La speranza primordiale di tutta la storia riguarda una genuina comunità del genere umano, interamente pervasa di spirito comunitario; illusoria sarebbe quella comunità che non si fondasse su un'effettiva vita comunitaria di gruppi piccoli e grandi, coabitanti o collaboranti, e sulle loro relazioni reciproche. L'autentica essenza della comunità va vista nel fatto, palese o nascosto, che essa ha un centro: il suo effettivo manifestarsi si può comprendere solo tenendo presente che i suoi membri hanno con il centro un rapporto comune e superiore a qualsiasi altra relazione. Una comunità non ha affatto bisogno di essere "fondata". Dove il destino storico aveva posto un gruppo umano in uno spazio comune di natura e vita, c'era posto per il divenire di una comunità genuina. Ma si sente spesso dire che oggigiorno tutto ciò è andato perduto irrimediabilmente, una concreta reciprocità è stata sminuita dalla coercizione della quantità e dalla forma organizzativa. È quindi possibile una "rinascita" della comunità nel senso datole da Martin Buber? Quando parlo della sua rinascita penso ad una situazione mondiale mutata, non al perdurare di quella attuale.
Comunità e utopia
| Titolo | Comunità e utopia |
| Autore | Claudio Stroppa |
| Collana | Saggi, 9 |
| Editore | edizioni Dedalo |
| Formato |
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| Pagine | 502 |
| Pubblicazione | 10/1970 |
| ISBN | 9788822003096 |
€19,00
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