“Cedere non è acconsentire”. Sembra ovvio. È necessario affermare l’esistenza di un confine tra ‘cedere’ e ‘acconsentire’. Tuttavia, a volte esiste una pericolosa vicinanza tra i due concetti. Il consenso comporta infatti sempre un rischio: non posso mai sapere in anticipo dove mi porterà. È quindi possibile che il consenso lasci spazio alla costrizione? L’esperienza della passione, l’angoscia nel rapporto con l’altro, l’obbedienza al Super-Io possono confondere il confine all’interno dello stesso soggetto tra consenso e costrizione. Partendo dall’attualità del movimento #MeToo e dal racconto di Vanessa Springora, Clotilde Leguil esplora le radici soggettive del consenso. Attraverso la psicoanalisi, mostra che il desiderio non è la pulsione e che il confronto con la costrizione lascia un segno indelebile. Perché non posso dire nulla una volta che è successo? Come posso acconsentire nuovamente a parlare?
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Cedere non è acconsentire
Titolo | Cedere non è acconsentire |
Autore | Clotilde Leguil |
Curatore | Carla Antonucci |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Psicologia |
Collana | Diritto e psicanalisi |
Editore | Alpes Italia |
Formato |
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Pagine | 148 |
Pubblicazione | 09/2025 |
ISBN | 9791256650385 |
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