Nel maggio e nel novembre del 1935 Husserl teneva, a Vienna e a Praga, alcune celebri conferenze che costituiscono il nucleo dell'ultima grande opera del fondatore della fenomenologia, "La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale". Con essa Husserl riaffermava la piena validità della propria impostazione teorica, affrontando i temi della storicità e del rapporto fra filosofia e sapere scientifico e rivendicando la fecondità del punto di vista fenomenologico per comprendere il senso profondo della crisi della civiltà europea. Il motivo, centrale nella ricerca husserliana, del rapporto fra esperienza e pensiero, fra esperienza e idealizzazioni scientifiche diviene parte - nella Crisi - di una riflessione generale sulla storia, che attribuisce alla ratio filosofica un ruolo preminente in quanto razionalità capace di ripristinare l'unità fra scienza e "mondo della vita". Il volume intende offrire una guida alla lettura di quello che, a buon diritto, può essere considerato uno dei classici della filosofia del Novecento, non soltanto per la ricchezza e la complessità dei motivi ispiratori, ma anche per l'importanza assunta nella ricezione e diffusione del pensiero husserliano.
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La «Crisi delle scienze europee» di Husserl
Titolo | La «Crisi delle scienze europee» di Husserl |
Autore | Paolo Bucci |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Biblioteca di testi e studi, 819 |
Editore | Carocci |
Formato |
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Pagine | 207 |
Pubblicazione | 05/2013 |
ISBN | 9788843069170 |
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