Il diritto non coincide esclusivamente con la forma di legge e la legge non coincide con l’imperatività del comando. È quanto emerge, in particolare, nella riflessione filosofica della seconda metà dell’Ottocento e quanto torna nella rivalutazione delle pratiche giurisprudenziali e dell’istituzione in Deleuze. Il libro lavora su di una ontologia della potenza che permetta di decostruire la modernità – incentrata sulla figura dello Stato e della sovranità – e di elaborare le dinamiche istituenti della relazione affettiva tra le persone. In questione, è la possibilità di pensare la politica oltre l’esaurimento delle categorie moderne e di riformulare il diritto oltre le l’idea statica di ordinamento. In questione non è solamente la ricostruzione di un archivio alternativo o minore rispetto al discorso egemonico della modernità (Ravaisson, Tarde, Hauriou), ma di dischiudere delle possibilità di intervento, anche politico, nell’epoca ormai apertamente postatuale e postdemocratica alla quale apparteniamo.
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Diritto vivente. Ravaison, Tarde, Hauriou
Titolo | Diritto vivente. Ravaison, Tarde, Hauriou |
Autore | Sandro Chignola |
Argomento | Scienze umane Filosofia |
Collana | Ius. Ricerche, 1 |
Editore | Quodlibet |
Formato |
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Pagine | 240 |
Pubblicazione | 09/2020 |
ISBN | 9788822905017 |
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