È un romanzo dai tratti surreali. Franco Eremita, un tranquillo professore di lettere, viene denunciato da speciose autorità competenti per aver scritto un saggio a loro dire sprezzante e blasfemo della lingua italiana. Il protagonista rischia così una severa condanna: il divieto di parlare la lingua italiana per un periodo destinato a moltiplicarsi in caso di trasgressione, sostanzialmente senza limiti, tanto da rischiare persino una sorta di ergastolo linguistico. Il processo che intesse la trama è decisamente kafkiano, ma ha molte analogie con la realtà di una giustizia incomprensibile, inefficace, farraginosa. Il passaggio continuo fra finzione e realtà è lo stratagemma narrativo che l'autore utilizza per descrivere un mondo in cui i meccanismi e i guasti della giustizia finiscono per produrre effetti grotteschi e nefasti sui normali cittadini, tanto da poter dire che è la realtà a superare la fantasia. La storia viene fuori dalla penna di un autore di cui non è difficile indovinare l'intensa esperienza forense.
E forse una condanna al silenzio
Titolo | E forse una condanna al silenzio |
Autore | Ettore Randazzo |
Collana | Obliqui, 16 |
Editore | Edizioni ETS |
Formato |
![]() |
Pagine | 134 |
Pubblicazione | 04/2012 |
ISBN | 9788846731784 |
€12,00
0 copie in libreria
Libri dello stesso autore
Le indagini della difesa. Con 43 formule di atti investigativi e vademecum dei soggetti della difesa
Renato Bricchetti, Ettore Randazzo
Giuffrè
€27,00