Negli anni Sessanta della Spagna franchista, il Café Gijón era una specie di parlamentino letterario, dove si facevano e si disfacevano le reputazioni degli scrittori, si tenevano a battesimo quelle dei pittori, si aggiravano toreri e avvocati, generali in pensione, ex repubblicani usciti dal carcere e poeti maledetti, qualche alcolizzato e un po’ di malavita. Quando Francisco, Paco per gli amici, Umbral sbarcò in quel caffè una notte di sabato, non aveva trent’anni e nemmeno una macchina per scrivere, nonostante si fosse autopromosso «periodista». Il Gijón divenne subito il suo porto: «Sapevamo che per le strade di Madrid non eravamo nessuno e tutti andavamo al Café Gijón per sentirci qualcuno». Così, questo libro è il racconto di un’età mitica, quando lentamente, sospettosamente, la Spagna comincia ad aprirsi alla modernità, la dissidenza politico-ideologica fa timidamente capolino fra il fumo dei sigari e il tintinnare della copitas di cava, cinema e letteratura cominciano a farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali e il tutto ha un senso di nuovo, la fine di un dopoguerra durato troppo a lungo.
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La notte che arrivai al Café Gijón
| Titolo | La notte che arrivai al Café Gijón |
| Autore | Francisco Umbral |
| Curatori | Carlos D'Ercole, Gabriele Morelli |
| Traduttore | Giuliana Calabrese |
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
| Collana | Il battello ebbro, 4 |
| Editore | Edizioni Settecolori |
| Formato |
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| Pagine | 303 |
| Pubblicazione | 02/2022 |
| ISBN | 9788896986448 |
€26,00

