Perché una bottiglia di gin abbandonata per terra in un padiglione della Biennale di Venezia attira pensosi capannelli di ammiratori che si sussurrano commenti estasiati? Baj, pittore, e Virilio, urbanista, si interrogano reciprocamente sullo statuto e la percezione dell'arte e dei luoghi che la ospitano e la espongono. Il destino attuale dell'arte, la sua evoluzione, sembrano essere una delle dimensioni privilegiate per cogliere lo spirito dei tempi, anzi il mercato dell'arte ha preannunciato la New Economy e molte altre virtualità. Nella maniera di rapportarsi all'arte si è prodotto una sorta di plusvalore che è divenuto talmente importante da rendere impossibile una critica seria. La critica diventa pettegolezzo e celebrazione, mentre l'opera d'arte diventa un'icona di se stessa, priva di un significato intrinseco in quanto ridotta a macchina per produrre pseudo-filosofie, pseudo-estetiche, pseudo-problematiche.
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Discorso sull'orrore dell'arte
| Titolo | Discorso sull'orrore dell'arte |
| Autori | Enrico Baj, Paul Virilio |
| Collana | SENZA COLLANA |
| Editore | Elèuthera |
| Formato |
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| Pagine | 85 |
| Pubblicazione | 04/2019 |
| ISBN | 9788833020389 |
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