"La particolarità di Port-Royal è per me l'invenzione appassionante - anche se difficilmente concepibile per lo spirito - di una comunità di solitari." (P. Q)] Vallata della Chevreuse, a pochi chilometri da Parigi: del monastero femminile più celebre e discusso del '600 restano solo rovine. Fondato nel 1204, Port-Royal divenne un vivace centro di spiritualità e di cultura, polo d'attrazione per intellettuali laici in fuga dal mondo: i "solitari". Dal 1660 il monastero fu oggetto di continui oltraggi da parte della Chiesa e della monarchia. Tra il 1710 e il 1713 Port-Royal fu raso al suolo su decreto del Re Sole con l'approvazione del papa. Intorno a queste vicende Quignard compone un libro di straordinaria intensità. Sono le ombre dei solitari di Port-Royal a popolare queste pagine, e le ombre di altri suoi libri: Meaume l'incisore, Georges de La Tour il pittore, Sainte Colombe il violista. E Purcell, Froberger, Abelardo, Rameau. La scrittura si conferma qui arte della solitudine, paradossale linguaggio del silenzio, come paradossale è l'idea di una comunità dei solitari. La musica onnipresente canta silenziosa dietro le parole, rende più lieve la malinconia e addolcisce le rovine.
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Sull'idea di una comunità di solitari
Titolo | Sull'idea di una comunità di solitari |
Autore | Pascal Quignard |
Traduttore | A. Peduto |
Collana | Entelechia, 2 |
Editore | Analogon |
Formato |
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Pagine | 104 |
Pubblicazione | 01/2016 |
ISBN | 9788898630134 |
€13,00