Nell'Europa d'antico regime la religione fu una delle componenti essenziali del processo di formazione e di consolidamento del cosiddetto Stato moderno. Anche nel ducato di Savoia, fra il XVI e il XVII secolo, la dimensione religiosa assunse un ruolo determinante per il rafforzamento del centralismo assolutista e l'affermazione del prestigio dinastico, fuori e dentro i confini del principato. Nel secolo che vide confermarsi la "vocazione italiana" dei Savoia e il loro autorevole ingresso - mediato dalla politica militare e, soprattutto, da quella matrimoniale - sulla scena internazionale, culti, devozioni, spazi sacri e uomini pii legati alla dinastia divennero pilastri di una duplice strategia: da un lato, confermare l'autorità sabauda su tutte le terre del ducato, specialmente su quelle più restie ad accettare il centralismo imposto da Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I; dall'altro entrare in contatto (e dunque in competizione) con le altre casate europee, che ormai da secoli avevano imparato a trattare la religione non solo come instrumentum regni, ma anche come modus vivendi et operandi.
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Geografia celeste dei duchi di Savoia. Religione, devozioni e sacralità in uno Stato di età moderna (secoli XVI-XVII)
Titolo | Geografia celeste dei duchi di Savoia. Religione, devozioni e sacralità in uno Stato di età moderna (secoli XVI-XVII) |
Autore | Paolo Cozzo |
Collana | Istituto storico italo-germ. Monografie, 43 |
Editore | Il Mulino |
Formato |
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Pagine | 370 |
Pubblicazione | 06/2006 |
ISBN | 9788815109040 |
€22,00
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