Il lavoro è morto. Morto come Dio. E quando il folle di Nietzsche proclamò la morte di Dio nessuno volle crederci, prendendolo per scemo. Ma Dio o, meglio, l’idea di Dio come legittimazione dell’ordine sociale era comunque già morta da un pezzo. Così come lo è il lavoro come legittimazione dell’esistenza, anche se lo rimane del capitalismo. Di lavoro, è evidente, non ce n’è più bisogno. Altrimenti perché aumenterebbe il numero di disoccupati? Perché trovare un lavoro, anche di merda, è diventata un’impresa? Tutto il tempo sprecato per lavorare è sproporzionato rispetto a quello che servirebbe alla società per sostenersi, e poi, a dirla tutta, la tecnologia sarebbe tranquillamente in grado di dispensare gli esseri umani dalla maggior parte del lavoro che svolge. E allora perché siamo ancora schiavi?
- Home
- Società, scienze sociali e politica
- Società e cultura: argomenti d'interesse generale
- Il lavoro è morto. Manifesto fancazzista
Il lavoro è morto. Manifesto fancazzista
| Titolo | Il lavoro è morto. Manifesto fancazzista |
| Autore | Gaston Piger |
| Argomento | Società, scienze sociali e politica Società e cultura: argomenti d'interesse generale |
| Collana | Le erbacce, 75 |
| Editore | Ortica Editrice |
| Formato |
|
| Pagine | 100 |
| Pubblicazione | 02/2024 |
| ISBN | 9791281228139 |
Chi ha cercato questo ha cercato anche...
Protagonisti di un paese plurale. Come sono diventati adulti i figli dell'immigrazione
Roberta Ricucci
Seb27
€16,00
Magia e medicina popolare in Piemonte. Un viaggio tra i misteri, i riti e le credenze della tradizione
Massimo Centini
Servizi Editoriali Edizioni
€14,90
Conflitti, lavoro e migrazioni. Quattro «Lezioni recitate»
Anna Delfina Arcostanzo, Valentina Cabiale, Leonardo Casalino, Franco Pezzini
Seb27
€12,50

