È il 44 a. C. e Cicerone, giunto alla fine della sua vita e della propria carriera politica, cerca rifugio nella filosofia, alla quale affida le sue ultime riflessioni e speranze. Nasce così il "Cato Maior", in cui il grande oratore dà voce a Catone il Censore, personificazione stessa della virtù romana, per affermare la sua convinzione nella vitalità fisica e intellettuale della vecchiaia. Con la sua scrittura da grande avvocato Cicerone smonta con abilità le accuse contro la vecchiaia, e rivendica la capacità dell'anziano di dare un contributo positivo alla società e alle generazioni future. E lo fa a tal punto che il lettore, pagina dopo pagina, viene portato a pensare che la vecchiaia possa essere davvero bella come la prosa ciceroniana: una stagione tersa e misurata, grave e gentile, meditata e tranquilla, con una punta di nobile alterità. Un dialogo filosofico che affronta un tema ancora oggi molto attuale. Introduzione di Gavino Manca. Postfazione di Giuseppe De Rita.
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In difesa della vecchiaia. «Cato Maior, de senectute»
| Titolo | In difesa della vecchiaia. «Cato Maior, de senectute» |
| Autore | Marco Tullio Cicerone |
| Curatore | Gavino Manca |
| Argomento | Scienze umane Filosofia |
| Collana | Piccola biblioteca dell'agenda letteraria, 5 |
| Editore | Metamorfosi |
| Formato |
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| Pagine | 78 |
| Pubblicazione | 10/2012 |
| ISBN | 9788895630571 |
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