Una società prigioniera del presente non progetta futuro e non ha memoria del passato. Cova rancori e paure, riuscendo solo ad adattarsi: al desiderio sostituisce la voglia, al progetto l'annuncio, alle passioni le emozioni. Diventa una società rattrappita. La schiavitù del presente è una forma di asservimento contagioso, una patologia che ha portato perfino a un mutamento antropologico: nella vita privata, nella sfera dei sentimenti, delle relazioni, dei rapporti umani, e nella dimensione pubblica, dalla politica all'economia, dalle istituzioni alle imprese. Il presentismo condensa l'aria del tempo. Ratifica il primato della tecnologia senza umanesimo e della finanza senza redistribuzione della ricchezza. Assembla il virtuale in un'eterna connessione, e rende opaco il reale, fino a farlo sfumare. Ma da questa schiavitù, si può uscire, se partiamo dalla consapevolezza di quanto siamo ormai scollegati dal passato e dal futuro. E come diceva Camus "il senso della vita è resistere all'aria del tempo".
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Prigionieri del presente. Come uscire dalla trappola della modernità
Titolo | Prigionieri del presente. Come uscire dalla trappola della modernità |
Autori | Giuseppe De Rita, Antonio Galdo |
Collana | Einaudi. Passaggi |
Editore | Einaudi |
Formato |
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Pagine | 98 |
Pubblicazione | 05/2018 |
ISBN | 9788806236557 |
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