I frammenti di Pascal non sono solo "massime" come quelle di La Rochefoucauld o di La Bruyère, ma vanno letti all'interno di un discorso articolato sull'uomo e sulla religione che il grande scienziato francese andava componendo quando la morte lo colse, impedendogli di completare il progetto di una nuova apologia del cristianesimo. Ciò nonostante, in molti casi possiamo accostarci ad essi sia come cime di un continente sommerso per sempre, per ricostruirne la frastagliata geografia, sia come espressione compiuta di intuizioni, una sorta di Illuminations come quelle che due secoli più tardi Rimbaud, altro genio precoce, elaborerà nel tentativo di tradurre la realtà in poesia. Il frammento 187 (Michel Le Guern) qui commentato, uno dei più famosi, esprime lo sgomento al cospetto di un universo infinito e indecifrabile, evocando nella sua tragica brevità temi e paradossi della scienza e interpretando al tempo stesso la crisi della modernità.
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Il silenzio dell'infinito. Un frammento di Pascal
Titolo | Il silenzio dell'infinito. Un frammento di Pascal |
Autore | Bruno Nacci |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Feuilles détachées, 15 |
Editore | La Scuola di Pitagora |
Formato |
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Pagine | 40 |
Pubblicazione | 04/2015 |
ISBN | 9788865423868 |
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