Il cristianesimo pretende di essere la religione dell’assoluta verità. Come è possibile accettare tale pretesa nel momento in cui l’indagine storica ci mostra equivalenti pretese all’interno delle altre grandi religioni universali? Come è possibile accettarla nel momento in cui il cristianesimo stesso si mostra come un fenomeno storicamente individuato – dunque un fenomeno relativo e non assoluto –, che affonda le proprie radici nel contesto della cultura ebraica, prima, e della classicità greco-romana, poi? Secondo Ernst Troeltsch l’uomo moderno educato scientificamente, proprio grazie a un’indagine storica che faccia tesoro del metodo analogico e comparativo, può rispondere affermativamente a questa domanda: può cioè asserire che il cristianesimo è la forma più alta di religione, pur nella ferma consapevolezza che ogni professione di fede è, in ultima analisi, una questione di scelta personale.
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L'assolutezza del cristianesimo e la storia delle religioni (1902-1912)
Titolo | L'assolutezza del cristianesimo e la storia delle religioni (1902-1912) |
Autore | Ernst Troeltsch |
Curatori | Trutz Rendtorff, S. Pautler, S. Miniati |
Argomento | Scienze umane Religione e fede |
Collana | Biblioteca di cultura, 20 |
Editore | Queriniana |
Formato |
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Pagine | 352 |
Pubblicazione | 01/2006 |
ISBN | 9788839919700 |
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