di permessi di soggiorno e correlati poteri di espulsione dal territorio italiano, consentono di ricostruire una autonoma “funzione” del Questore strumentale non più alla “sovranità” statale, ma al “diritto alla sicurezza dei cittadini”.
Il questore
| Titolo | Il questore |
| Curatore | Sebastiano Licciardello |
| Collana | Sicurezza civile, 8 |
| Editore | Franco Angeli |
| Formato |
|
| Pagine | 176 |
| Pubblicazione | 12/2016 |
| ISBN | 9788891740809 |

